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Sinai, gli egiziani: "L'aeroporto di Sharm è sicuro" - Foto

Ormai l'ipotesi bomba viene ritenuta una (quasi) certezza da tutti. Il Cairo continua a negare i buchi nella sicurezza dello scalo dei turisti

9 novembre 2015

Ipotesi bomba sempre più certa. Si rafforza ogni ora di più la tesi dell'attentato terrorista sulla sciagura dell'aereo russo precipitato in Sinai il 31 ottobre scorso, come da giorni sospettano Londra e Washington e da oggi anche Israele.

Airbus sicuri
E mentre procede l'inchiesta ufficiale sulla tragedia costata la vita a 224 persone, da Dubai funzionari dell'Airbus si dicono "certi della sicurezza degli aerei A321, incluso quello che si e' schiantato in Egitto".

La parola d'ordine è sicurezza.

Le cancellerie occidentali chiedono più stretti controlli negli scali egiziani e propongono l'invio di tecnici specializzati.

L'aeroporto di Sharm è sicuro, dicono gli egiziani
Ma sulle falle allo scalo di Sharm il Cairo contrattacca.

"L'Egitto è capace di gestire i propri aeroporti e coopera con i suoi partner nell'ambito della propria sovranita' nazionale - ha affermato il ministro degli Esteri Sameh Shoukry -, e non ha bisogno di tutele o di supervisioni da parte di chiunque altro".

Shoukri ha poi precisato che il Cairo ha "avviato una serie di contatti diplomatici con gli Stati colpiti dalla sciagura per fugare le loro perplessità sulle misure di sicurezza negli aeroporti egiziani".

Sulla stessa linea fonti del ministero dell'Aviazione civile egiziana che hanno annunciato di avere "visionato le registrazioni delle telecamere dello scalo di Sharm che hanno ripreso le ore ed i momenti precedenti alla partenza dell'Airbus, confermando che gli agenti hanno svolto il loro compito controllando tutti i bagagli".

Le stesse fonti hanno precisato che le "registrazioni mostrano che gli agenti hanno effettuato controlli sul piano tecnico e della sicurezza" e che "non è stato commesso alcun errore dai funzionari dell'aeroporto che possa spiegare la sciagura".

Collaborazione Russa-Gb
Intanto il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, citato dalla Tass, fa sapere che la Gran Bretagna ha passato alla Russia "alcuni dati" sulla sciagura.

Peskov non ha risposto a una domanda dei giornalisti sull'eventualità che queste informazioni abbiano pesato sulla decisione del Cremlino di sospendere i voli per motivi di sicurezza.

"Per garantire la sicurezza delle vacanze in Egitto ci vorrà del tempo", ha aggiunto il premier Medvedev, aggiungendo che lo stop ai voli "è necessario per precisare definitivamente la causa della catastrofe".

Progressivamente si va esaurendo il numero di italiani che easyJet sta riportando in Italia dal Mar Rosso. Tra oggi e domani è previsto il rientro di altri 80 passeggeri.

8 novembre 2015

IL PUNTO - L'Isis ha pubblicato un nuovo video in cui celebra l'abbattimento la settimana scorsa dell'aereo russo sui cieli del Sinai: lo scrive il Daily Mail online.

Nel video di 7 minuti, intitolato "Soddisfazione delle anime nell'uccisione dei russi", l'Isis afferma che responsabile dell'attacco è il suo gruppo affiliato in Egitto, Wilayat Sinai.

Nel video di vari minuti si sente la voce di un jihadista che usando la retorica tipica dell'Isis rivendica l'abbattimento dell'aereo russo per vendicarsi dei raid condotti da Mosca in Siria: "Grazie a dio i soldati del Califfato hanno abbattuto l'aereo russo nella Provincia del Sinai che trasportava 220 crociati russi che sono tutti morti. La macchina da guerra russa ha cominciato un genocidio contro i sunniti del Levante in Siria. La Russia ha pensato che i jihadisti non si sarebbero vendicati. La Russia è entrata in un tunnel oscuro a causa della sua guerra che ha perso".

Nel video compaiono anche alcune persone che si complimentano dell'azione condotta dall'Isis contro l'aereo russo, che inneggiano a "nuove azioni facendo cadere altri aerei per vendicare i nostri fratelli, i nostri figli, i bambini e le nostre donne".

Il ruolo di Abu Osama al-Masri

Intanto il Sunday Times indica nel leader di un gruppo affiliato all'Isis nel Sinai, l'egiziano Abu Osama al-Masri, la presunta mente dell'attentato.

Al-Masri era già considerata "una persona di interesse" da Londra. Gli anonimi funzionari dell'intelligence citati dal domenicale del Times in effetti affermano di avere sospetti sul fatto che Masri possa essere il regista dell'ipotizzato attacco contro l'Airbus russo e ribadiscono la convinzione che sul velivolo sia stata piazzata una bomba.

Fonti governative, da parte loro, si limitano a definire Masri una figura "d'interesse" aggiungendo che Londra è pronta ad "aiutare" Egitto e Russia - non viene precisato se con informazioni d'intelligence o immaginando iniziative più concrete - per "catturarlo o ucciderlo".

Abu Osama al-Masri, scrive ancora il Sunday Times, è un predicatore egiziano di 42 anni formatosi all'Università al-Azhar del Cairo e divenuto poi il punto di riferimento di un gruppo radicale islamico autonomo costituitosi nel Sinai. Gruppo che nel 2014 ha annunciato "un'alleanza" con l'Isis.

Questa sigla, ammette lo stesso giornale, ha d'altronde ripetutamente sostenuto nei giorni scorsi di aver abbattuto l'aereo russo, ma senza precisare come. Sul suo account Twitter è comparso sabato scorso un messaggio in cui si affermava solo che dietro il disastro vi sarebbe una bomba, non un missile.

