Il Sudafrica odia Zuma, ma voterà per la riconferma
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Il Sudafrica odia Zuma, ma voterà per la riconferma

È un Sudafrica deluso e orfano di Nelson Mandela (scomparso lo scorso dicembre) quello che andrà alle urne il 7 maggio, per le elezioni generali

Probabile la riconferma del presidente uscente, Jacob Zuma, aspramente criticato da base e vertici del suo partito, l’African national congress. Indagato per corruzione, accusato di tradimento dei valori di Mandela, è l’uomo più odiato della nazione arcobaleno, ma da abile politico ha annientato ogni tentativo di disarcionamento dentro e fuori l’Anc. Contro di lui si sono espressi anche due premi Nobel: la scrittrice Nadine Gordimer e l’arcivescovo Desmond Tutu. Ma i sondaggi danno l’Anc al 65,5 per cento, mentre nei mesi scorsi si parlava di un crollo al di sotto del 60 per cento. Il primo partito di opposizione, Democratic alliance, è dato al 23 per cento. Preoccupa il quasi certo ingresso in parlamento del giovane socialista Julius Malema, che promette di nazionalizzare tutto.

"L’Anc ha buone storie da raccontare?" è il titolo del sudafricano Daily Maverick, che smonta i progressi proclamati da Zuma su "disoccupazione in calo, assegnazione di case pubbliche ai baraccati delle township, servizi idrici, elettricità e istruzione". Il Sunday Times, il più importante settimanale del Sudafrica, ha posto l’accento sul tema più dibattuto: i giovani e la mancanza di speranza per il loro futuro. "Solo un terzo degli aventi diritto al voto della cosiddetta “born-free generation” (nati dopo la fine dell’apartheid, ndr) andranno alle urne. Sono giovani, arrabbiati e neri". E rappresentano quella fetta della popolazione per la quale urgono migliori scuole e migliori politiche del lavoro.

Il parere di Eusebius McKaiser commentatore politico sudafricano.

Ci vuole maggiore attivismo, perché il cammino iniziato da Nelson Mandela non è concluso. Purtroppo molti neri ancora non sono consapevoli del loro diritto a raggiungere obiettivi importanti. Non è solo mancanza di opportunità, è un atteggiamento psicologico. È necessario iniziare a scrivere la nostra storia. I giovani bianchi, invece, dovrebbero riconoscere che continuano a godere di antichi privilegi. Tutti dobbiamo fare ammenda e tagliare con un passato ancora pesante. Il voto potrebbe essere un’occasione. Anche se difficilmente sarà un momento di vera svolta politica.

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