E adesso cosa succederà in Egitto?
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E adesso cosa succederà in Egitto?

Piazza Tahrir festeggia il golpe dei militari con i fuochi d'artificio, ma il caos non è affatto risolto e le cancellerie occidentali esprimono preoccupazione - le immagini da Piazza Tahrir - chi è il generale Sisi

Finora non si era mai visto un golpe festeggiato in piazza con tanto di cori e fuochi d'artificio. Ma è successo in Egitto, dove in milioni hanno celebrato la fine della breve epoca del primo presidente egiziano, eletto democraticamente e destituito dall'esercito.

Un colpo di Stato soft resta pur sempre un colpo di Stato e quando il generale al-Sisi parla nella dichiarazione ufficiale che sancisce la fine della presidenza di Mohammed Morsi le cancellerie di mezzo mondo cominciano a esprimere i loro dubbi e le loro preoccupazioni.

Costituzione sospesa e il presidente sostituito dal giudice che guida la Corte costituzionale. Il governo ad interim egiziano - spiegano i militari - dovrà traghettare il Paese verso nuove elezioni. Ma, almeno per ora, all'orizzonte non si intravede alcuna data. 

Così, da Bruxelles arriva l'appello di Catherine Ashton affinché vengano rispettati i diritti umani e da Washington un perplesso Barack Obama non nomina mai la parola "golpe" durante il suo lungo discorso sull'Egitto, ma la sottende dietro ogni frase.

Per il presidente americano solo il popolo d'Egitto alla fine potrà determinare il futuro del Paese. Il Capo della Casa Bianca aggiunge di essere "profondamente preoccupato" dalla decisione dei militari egiziani di rimuovere Morsi e sospendere la Costituzione e chiede tempi rapidi per tornare alle buone pratiche democratiche.

E in molti ricordano che gli Stati Uniti hanno sempre tagliato i fondi ai Paesi dove si verifica un golpe, e probabilmente anche gli aiuti all'Egitto verranno congelati in attesa di nuovi sviluppi. Mentre dalla Siria arriva a sorpresa anche il commento di Bashar al-Assad.

Il raìs, impegnato sul fronte domestico contro i ribelli in una delle guerre più sanguinarie che la Siria abbia mai vissuto, ha espresso la sua contentezza per la destituzione di Morsi, felice che sia stato inferto un colpo mortale ai Fratelli musulmani. Paradossi mediorientali.

La domanda adesso è: cosa succederà in Egitto? Difficile trovare una risposta soddisfacente. Quello che è sotto gli occhi di tutti è che i milioni di persone che festeggiano in piazza la fine di Mohammed Morsi e il golpe dei militari, due anni fa celebravano nello stesso modo la fine di Hosni Mubarak, e poco dopo (un anno fa) la fine del generale Tantawi e del governo militare. Insomma, i tanti volti di piazza Tahrir che oggi festeggiano l'intervento dei carri armati, ieri festeggiavano nello stesso modo la loro uscita di scena.

Per parte sua, l'ex presidente ha invitato i suoi fedelissimi alla "resistenza pacifica", ma già nei giorni scorsi i Fratelli musulmani durante gli scontri con i manifestanti anti-Morsi hanno risposto con violenza aprendo il fuoco. Lo faranno ancora?

Non è così scontato che restino con le mani in mano e non dimentichiamoci che il primo presidente d'Egitto eletto democraticamente ha ottenuto quasi il 52% dei consensi, proprio dal fronte islamico che dopo anni di vita nell'ombra e di divieti è riuscito a raggiungere il vertice del potere. Difficilmente se ne allontanerà senza battere ciglio.

Cosa faranno adesso i Fratelli musulmani? Quanto tempo passerà prima di conoscere la data delle prossime elezioni? Come influirà il caos egiziano sugli equilibri dell'intera area? La sconfitta per mano di piazza e militari del presidente egiziano può verificarsi in altri Paesi, come la Turchia che pure ha un governo a guida islamica, con un partito (AKP - il partito Giustizia e Sviluppo) che ha rappresentato sin dall'inizio la stella polare di Mohammed Morsi per mettere in campo (senza successo) le sue politiche?

E ancora: le opposizioni del paese delle Piramidi riusciranno a trovare un leader unico che le rappresenti, per dare alle istanze della piazza contorni meno eterogenei? In Egitto convivono etnie e religioni diverse. Cristiani e musulmani sono su fronti opposti della politica. I primi applaudono i militari, i secondo li temono. Poi ci sono i liberali, gli esponenti del movimento Tamarod (ribellione) ed ElBaradei, premio Nobel e personaggio molto amato in Occidente, ma poco conosciuto in Egitto.

La crisi economica al Cairo si fa sempre più pressante e il Paese ha bisogno di soluzioni immediate, che possano risollevare le sorti egiziane, a cominciare dal lavoro che manca. Ma, per fare questo non ci si può basare su un governo ad interim. E' necessario avere un esecutivo con pieni mandati e una Costituzione che garantisca lo svolgimento della vita democratica.

Al momento piazza Tahrir festeggia il golpe dei militari, che appaiono come i reali vincitori di quest'ultima tornata di proteste. Ma per quanto andrà avanti la luna di miele con i soldati? A giudicare dalle condizioni dell'Egitto molto poco. Ricordiamo tutti come finì col generale Tantawi. Oggi al-Sisi sceglie la strada del presidente della Corte costituzionale al potere per rassicurare il popolo, ma quali sono le reali intenzioni dei militari?

I generali sostengono di essere intervenuti per destituire Morsi solo sulla scia dell'incapacità dei politici di gestire la crisi e che torneranno presto a proteggere la sicurezza nazionale dalle retrovie. Ma, intanto, non è stato deciso quando si tornerà alle urne e il governo ad interim potrebbe avere una durata molto più lunga del previsto.

Il caos in Egitto non è terminato. Per ora le strade festeggiano i loro vincitori, ma non si sa per quanto e, soprattutto, non si sa quale potrà essere la reazione della Fratellanza, che si è stretta compatta attorno a Mohammed Morsi e che non ha alcuna intenzione di mollare la piazza, suo luogo elettivo.

Infine, si sono tornati a vedere anche i sostenitori dell'ultimo Faraone Mubarak. Anche loro erano in piazza col popolo anti-Morsi per chiedere che nel nuovo governo ci siano "persone di esperienza", come a dire: puntiamo tutto sull'usato sicuro. La matassa egiziana è intricata. Difficile scioglierla con qualche fuoco d'artificio e raggi laser.

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Anna Mazzone