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7 novembre 2015

IL PUNTO - "Distrutto quando ancora era in volo". Ad una settimana dal disastro aereo sul Sinai, l'Egitto  riconosce come possibile l'ipotesi di un'esplosione del velivolo russo anche se - si precisa - restano "aperti tutti gli  scenari".

Pur non parlando esplicitamente nè di bomba nè di  esplosione, il governo egiziano conferma che "le scatole nere hanno registrato a bordo nell'ultimo secondo un rumore" anomalo,  che però "è ancora da analizzare".

Mentre l'inchiesta egiziana fa un piccolo passo in avanti, si moltiplicano tra gli esperti le ipotesi sulle cause  della tragedia costata la vita a 224 persone. Uno scenario suggerisce che la sciagura non sia stata provocata da una bomba, ma da un dispositivo esplosivo non tradizionale, come una  bombola di gas: a sostenerlo è il Security Middle East on line che ha citato un ex ufficiale dei servizi segreti britannici, James Abernethy.

"L'enorme disposizione dei detriti al suolo dell'aereo russo, su una superficie di 13 km, dimostra che il velivolo si è distrutto quando era ancora in volo - ha affermato il presidente della commissione di inchiesta, l'egiziano Ayman al-Muqaddam - ma le osservazioni iniziali non fanno luce su ciò che lo ha causato".

"La registrazione delle scatole nere si è arrestata 23 minuti dopo il decollo quando l'aereo era a 30mila piedi di altitudine e ha registrato all'ultimo secondo un rumore ancora da chiarire", ha aggiunto. L'Egitto chiede dunque cautela. 

La Farnesina intanto ha riferito che domani nello scalo sul Mar Rosso arriverà un team di esperti italiani per esaminare e  completare le misure di sicurezza adottate per i vettori  italiani.

Allo scalo di Sharm, tra il nervosismo e la tensione dei turisti, proseguono a rilento i rientri dei vacanzieri dopo l'annullamento e i ritardi da parte delle compagnie di alcuni voli.


6 novembre 2015

IL PUNTO - Il presidente russo Vladimir Putin ha sospeso i voli delle compagnie russe sull'Egitto.

La decisione, presa nel primo pomeriggio (italiano), dopo che i servizi di sicurezza di Mosca avevano raccomandato di interrompere i sorvoli in attesa che le cause dell'esplosione del volo Metrojet di sabato 31 ottobre venissero chiarite.

Sono 45mila i turisti russi a Sharm el-Sheikh in questo momento secondo Oleg Safonov, il responsabile dell'Agenzia russa per il turismo.
Si stima che i russi siano un terzo dei turisti che arrivano abitualmente a Sharm. Il che indirettamente indica anche quanto questa decisione di Putin peserà sull'economia egiziana.

La mossa di Putin rappresenta una svolta politica molto significativa.
Fino a poco prima il presidente russo aveva  manifestato al premier britannico Cameron tutto il disappunto per la decisione del governo di Londra di sospendere i voli delle compagnie Uk sull'Egitto.
Poi, dopo il colloquio con i servizi di sicurezza, l'inversione a U con la scelta di fermare i voli russi. Ciò dimostra quanto anche per il governo russo sia impossibile nascondere come la tragedia Metrojet sia frutto di un attentato. Con evidenti questioni in gioco, anche nella politica interna, visto il coinvolgimento di Mosca nella guerra siriana al quale finirebbe per essere collegato un attentato jihadista al Metrojet sul Sinai. 

Caos all'aeroporto
Caos nel frattempo all'aeroporto di Sharm el-Sheikh, in Egitto, dove il governo britannico sta cercando affannosamente di far rientrare le migliaia di turisti rimasti bloccati nel resort egiziano dall'allarme terrorismo.

Una bomba
Intanto si consolida l'ipotesi che sia stata proprio una bomba a bordo a causare l'esplosione dell'Airbus che ha provocato la morte di 224 persone.

Sono state le informazioni raccolte dall'intelligence Gb e Usa nelle comunicazioni web tra membri di Isis in Siria ed Egitto a convincere i due governi: gli uomini dell'MI5 e i colleghi americani sono risaliti a registrazione di conversazioni tra "noti fanatici della regione" che, qualche giorno prima dello schianto, parlavano di un imminente attacco.

Scarsi controlli
L'ordigno sarebbe stato portato a bordo da un passeggero o, ipotesi ritenuta più probabile, nascosta in un bagaglio fatto salire a bordo del volo probabilmente a causa degli scarsi controlli nello scalo con la complicità di un addetto alla sicurezza dell'aeroporto di Sharm.

Rimosso il responsabile dell'aeroporto di Sharm
Tra l'altro il responsabile dell'aeroporto giovedì è stato all'improvviso promosso con nuove competenze, di fatto una rimozione dall'incarico, e si è appreso che sulla sicurezza dello scalo Londra aveva sollevato dubbi già dieci mesi fa.

Scatola nera
Un'indiretta conferma della bomba è arrivata dall'analisi della prima scatola nera, quella che registrava i parametri di volo; è emerso che l'Airbus avrebbe subito un improvviso distacco della coda dalla fusoliera: nel corso del volo, durato poco più di 20 minuti, i sistemi dell'Airbus funzionavano correttamente, ma poi si è verificato un evento dopo il quale la registrazione di ogni parametro di volo si è interrotta simultaneamente.

Così gli esperti ipotizzano un distacco della coda dell'aereo dalla fusoliera che ha comportato la rottura dei cavi che uniscono i sensori alla scatola nera, collocata appunto all'estremità posteriore del velivolo.

Allo scalo di Sharm l'unica cosa certa è che sono ripartiti i primi voli Easyjet con turisti britannici e oggi la low cost riuscirà a farne partire in totale otto contro i 18 programmati, anche a causa delle autorità egiziane che hanno detto di non poterne gestire di più.

