Uber risponde ai tassisti: ecco i veri numeri
ANSA/DANIEL DAL ZENNARO
Economia

Uber risponde ai tassisti: ecco i veri numeri

A New York gli autisti della società americana quadagnano quasi il triplo dei tassisti. E diminuiscono i crimini in città

La guerra tra taxi e Uber, il servizio di noleggio auto con conducente, non infiamma solo Milano. La società americana, già maltollerata in patria, è stata accolta con ostilità in molte capitali europee: a Bruxelles la polizia ha sequestrato due auto di Uber per violazione delle norme sui taxi; a Berlino la magistratura ha imposto agli autisti a tornare alla rimessa dopo ogni servizio; a Parigi, dopo mesi di lotte, una commissione parlamentare ha preso le difese dei tassisti.

Ma Uber è davvero una minaccia? Dopo settimane di chiacchiere, finalmente si può rispondere con un po’ di numeri: a New York, secondo i dati diffusi dalla compagnia , un autista Uber guadagna 90.776 dollari (67 mila euro) all’anno. Sapete quanto guadagna un tassista nella stessa città? In media, 38.357 dollari all’anno (28.170 euro). Meno della metà. Un salario a cui bisogna sottrarre “3.500 dollari al mese (40 mila all’anno) per noleggiare il taxi – nota Uber – secondo un meccanismo che permette alle compagnie di taxi di guadagnare sulla pelle di persone che non hanno altro modo per portare a casa uno stipendio”.

Ai pignoli, che diranno che in Italia il servizio taxi funziona in modo diverso, potranno interessare altri dati: 300 giorni dopo l’introduzione di Uber a Chicago i crimini commessi da tassisti sono diminuiti del 20 per cento; a Seattle, gli arresti per guida in stato di ebbrezza sono calati del 10 per cento. Negli Stati Uniti, l’anno scorso Uber ha creato ricchezza per 2,8 miliardi di dollari (2 miliardi di euro). Con quello che, secondo il ministero dei Trasporti italiano, è “servizio pubblico non autorizzato”.

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Marco Pedersini

Giornalista. Si occupa di esteri. Talvolta di musica. 

Journalist. Based in Milan. Reporting on foreign affairs (and music, too). 

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