Unicredit, la banca che diventa una sit com
Una veduta dell'Unicredit Tower
Economia

Unicredit, la banca che diventa una sit com

L'istituto di credito lancia il primo software che risponde alle domande delle famiglie e le aiuta a gestire il loro budget

A Unicredit si sono inventati la sit com, altro che Carosello! E bisogna ammettere che tra zucche, sketch della Gialappa’s Band, e l’uso sempre più massiccio di registi del cinema (ricordate Federico Fellini, Marco Bellocchio fino a Paolo Sorrentino?) quella della banca diretta da Federico Ghizzoni è una novità: il conto come Camera Cafè.

Chiamatela umanizzazione, almeno così la definiscono a Unicredit, certo è che la “Famiglia Conti” assomiglia un po’ alla famiglia Martini del “Medico in famiglia”, con un software (questo è alla fine il prodotto che Unicredit lancia sul mercato) che fa le veci di nonno Libero, e aiuta la famiglia a gestire il budget familiare.

Possiamo permetterci di comprare il nuovo elettrodomestico? La moglie si può permettere il trattamento anti età?

Ebbene loro, tutta la famiglia s’intende, si mette di fronte allo schermo, come un tempo ci si metteva tutti attorno a un tavolo di fronte a un vecchio calcolatore e il software risponde, almeno nella fiction che si trova on line e che gira sui social network, (ma la banca si dice pronta a trasmettere ampi stralci su canali come Sky tg 24 e Rai 5).

Traccia grafici, istogrammi, entrate, uscite. Ops! Per la borsa della figlia bisogna attendere, così come per i nuovi capricci del fratello. E vuoi la pubblicità che si fa sempre più sofisticata, vuoi per lo studio degli autori della sit com (una mini serie di 10 puntate che è stata realizzata dalla Zodiak Active) che rivendicano apertamente la paternità della “Camera Cafè” di Luca e Paolo e di “Love Bugs”, la mini serie è cosi realista che beh, alla fine si ride.

E pensare che è solo una pubblicità. Così c’è il padre che sogna auto fiammanti con l’alettone, il figlio “Dodo”, nerd che vuole il videogioco (possibilmente con le eroine in minigonna), la figlia “Betta” che è ecologista, ma mai così tanto quando si tratta di andare per saldi. Certo, più che “Billy the budget”, che poi è il vero nome del software, basterebbe la suocera “signora Bot” che rimbrotta il genero mentre chiede lumi al pc sull’acquisto, suo oracolo e portafogli.

La banca fa sapere che è un modo affinchè l’istituto di credito sia «vissuto con calore», di sicuro, questi tentativi a metà tra il servizio ai clienti e la narrazione funzionano, almeno dalle cifre di visualizzazioni che i video del gruppo Unicredit hanno su You Tube e dal numero di follower su Facebook (200 mila fan). E ci hanno preso così gusto che oltre alla sit com, sempre a Unicredit si sono inventi anche un gioco social “Occhio ai conti”. Di sicuro tra signora Bot e vicino di casa che, i geniacci degli autori, hanno chiamato signor Spreda (giocando sul terribile spread), tutta l’economia va in soffitta, anzi sul piccolo schermo.

Povero Bertolt Brecht che se la prendeva con le banche. Magari vedendo la “famiglia Conti” avrebbe cambiato idea... e non si sarebbe perso le puntate.

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Carmelo Caruso