Malpensa
Tra i voli rinviati anche quello per Malpensa, l'unico diretto in Italia, che doveva assicurare il rimpatrio dei turisti italiani. I passeggeri portano con sé solo il bagaglio a mano mentre le altre valigie saranno imbarcate a parte su aerei cargo e sottoposti a controlli speciali.

Il portavoce del premier britannico, David Cameron, ha ammesso che la situazione nello scalo sul Mar Rosso "è difficile e fluida". A terra, intanto, ci sono state scene di tensione, di cui ha fatto le spese anche l'ambasciatore britannico in Egitto, preso di mira dai passeggeri furenti. 

Ore 13:15 - Charlie Hebdo nell'ultimo numero si occupa dell'Airbus della Metrojet. Oltre a una vignetta sui pezzi dell'aereo che precipitano su un jihadista con la didascalia "L'aviazione russa intensifica i bombardamenti", il settimanale satirico francese Charlie Hebdo ironizza sul disastro nel Sinai con un disegno intitolato "i pericolo del low cost russo".

La vignetta raffigura un teschio su sfondo giallo del deserto con la carcassa dell'aereo in fiamme e resti umani.

"Avrei dovuto prendere Air Cocaine", recita la testa di morto in un riferimento al recente scandalo dei piloti francesi arrestati per narcotraffico in Repubblica dominicana.

Poi, in un riquadrino senza disegni intitolato 'Fascismo islamico', il settimanale satirico la cui redazione venne decimata dall'odio jihadista ironizza così: "L'Isis rivendica l'attentato dell'Airbus che si è schiantato nel Sinai con 224 passeggeri a bordo. È triste, ma per loro è l'unico modo di recuperare i 224 vassoi pasto gratuiti...".

Le vignette sull'aereo russo sono state pubblicate nell'ultima pagina di Charlie Hebdo.

Tuoni e fulmini dalla Russia per queste vignette:
Il portavoce del presidente russo Vladimir Putin le ha definite un "sacrilegio". Le vignette "non hanno a che fare né con la democrazia" né con la libertà "di espressione", ha detto il portavoce, Dmitri Peskov, citato da Interfax.

"Qualcuno è ancora Charlie?" ha commentato su Facebook la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, riferendosi allo slogan creato dopo il sanguinoso attacco jihadista al settimanale del gennaio scorso.

Ore 13:00 - Secondo gli investigatori britannici l'Airbus della low cost russa Metrojet, esploso in volo sabato 31 ottobre sul Sinai, aveva una bomba nella stiva.
L'ordigno sarebbe stato Ore dell'aereo da Sharm el-Sheikh.
La Bbc sostiene che le conclusioni del governo del Regno Unito, che hanno portato due giorni fa anche alla sospensione dei voli delle compagnie britanniche sulla penisola, siano confermate anche da informazioni basate su intercettazioni fra militanti jihadisti che operano sul Sinai.

EasyJet ferma
Intanto e autorità egiziane hanno sospeso i piani di EasyJet per riportare in patria i turisti bloccati a Sharm el-Sheik.Non stop totale, ma limitazione dei voli di Easy jet. Così le autorità egiziane hanno precisato la sospensione dei piani di rientro dei turisti britannici, chiarendo che si tratta di una limitazione. Il ministro dell'Aviazione civile egiziano Hossam Kamal ha detto che le autorità egiziane hanno chiesto a Easyjet di "organizzare per oggi 8 voli al posto dei 18 richiesti. Fra i voli sospesi anche uno per Malpensa.

Ore 7:00 - L'ipotesi della bomba a bordo dell'Airbus Metrojet precipitato sabato 31 ottobre sul Sinai diventa ogni ora la più probabile, nonostante le cautele e le reticenze delle autorità russe e egiziane.

Ieri sera l'autorevole conferma dal presidente degli Stati Uniti, Barack Obama.
"Credo ci sia la possibilità di una bomba a bordo dell'aereo precipitato nel Sinai e la stiamo valutando seriamente", ha detto il presidente Usa, commentando per la prima volta l'incidente in un'intervista.
"Dedicheremo molto tempo per determinare" esattamente "cosa abbia provocato lo schianto dell'aereo russo", ha aggiunto il presidente americano durante l'intervista alla radio Kiro di Seattle.

Massima allerta per i turisti italiani: a Sharm sono 1.500. La Farnesina però ricorda che i 'voli italiani non sono interrotti'.
Sono però sempre più numerose le compagnie che hanno sospeso i voli sulla penisola.

Nessun elemento significativo dalla scatola nera
Intanto, l'analisi della prima scatola nera dell'A321 della Metrojet, quella che registra i parametri di volo, non ha fornito fino a ora elementi che spieghino le cause del disastro nel quale sono morte 224 persone.

Lo ha scritto oggi il quotidiano Kommersant, citando fonti "vicine alle indagini". Stando al giornale russo, il registratore dei parametri di volo - la cui analisi è stata annunciata ieri dalle autorità russe, senza però fornire informazioni ufficiali su quanto emerso - ha mostrato che nel corso del volo (durato poco più di 20 minuti) tutti i sistemi dell'Airbus funzionavano correttamente.

Secondo quanto spiegato dalle fonti, si è verificato un qualche evento dopo il quale la registrazione di tutti i parametri di volo si è interrotta simultaneamente.

Gli esperti hanno suggerito che in seguito alla separazione della coda dell'aereo dalla fusoliera, in aria sia avvenuta la rottura di tutti i cavi, che uniscono i sensori alla scatola nera (posta appunto nella coda).

L'interlocutore di Kommersant ha paragonato la registrazione all'"elettrocardiogramma che fissa la morte improvvisa di una persona per infarto".

"In una tale situazione, le cause dell'accaduto possono essere stabilite solo da ulteriori ricerche", ha scritto il giornale.

