Elezioni in Sierra Leone: si candidano un golpista e un ribelle sanguinario
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Elezioni in Sierra Leone: si candidano un golpista e un ribelle sanguinario

CHE COSA È SUCCESSO
Il 17 novembre si vota per eleggere il presidente in Sierra Leone. È la terza volta dopo la fine della guerra civile, nel 2002, che ha insanguinato il paese per 10 anni. Il presidente uscente Ernest Bai Koroma, membro dell’All people congress (Apc), cerca il secondo mandato dopo avere battuto 5 anni fa il Sierra Leone peoples party (Slpp). A contendersi la presidenza ci sono otto candidati. Fra questi anche Eldred Collina, ex portavoce del gruppo ribelle Revolutionary united front (Ruf), responsabile di inaudite violenze, divenuto poi uno dei 10 partiti in lizza per i 124 seggi in parlamento. Il principale antagonista di Koroma è Julius Maada Bio (Slpp), ex militare protagonista di un golpe nel 1997. Gode del sostegno dei giovani e ha promesso di rivedere alcuni controversi accordi minerari, attaccando Koroma sulla corruzione. A fine ottobre ci sono stati scontri nel distretto dei diamanti. Per evitare ulteriore caos, la sicurezza è stata rafforzata e 15 mila poliziotti vigileranno sul voto.

CHE COSA HANNO SCRITTO
"La politica della Sierra Leone continua a rimanere fortemente divisa tra nord e sud, Apc e Slpp, ma questo non è diverso da ciò che accade in molte democrazie mature, come gli Usa" ha scritto Peter Penfold, ex alto commissario britannico in Sierra Leone sul blog African arguments. "Il punto è che in Africa il vincitore prende letteralmente tutto: posizioni di potere e affari. E il perdente finisce nell’oblio. Chiunque vinca deve porre fine a questa pratica. La disoccupazione giovanile è al 60 per cento e sono proprio i giovani disillusi che hanno alimentato la ribellione in passato". Il quotidiano locale Cokorioko attacca: "L’ex generale Maada Bio sbandiera le sue credenziali democratiche sostenendo di avere ceduto il potere a un governo eletto nel 1996. Ma deve smetterla di mentire perché fu forzato a lasciare il potere". Cokorioko accusa Bio di complicità nella tortura e uccisione di 29 persone durante il conflitto.

CHE COSA SUCCEDERÀ?
Le ricchezze della Sierra Leone sono un grosso fattore di instabilità. Il presidente uscente ha di fatto svenduto il paese alle società straniere a caccia di diamanti, petrolio, oro, rutilio. Gli abitanti della Sierra Leone hanno l’impressione di non controllare più le loro risorse. Bai Koroma ha tuttavia buone probabilità di essere riconfermato, anche perché nessuno ha interesse a fare precipitare di nuovo il paese nel caos. La Sierra Leone ha avuto un ruolo importante nel riscatto dell’Africa dalla schiavitù, ma purtroppo non vedo le condizioni per completare questo riscatto.

Il parere di padre Giulio Albanese
missionario comboniano, direttore del mensile "Popoli e Missioni"

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