Unione bancaria: come cambierà la vigilanza sul credito in Europa
Economia

Unione bancaria: come cambierà la vigilanza sul credito in Europa

Un'authority sovranazionale controllerà gli istituti finanziari del Vecchio Continente. Ma resta da definire come il nuovo organismo si coordinerà con l'Eba e la Banca d'Italia

Una sola autorità di supervisione e controllo, che vigila su tutti i maggiori istituti di credito di Eurolandia. E' uno dei pilastri su cui poggia il progetto per l' Unione Bancaria in Europa, che ha appena ottenuto il via libera dei capi di stato e di governo dell'Ue, riuniti al vertice di Bruxelles .

In futuro, a sorvegliare sulla stabilità e sulla trasparenza del sistema creditizio continentale (con la possibilità di imporre fusioni, acquisizioni e aumenti di capitale), non saranno più  le singole banche centrali di ogni stato (nel nostro paese, per esempio, il compito spetta alla Banca d'Italia). Tutte queste funzioni verranno infatti accentrate presso un unico organismo, forse negli uffici di Francoforte della Bce (la Banca Centrale Europea).

Tuttavia, va ricordato che il processo di unificazione bancaria, che dovrebbe partire già entro la fine del 2012, non sarà proprio semplicissimo, poiché richiede la definizione di alcuni dettagli tecnici. Ecco quali sono gli aspetti più importanti su cui i funzionari di Francoforte e Bruxelles dovranno fare chiarezza.

IL RUOLO DELL'EBA.

Innanzitutto, va ricordato che dal 2011 esiste già un ente sovranazionale che vigila sull'operato delle banche europee. Si tratta dell'Eba (European Banking Authority) che ha sede a Londra ed è guidata dall'italiano Andrea Enria. Quello dell'Eba, però, è soltanto un ruolo di monitoraggio e di coordinamento dell'attività di vigilanza delle singole authority nazionali, per assicurare che l'intero sistema creditizio continentale si muova in un quadro di regole comuni e che le banche europee rispettino determinati requisiti patrimoniali.

La nuova autorità unica di controllo (o di supervisione) dovrebbe svolgere un ruolo più ampio di quello dell'Eba, che rischia dunque di essere ridimensionato. Occorre sottolineare,  però, che l'authority guidata da Enria potrà mantenere comunque una certa importanza anche in futuro, poiché non vigila soltanto sulla zona di Eurolandia ma pure su tutti gli istituti di credito attivi nei paesi dell'Ue esclusi dall'unione bancaria, come la Gran Bretagna.

PICCOLI E GRANDI ISTITUTI

Resta inoltre da capire come la Bce (o la nuova autorità di controllo che nascerà) possano gestire da sole, con le proprie strutture, l'enorme mole di lavoro rappresentata dalla vigilanza diretta sugli istituti di credito, che oggi richiede spesso l'intervento di un nutrito esercito di tecnici e funzionari e l'avvio di procedure complesse come le ispezioni e i commissariamenti delle banche in difficoltà.

E' dunque probabile che, a Francoforte e a Bruxelles, verranno stabiliti più che altro i meccanismi di massima in cui tutte le attività di vigilanza nazionali dovranno agire e che verrà accentrata in Europa soltanto una parte delle funzioni di controllo: quelle sugli istituti di importanza sistemica , cioè le banche di maggiore dimensione, il cui fallimento potrebbe provocare grandi turbolenze sui mercati continentali. Si tratta dei grandi gruppi nazionali come i big del mercato italiano Unicredit e IntesaSanpaolo, ma anche il Monte dei Paschi di Siena, Ubi Banca e il Banco Popolare.

COSA FARANNO LE BANCHE CENTRALI

L'ultimo punto da chiarire, infine, riguarda il ruolo svolto in futuro dalle banche centrali di ogni paese, che rischiano di essere quasi completamente esautorate dei loro poteri. Già nel 1999, con la nascita dell'euro, le singole authority nazionali hanno perso il loro compito principale: quello di stampare moneta. Ora, anche la vigilanza sta per finire a Francoforte o a  Bruxelles, trasformando di fatto la Banca d'Italia in una succursale della Bce.

Va detto, però, che oggi l'authority di Palazzo Koch  mantiene ancora altre funzioni importanti. Oltre alle attività di studio congiunturale sull'economia, per esempio, Bankitalia svolge attività vigilanza contro il riciclaggio di denaro e sugli operatori non bancari: dai mediatori creditizi alle sim fino alle società di gestione del risparmio (controllate anche dalla Consob). E' abbastanza improbabile, al momento, che le autorità europee vogliano farsi carico anche di queste materie.

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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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