Danneggiata la seconda scatola nera
L'articolo suggerisce che anche l'esame del secondo registratore di bordo, in cui sono fissate le conversazioni tra i piloti, contribuirà poco alle indagini in quanto è stato danneggiato pesantemente nella caduta e la sua lettura potrebbe richiedere molto tempo.

Se l'aereo è precipitato veramente nel giro di pochi secondi, l'equipaggio potrebbe non aver fatto in tempo a reagire all'emergenza.

Nessun allarme dai piloti
Per ora, comunque, è stabilito che prima della catastrofe i piloti non si sono messi in contatto con i servizi a terra, in quanto a bordo non si era verificato alcun problema. Se avessero voluto trasmettere un allarme, non vi era comunque bisogno di comunicare alla torre di controllo: era sufficiente, ha spiegato Kommersant, premere il pulsante che trasmette il segnale di pericolo in codice, ma non vi è stato tempo di fare neppure questo.

Il capo dell'ente federale per l'aviazione civile russa, Aleksandr Neradko, ha detto ieri che per le prime conclusioni sulle cause del disastro in Sinai bisognerà aspettare qualche mese. Secondo Kommersant, tali dichiarazioni sono una prova indiretta che i registratori di bordo si sono rivelati inutili.


5 novembre 2015

Circa 20mila turisti britannici sono bloccati a Sharm el-Sheikh, sul Mar Rosso, dopo che il governo di Londra ha bloccato tutti i voli perché convinto che il jet russo precipitato sabato nella penisola del Sinai sia stato abbattuto da una bomba. Le compagnie aeree EasyJet, Thompson Airways, Thomas Cook e British Airways (BA) hanno cancellato nella notte tutti i voli da e per la città egiziana, molto popolare tra i turisti britannici. Anche Lufthansa ha annunciato lo stesso provvedimento.

LEGGI ANCHE: Sinai, una bomba sull'aereo e i sospetti su Ibrahim Al-Asiri

EasyJet ha cancellato anche il volo da Milano (i 180 passeggeri sarebbero dovuti rientrare stasera a Malpensa). Russia e Egitto hanno liquidato come "speculazioni" l'ipotesi che sia stata un ordigno esplosivo a causare lo schianto. Intanto però il governo britannico mette a punto i dettagli dell'operazione per riportare a casa le migliaia di turisti britannici bloccate. Due mastodontici aerei da trasporto C-17 della Royal Air Force (Raf) sono pronti a decollare dalla base di Brize Norton vicino Oxford per andare a Sharm el Sheik a recuperare i turisti. Londra ritiene che già domani i voli possano decollare. Il premier britannico, David Cameron, ha detto chiaramente ritiene "probabile" che l'aereo russo sia stato abbattuto da una bomba.

In una dichiarazione dalla sua residenza ufficiale di Downing Street, Cameron ha spiegato che non c'è alcuna "certezza" che si sia trattato di un artefatto esplosivo, ma che sembra sempre "più probabile" che lo fosse. Poche ore rima lo stesso ministro degli esteri, Philip Hammond, aveva rilevato che c'era "una possibilità significativa"" che il disastro possa esser stato causato da un ordigno esplosivo. Il premier ha aggiunto che telefonerà al presidente Vladimir Putin per spiegargli i suoi sospetti. Anche perché Mosca si è già mostrata molto irritata. Per il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, la posizione britannica è basata su "informazioni non verificate" e invece l'inchiesta ha bisogno ancora di tempo.

L'ombra del terrorismo

Sul disastro aereo nei cieli del Sinai si allunga sempre di più l'ombra del terrorismo. A far esplodere l'aereo russo sarebbe stata una bomba piazzata dentro una valigia o un bagaglio a mano, secondo una fonte dei servizi d'intelligence statunitensi citata da Cnn, che ne attribuisce la responsabilità all'Isis o a qualche gruppo affiliato ad esso, ma precisa che su questa ipotesi non c'e' ancora una conclusione formale.

E la Gran Bretagna, seguita poco dopo anche dall'Irlanda, ha deciso di sospendere tutti i suoi voli sulla penisola egiziana, condividendo il timore che sia stato "un ordigno" a causare la sciagura. Lo stop riguarda i voli in arrivo e in partenza da Sharm el-Sheik, la popolare località turistica sul Mar Rosso da cui era decollato l'Airbus russo precipitato sabato con 224 persone a bordo.

più probabile che sia stata una bomba" piuttosto che no a causare il disastro dell'Airbus russo, ha dichiarato alla BBC il premier britannico, David Cameron, difendendo come una necessaria precauzione di sicurezza la decisione di fermare tutti i volti britannici da e per Sharm el Sheikh. Cameron ha avvertito che passerà un certo tempo prima che la misura possa rientrare. Ho "tutta la comprensione", ha detto, per le preoccupazioni dell'Egitto (dove si teme che l'allarme terrorismo colpisca di nuovo il vitale flusso turistico verso il Mar Rosso), ma ha notato che "la sicurezza dei cittadini britannici viene prima". Ha inoltre invitato le autorità egiziane - sulla base delle prime verifiche già condotte in loco da esperti britannici - a rafforzare i controlli allo scalo di Sharm. La questione, secondo la Bbc, non potrà non essere affrontata nell'ormai imminente incontro a Londra fra lo stesso premier e il presidente egiziano, Abedel Fattah al Sisi.

La parte russa ha intanto ricevuto i primi dati della lettura delle scatole nere dell'A321 precipitato in Egitto. Lo ha reso noto il ministro dei Trasporti russo Maksim Sokolov, citato dalle agenzie, ricordando che la decodifica delle scatole nere è iniziata ieri al Cairo. Il premier britannico, David Cameron, chiamerà il presidente russo, Vladimir Putin, per spiegargli i motivi dei timori di Londra.

