Trump presidente, cosa aspettarsi ora dalla Fed
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Economia

Trump presidente, cosa aspettarsi ora dalla Fed

In molti davano per scontato un rialzo a dicembre, ma ora diminuiscono le probabilità di un'ulteriore mossa da parte di Janet Yellen

E ora che Donald Trump si trasferirà alla Casa Bianca, i mercati si chiedono quali saranno le prossime mosse di quella che la stampa anglosassone chiama la donna più potente d’America: non la bellissima moglie e nuova first lady Melania e nemmeno la sfidante Hillary Clinton, ma Janet Yellen, il numero uno della Fed, la banca centrale americana.

E quindi, cosa farà Janet? Molto probabilmente proseguirà in modalità wait-and-see, forse con una maggiore cautela rispetto a quanto mostrato negli scorsi mesi. Anche perché tra gli addetti ai lavori gira voce che potrebbe perdere la poltrona da presidente della Fed (resterà in carica per tutto il 2017) sotto la presidenza Trump, che potrebbe individuare un nome per la sostituzione.

Le prossime settimane saranno essenziali nel determinare le priorità del neo presidente e le sue relazioni con il Congresso: sarà questo il punto di partenza per vedere l’impatto delle sue politiche sull’economia e la loro influenza sui mercati e, di conseguenza, quali saranno le reazioni della potente banca centrale.

Al prossimo meeting, il 13 - 14 dicembre, è atteso il secondo ritocco all’insù dei tassi (di altri 25 punti base), che fino a pochi giorni fa tutti o quasi davano ormai per scontato. Sarà la reazione dei mercati finanziari nelle prossime settimane alla vittoria del tycoon ad aumentare o dimunuire la probabilità di un prossimo piccolo rialzo.

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Gli ottimisti
Se non dovessero aumentare le turbolenze di mercato, la Fed rimarrà sul suo percorso di normalizzazione definito sulla base dei dati economici. Questa, ad esempio, è l’opionione del gestore di patrimoni francese Lyxor (controllato dalla banca Société Générale) e della californiana Franklin Templeton, secondo cui il risultato elettorale inaspettato “può rallentare la crescita economica a causa della volatilità del mercato ma non riteniamo che questo esito possa alterare il corso dell'economia degli Stati Uniti nei prossimi mesi”.

Motivo? "La crescita economica e il mercato del lavoro continuano gradualmente a migliorare. Riteniamo che questi fondamentali, insieme con il superamento di questa elezione, dovrebbero dare fiducia alla Fed per continuare, anche se a un ritmo moderato, il processo di stretta monetaria con un aumento dei tassi a dicembre” spiega Christopher Molumphy, esperto di investimenti nel reddito fisso del gestore di patrimoni basato a San Mateo.

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I pessimisti
Di diverso avviso sono gli esperti di Fidelity International, braccio internazionale dell'americana Fidelity, il quarto gestore di patrimoni più grande al mondo basato a Boston. "La probabilità di un rialzo dei tassi di interesse a dicembre, seguito da altri due rialzi nel 2017, è fortemente diminuita. Il dollaro, che stava guadagnando prima del voto, ha invertito il trend. Questi due fattori erano una minaccia per la crescita dei mercati, e ora sono più lontani" dice Dominic Rossi, responsabile degli investimenti azionari.

Sulla stessa linea d'onda è M&G Investments, fondo di investimento delle assicurazioni britanniche Prudential. "La probabilità implicita di un incremento dei tassi d’interesse è scesa da oltre l’80% al 50% e l’aspettativa rispetto a un aumento è scesa anche per il 2017” fa notare Jim Leaviss, esperto di investimenti obbligazionari del gestore britannico. Staremo a vedere.

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Massimo Morici

Scrivo su ADVISOR (mensile della consulenza finanziaria), AdvisorOnline.it e Panorama.it. Ho collaborato con il settimanale Panorama Economy (pmi e management) e con l'agenzia di informazione statunitense Platts Oilgram (Gas & Power).

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