Motore esploso

Intanto una "fonte della commissione investigativa" citata dal portale egiziano Al-Masry Al-Youm sostiene che a causare la distruzione dell'aereo - avvenuta probabilmente in aria, secondo gli esperti russi - sia stata l'esplosione di un motore. Non è però ancora chiaro, spiega la stessa fonte, se questa esplosione sia da imputare a una bomba o a un guasto. Altri periti, citati questa volta da LifeNews, riferiscono che sui corpi dei passeggeri che erano seduti vicino alla coda sarebbero stati riscontrati "traumi esplosivi con ustioni multiple".

I dubbi

I dubbi però permangono visto che finora, secondo l'agenzia Ria Novosti, non sono state trovate tracce di esplosivo sui frammenti dell'aereo. Anche se le ricerche continuano. Una fonte "ben informata" aveva dichiarato che "nelle registrazioni" prima "della sparizione dell'aereo dagli schermi dei radar" si sentono "suoni non consueti per un volo normale". Ma a mettere in dubbio queste affermazioni è i il governo del Cairo, secondo cui il Cvr (Cockpit Voice Recorder) la scatola nera che registra le voci in cabina di pilotaggio, "è in parte danneggiato e ci vorrà molto lavoro per estrarne i dati". Gli analisti per ora avanzano le più diverse congetture, che vanno dal guasto alla bomba nascosta nella stiva, dal cedimento strutturale all'esplosione di un motore o di un serbatoio di carburante.

"L'ipotesi dell'ordigno esplosivo a bordo dell'aereo russo non è basata sui fatti, in quanto l'equipe degli investigatori non ha ancora delle prove o dei dati certi che possano confermare tale ipotesi" ha inoltre dichiarato Hossam Kamal, ministro dell'Aviazione civile egiziana, che ha aggiunto che le misure di sicurezza negli aeroporti egiziani rispettano gli standard internazionali.

Rassicurazioni da Alitalia

Ma il presidente egiziano, Abdul Fattah al-Sisi, continua a mostrarsi scettico sui crescenti sospetti di una matrice terroristica e bolla come "illazioni infondate" le ipotesi in tal senso. La Casa Bianca ha precisato ieri sera che un avviso della Federal Aviation Administration (Faa) all'aviazione civile su "rischi potenziali" di estremismo nel Sinai era già in atto mesi prima della sciagura. Mentre da parte sua l'Alitalia assicura che "nessuna sua rotta transita sopra il deserto del Sinai o altre zone di guerra". 

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4 novembre 2015

Se da un lato il presidente egiziano Abdul Fattah al-Sisi continua a dichiararsi scettico riguardo l'eventuale matrice terroristica dell'Airbus russo schiantatosi nel Sinai con la morte di 224 passeggeri, dall'altro l'Isis insiste nell'attribuirsi la responsabilità del disastro con un messaggio audio postato on-line. "Non abbiamo alcun obbligo di spiegare come l'aereo sia caduto", afferma una voce registrata: "ispezionate pure la carcassa, analizzate le scatole nere, e comunicateci i risultati delle vostre indagini. Noi renderemo note le modalità dell'accaduto in un momento di nostra scelta". Secondo i terroristi, l'attentato sarebbe poi stato fatto appositamente coincidere con il primo anniversario del giuramento di fedeltà al Califfato da parte della sedicente "Provincia del Sinai", formazione salafita egiziana attiva in zona.

Estesa l'area di ricerca
Mentre si cerca di chiarire la dinamica dell'accaduto, soprattutto con l'analisi delle "scatole nere", le squadre di soccorso russe hanno deciso di estendere fino a 40 chilometri quadrati (10 in più che in precedenza) il perimetro di ricerca dei resti dello schianto: lo ha ufficialmente comunicato ai media russi il ministro di Mosca per le Situazioni di emergenza, Vladimir Puchkov. Sempre secondo il ministro russo, le operazioni di ricerca potranno proseguire fino a domani.

Il primo video
Già sabato, il giorno del disastro, sedicenti affiliati dell'Isis avevano rivendicato la tragedia con un comunicato e con un video in cui sostenevano di aver abbattuto l'aereo "in risposta alle incursioni dei jet russi che hanno ucciso centinaia di musulmani in terra siriana". Il video, apparso su internet, sarebbe stato però solo una mistificazione secondo quanto sostenuto due giorni dopo da fonti ufficiali della Kogalymavia, la compagnia a cui apparteneva l'aereo precipitato: "i fotogrammi apparsi su internet pensiamo siano falsi", aveva detto un responsabile. 

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3 novembre 2015

Secondo il portale internet Al-Masri Al-Youm, ripreso anche dalla Tass, alcune fonti della commissione internazionale che sta analizzando le scatole nere avrebbero parlato di "un guasto dentro l'aereo che ha portato a un danneggiamento della parte destra dalla coda". Se così fosse, verrebbe quindi esclusa l'ipotesi dell'attentato come causa della sciagura aerea avvenuta sabato scorso nel Sinai, con la morte di 224 passeggeri.

Quelle immagini dal satellite
Secondo quanto riferito dall'emittente televisiva Cnn citando come fonte un funzionario governativo, un satellite americano - dotato di telecamere a raggi infrarossi e in orbita sulla verticale della penisola egiziana del Sinai, ha "rilevato un lampo di calore" nell'esatto momento in cui l'Airbus A321 della russa Metrojet è precipitato, causando la morte dei 224 passeggeri a bordo.

Dal momento che la ripresa satellitare schiaccia ogni prospettiva per effetto della rilevante altezza, non è ancora chiaro se il "lampo" abbia avuto luogo a mezz'aria, alimentando così l'ipotesi dell'esplosione di una bomba a bordo o di un problema a un motoreche avrebbe preso fuoco, oppure sul terreno: ipotesi quest'utlima che alimenterebbe la teoria - sinora però poco considerata - che il veivolo sia stato abbattuto da un missile lanciato da terra. "Il numero dei lampi è determinante", ha spiegato l'esperto di aviazione Miles O'Brien interpellato sempre dalla Cnn a commento della notizia: "se nella ripresa ne compare solo uno, è probabile l'ipotesi di un'esplosione a bordo".

Un ponte aereo per le salme
Intanto, mentre i tecnici cercano di chiarire la dinamica degli eventi, il secondo volo del ministero delle Emergenze russo con a bordo gli effetti personali e i resti delle vittime del disastro aereo di sabato in Sinai è arrivato questa mattina prima dell'alba all'aeroporto Pulkovo di San Pietroburgo. Il primo IL-76, con 144 corpi dei 224 passeggeri dell'A321 precipitato, era invece arrivato ieri mattina dall'Egitto. Le autorità russe hanno annunciato che aerei dal Cairo a Pietroburgo partiranno ogni giorno fino al completo rimpatrio dei resti. 

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2 novembre 2015

IL PUNTO - Un'esplosione avvenuta all'interno, come quella di una bomba, sembra essere la più probabile causa del disastro dell'Airbus A321-200 della compagnia russa Metrojet, precipitato sul Sinai in Egitto sabato 31 ottobre.

Questa al momento l'opinione prevalente tra esperti di aviazione e sicurezza del volo, compresi quelli riuniti a Miami, nell'International Air Safety Summit (Iass 2015) organizzato dalla Flight Safety Foundation.

"C'è molta prudenza nell'esprimersi sulle cause del disastro dell'Airbus A321-200 perché un'esplosione in volo dovuta a problemi tecnici è un evento altamente improbabile", osserva da Miami il direttore centrale del coordinamento degli aeroporti dell'Ente Nazionale per l'Aviazione Civile (Enac), Giuseppe Daniele Carrabba.

"Anche una decompressione esplosiva dovuta ad un cedimento strutturale non porta comunque alla distruzione immediata dell'aereo", ha aggiunto.

Un'esplosione all'interno
Tra le ipotesi più fondate c'è invece quella di "un'esplosione avvenuta all'interno".

Una posizione condivisa da un altro esperto di sicurezza del volo, secondo il quale "ad eccezione di una bomba a bordo, non ci sono altre cause note per cui un aereo possa spaccarsi in due in volo".

Come a Lockerbie
Dagli anni '80 l'unico aereo ad essersi spezzato in volo è stato il Boeing 747 della Pan Am diretto da Londra a New York, esploso il 21 dicembre 1988 sulla cittadina scozzese di Lockerbie per la detonazione di un ordigno al plastico.

Da allora è stata adottata la regola secondo cui nessun bagaglio puoò salire a bordo senza il passeggero che lo accompagna. Al momento si può parlare solo di ipotesi e probabilità, "ma certamente - ha rilevato - nessun aereo può spaccarsi in volo per un problema tecnico". Non è successo nemmeno nei casi più gravi, come quello del Dc10 della United Airlines che nel 1989 è precipitato a Sioux City dopo un guasto al motore di coda.

E nel 1985 il Boeing 747 della Japan Airlines è rimasto in volo ancora per 40 minuti dopo la decompressione esplosiva dovuta allo squarcio della paratia posteriore.

Sulla stessa linea i commenti dei forum online di piloti e professionisti dell'aviazione, per i quali la caduta dell'Airbus A321 potrebbe essere avvenuta rapidamente e con decompressione.

Tuttavia i primi elementi utili per avvalorare l'ipotesi di una bomba potranno venire innanzitutto dall'analisi della disposizione dei rottami: nel caso di un'esplosione in volo questi vengono distribuiti su un'area molto estesa (nel caso di Lockerbie occupavano una zona di oltre cento chilometri). La risposta definitiva arriverà infine dalla lettura delle scatole nere, già ritrovate dagli esperti al lavoro nell'area in cui sono disseminati i rottami dell'Airbus A321 russo.

live blogging

Ore 17:20 - Sono state effettuate a San Pietroburgo le prime quattro identificazioni delle vittime della sciagura aerea avvenuta sabato nel Sinai. Lo riferisce il ministero delle Situazioni di emergenza russo.

Ore 15:50 - Per il momento, non ci sono "prove dirette" che sia stato stato un atto terroristico a far precipitare l'aereo della compagnia russa Metrojet, schiantatosi sabato sulla penisola del Sinai, in Egitto: lo ha affermato il direttore della Cia, James Clapper. Intervenendo a un summit sulla difesa a Washington, Clapper ha sottolineato che è "improbabile" che l'Isis abbia la capacita' di eseguire un attacco di quel tipo, ma ha aggiunto di non poter escludere questa possibilita'.

Cosa si dice sui Forum di piloti
Probabilmente è stata una caduta molto rapida, e con decompressione, quella dell'Airbus russo A321-200 precipitato sul Sinai il 31 ottobre.

Mentre l'aereo della compagnia russa Metojet precipitava tutti i passeggeri erano ancora legati ai seggiolini con le cinture di sicurezza.

È quanto emerge dai commenti che in queste ore si stanno scambiando nei forum online piloti e professionisti dell'aviazione.

Dalle prime immagini dei rottami, si legge nei forum, emerge che la sezione di coda del velivolo è molto distante dal resto del relitto e appare gravemente danneggiata.

Circolano anche i commenti sui primissimi dati delle scatole nere, dai quali emergerebbe che dall'Airbus non è partita nessuna segnalazione di emergenza e che in meno di 20 secondi l'aereo ha interrotto la salita, a circa 31.000 piedi di quota, scendendo a 28.000.

Più elementi portano a pensare che la caduta sia avvenuta molto rapidamente e con decompressione. La cabina di pilotaggio, che nelle immagini dei rottami appare capovolta, potrebbe far pensare addirittura a un volo invertito.

Nessuno si sbilancia al momento sulle cause e c'è chi si riferisce ai problemi tecnici del velivolo.

In molti rilevano, ad esempio, che l'Airbus della Metrojet era del 1997 e aveva oltre 50.000 ore di volo.

Ma soprattutto che aveva avuto recentemente un problema di "tailstrike", ossia la coda aveva toccato terra durante un decollo o un atterraggio, dopo il quale sarebbe tornato in servizio a distanza di tre mesi.

IL PUNTO - Ore 15:00 - Nelle indagini sull'aereo della low cost russa schiantatosi sabato nella penisola del Sinai prende corpo l'ipotesi di un attentato. In particolare è sempre più accreditata l'ipotesi di una bomba a esplosa a bordo.

Il quotidiano egiziano Ahram, considerato vicino al governo, cita un funzionario dell'autorità che vigila sull'aviazione civile russa, che si sarebbe dichiarato certo che l'aereo sia esploso in volo e che i frammenti siano distribuiti su un'area molto vasta.

Il Cremlino ha ammesso che in questa fase "non si può escludere" nessuna possibilità e fonti egiziane hanno riferito che dall'esame preliminare della scatola nera è emerso che il pilota non aveva lanciato alcun allarme e che l'Airbus 321 non è stato colpito da un corpo esterno, escludendo quindi l'abbattimento da parte di un missile.

Escluso l'errore umano
La compagnia Metrojet, da parte sua, ha escluso l'errore umano e l'avaria, visto che è ormai acclarato che l'aereo si è spezzato in volo, e ha indicato come "unica motivazione coerente un impatto meccanico sull'aeromobile".

Sicuro l'aeroporto?
Affermazioni giudicate peraltro "premature" dall'ente federale russo per l'aviazione civile, Rosaviatsia.

Fonti russe hanno indicato che dietro questa strage potrebbe esserci "una falla al sistema di sicurezza dell'aeroporto di Sharm-el-Sheikh" che avrebbe permesso di introdurre una esplosivo sull'aereo.

Il quotidiano russo Kommersant nota che il disastro è simile alla strage di Lockerbie del 1988, esploso in volo per una bomba al plastico piazzata dagli 007 libici in una valigia caricata in stiva. "Non si può escludere nessuna ipotesi", ha spiegato il portavoce del presidente, Vladimir Putin, Dmitri Peskov.

Aereo tecnicamente adeguato
Il vice direttore generale della Metrojet, Alexander Smirnov, ha assicurato che l'aereo era stato riparato adeguatamente dopo il colpo subito alla coda ed era "in condizioni eccellenti".

Improbabile il missile
"Escludiamo un problema tecnico o qualsiasi errore da parte dell'equipaggio, nessuna congiunzione di avarie può spiegare il fatto che l'aereo si disintegri in aria", ha aggiunto. Sembra peraltro improbabile l'abbattimento da parte di un missile. In Russia qualcuno ha fatto notare che Mosca nel 2008 aveva venduto batterie di missili S-125 sia alla Siria, che all'Egitto e alla Libia di Muammar Gheddafi e proprio da arsenali libici potrebbero essere state trafugate.

Ma se fosse stato usato un S-125 (la cui gittata può superare la quota di 9.400 metri a cui volava l'Airbus russo), allora i miliziani dovrebbero contare anche su operatori molto esperti perché per usare una tale arma non bastano rampa e carburante, ma serve un sistema radar di tiro.

Intanto stamane, un aereo Il-76 con i primi corpi delle vittime è atterrato all'aeroporto di San Pietroburgo e sono subiti iniziate le procedure di identificazione. Il prossimo volo con altre vittime dovrebbe arrivare già stasera. 

Ore 12:08 - Secondo Reuters l'aereo russo precipitato in Sinai non sarebbe stato colpito dall'esterno e il pilota non avrebbe lanciato nessuna richiesta di soccorso prima di scomparire dai radar. 

Lo ha reso noto una fonte del gruppo che sta analizzando la scatola nera del velivolo.

Ore 11:50 - L'equipaggio dell'Airbus "probabilmente nel momento dell'inizio della situazione catastrofica ha perso completamente" il controllo dell'aereo e "può essere questa la spiegazione del fatto che non c'è stato nessun tentativo di stabilire un contatto e informare della situazione di emergenza a bordo". Lo sostiene Viktor Yung, vice ad della Metrojet, la compagnia a cui apparteneva l'aereo in una conferenza stampa a Mosca. La compagnia esclude sia il guasto tecnico, che l'errore umano.

Ore 11:00 - Ora anche i russi sostengono apertamente l'ipotesi dell'attentato come causa del disastro aereo dell'Airbus della Metrojet, precipitato sabato 31 ottobre sul Sinai, nel quale sono morte 224 persone.

La conferma più rilevante del fatto che le indagini si stiano orientando verso un'azione terroristica è arrivata questa mattina dal direttore generale della compagnia, che - come riporta la Bbc ha detto: "L'unica spiegazione ragionevole è che la causa sia un'attività esterna".

Un portavoce del Cremlino, del resto, ha detto al corrispondente della Bbc che il terrorismo non può essere escluso come causa dell'incidente.

Le indagini dovrebbero comunque dare presto una risposta ai vari dubbi, perché le scatole nere dell'aereo sono "in buone condizioni", almeno secono il ministro delle Situazioni di emergenza russo, Vladimir Puchkov.

Lockerbie
Del resto, già da alcune ore in Russia si parla di terrorismo. Il disastro del Sinai, secondo il quotidiano russo Kommersant, può essere paragonato alla strage di Lockerbie del 1988, quando un Boeing 747 della Pan Am esplose in volo per una bomba e precipitò, causando 270 morti.

Kommersant, cita una "fonte vicina vicina alle indagini". A tre anni dalla strage di Lockerbie si scoprì che l'ordigno che aveva causato l'esplosione dell'aereo in volo era stato piazzato da un terrorista libico.

L'esplosivo al plastico era all'interno di una valigia nel vano bagagli. Domenica, il direttore del Comitato interstatale dell'aviazione russa, Viktor Sorochenko, ha detto che l'Airbus A321 "si è spezzato in volo".

Il fatto che per ora non sia stato confermato il lancio di un Sos da parte del pilota, fa pensare all'esplosione improvvisa. La fonte di Kommersant ha spiegato che un'esplosione localizzata nello scomparto dei bagagli non provocherebbe la distruzione dell'aereo, ma genererebbe una cosiddetta 'decompressione esplosiva' della cabina, dovuta al brusco calo della pressione.

Il giornale comunque riporta anche altre possibili cause della strage, sempre citando esperti in forma anonima. Tra queste, un guasto al motore o falle nel telaio della fusoliera. Secondo gli interlocutori di Kommersant, "per gli esperti egiziani e russi non sarà facile stabilire le cause esatte del disastro". Per ora si aspettano gli esami delle scatole nere ma per un'analisi completa bisognerà raccogliere tutti i detriti dell'Airbus e ricostruirlo in hangar.

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31 ottobre 2015

Tutte morte le 224 persone a bordo di un aereo civile russo schiantatosi stamattina sulle montagne del Sinai meno di mezzora dopo il decollo.

L'aereo, un A-321 della piccola compagnia siberiana Metrojet, era decollato in mattinata da Sharm el-Sheikh ed era diretto a San Pietroburgo carico di turisti russi di ritorno da una vacanza sulle sponde del Mar Rosso.

- LEGGI ANCHE: Le 4 ipotesi in campo

L'Isis rivendica
L'Airbus è precipitato nella zona di Hasana, dove l'esercito egiziano sta combattendo dei jihadisti affiliati all'Isis, e gli estremisti hanno rivendicato la tragedia con un comunicato e con un video in cui sostengono di aver abbattuto l'aereo "in risposta alle incursioni dei jet russi che hanno ucciso centinaia di musulmani in terra siriana".

Smentite
Sia le autorità di Mosca sia quelle del Cairo smentiscono pero' categoricamente questa ipotesi, bollata come "inattendibile" dal ministro dei Trasporti russo Maksim Sokolov.

Un guasto tecnico
E secondo fonti della sicurezza egiziana sentite dall'ANSA, all'origine del disastro ci sarebbe "un guasto tecnico" e sarebbe quindi da escludere "un atto terroristico".

Anche per il ministero dell'Aviazione civile egiziano è impossibile che l'Airbus sia stato abbattuto da un missile perché nel momento in cui è scomparso dai radar viaggiava a quota 9.450 metri: un'altezza troppo elevata per i razzi a spalla di cui si sa che i miliziani del Sinai sono in possesso.

In ogni caso, per motivi di sicurezza Lufthansa, Air France e Emirates hanno deciso di sospendere i loro voli sulla penisola.

Si sono intanto ormai spente le speranze di trovare dei sopravvissuti al disastro aereo. Stamattina dei soccorritori avevano dichiarato di aver "sentito delle voci dall'interno dell'aereo che chiedevano aiuto", ma sia le autorità del Cairo sia l'ambasciata russa in Egitto escludono che qualcuno dei 217 passeggeri e dei sette membri dell'equipaggio che erano a bordo dell'A-321 sia rimasto vivo.

E tra le probabili vittime dello schianto ci sarebbero - secondo il Comune di San Pietroburgo - almeno 27 tra bambini e ragazzini, e non 17 come affermato prima dalle autorità egiziane.

Le operazioni di recupero dei corpi
Chi ha partecipato alle operazioni di recupero dei corpi tra i rottami dell'Airbus - in una zona a cui l'accesso è rigidamente controllato dall'esercito - ha riferito di "una scena tragica" con l'aereo spaccato in due e cadaveri dappertutto, alcuni dei quali ancora legati al sedile con la cintura di sicurezza. Poco dopo le prime notizie sullo schianto, alcuni media avevano annunciato che l'A-321 aveva "contattato i controllori del traffico aereo turco".

I corpi di oltre 140 delle vittime del disastro aereo in Sinai sono rientrati in Russia. Un aereo da trasporto russo è atterrato oggi a San Pietroburgo con i resti della maggior parte delle vittime. Mosca ha fatto sapere che pagherà un risarcimento alle famiglie ed aiuterà ad organizzare i funerali.

Una fonte dello scalo di Sharm el-Sheikh denuncia che i piloti lamentavano da alcuni giorni dei problemi di avviamento a uno dei motori dell'aereo, che volava da ormai piu' di 18 anni. Mentre stando ad un membro dell'ente aeronautico egiziano, poco prima della tragedia il comandante aveva chiesto un atterraggio di emergenza sulla pista più vicina.

Quest'ultima notizia è stata però smentita in serata dalle autorità egiziane, che hanno dichiarato di non aver ricevuto alcuna richiesta di soccorso dall'aereo russo. Putin ha intanto ordinato di indagare sulla tragedia e ha proclamato per domani una giornata di lutto nazionale, mentre il Comitato investigativo russo ha aperto un'inchiesta per "violazione delle norme di sicurezza dei voli" contro la Metrojet.

La polizia russa ha già perquisito la sede di Mosca della compagnia siberiana, che dal 2012 opera con il marchio Metrojet. Ad aiutare a far luce sulla sciagura potrebbero essere le scatole nere dell'aereo, che sono state entrambe ritrovate. (ANSA

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PA/DMITRY LOVETSKY
Un prete ortodosso accoglie un aereo con alcune bare dei passeggeri morti nell'esplosione dell'Airbus Metrojet sul Sinai il 31 ottobre 2015, San Pietroburgo 5 novembre 2015

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Redazione