Economia

Tim Cook è gay, perché è importante

Il Financial Times mette la notizia in apertura della prima pagina. Strano? No, perché il suo coming out ha un'enorme rilevanza economica.

Tim Cook, Chief Executive Officer di Apple.Justin Sullivan/Getty Images

Oggi il Financial Times ha una prima pagina molto particolare. L'apertura è dedicata a una notizia che, apparentemente, non ha nulla di economico. Racconta, infatti, del coming out di Tim Cook, chief executive officer della Apple, che ha dichiarato di essere gay. La notizia campeggia in apertura su 4 colonne (su 5) ed è corredata da una grande foto di Cook sorridente corredata da una delle frasi che ha usato per dichiararsi gay: “Credo che essere gay sia uno dei più grandi regali che Dio mi ha fatto”. Ci si potrebbe chiedere che cosa importi ai normali lettori del Financial Times sapere che Cook è gay e dei suoi rapporti con Dio. A banchieri, investitori, imprenditori, ai direttori finanziari di banche d’affari, di fondi d’investimento deve essere sembrata una decisione esagerata mettere questa notizia in apertura della prima pagina su 4 colonne. Loro si aspettano di leggere sul Ft di tassi d'interesse, non del fatto che il Ceo di Apple è gay.

Invece la notizia è importante. Nell’articolo di quella che è considerata la “Bibbia del capitalismo” si spiega che la dichiarazione di Cook arriva “nel momento in cui l’industria tecnologica è aspramente criticata a causa della sua mancanza di diversità” dove per “diversità” si deve intendere  mancanza della presenza di manager di orientamento non eterosessuale o la mancanza di programmi di corporate governance che sostengano il coming out delle persone di orientamento gay o trans. L'articolo, giustamente, aggiunge anche che quella di Cook rappresenta un “punto di svolta”.

Se il Ft dà un così forte risalto a una notizia significa che essa ha una rilevanza economica. Significa che nella valutazione delle imprese comincia a rientrare anche il giudizio sulla loro propensione alla “diversity”. Ovvero: le aziende come Apple vengono apprezzate dalla business community se incentivano la diversity e significa, pertanto, che la “diversity” è “price sensitive”, cioè è in grado di influenzare l'andamento del titolo in borsa. Un’azienda che si dimostra aperta alla diversità sessuale è più apprezzata dal mercato rispetto a una che non si dimostra tale. Ecco perché il Ft ha deciso di mettere in prima pagina una notizia che apparentemente non ha nulla di economico. Ed ha ragione a scrivere che le frasi di Cook sono un “punto di svolta” perché altre aziende, specialmente quelle concorrenti di Apple, dovranno, per tenere il passo, dimostrare di essere altrettanto aperte alla “diversity” sessuale. Anche se questa non ha nulla a che vedere con la qualità del prodotto e la redditività dell’impresa.

Il coming out di Cook e, soprattutto, la decisione del Ft di darne conto in modo così rilevante, pone la “diversity” come nuovo standard richiesto dal mercato alle imprese che vogliono essere percepite come innovative, moderne, al passo con i tempi. Dal punto di vista della percezione del mercato ha sostituito il concetto di "sostenibilità ecologica". Oggi un'impresa per essere percepita come moderna non deve più solo essere "eco-friendly" ma anche "gay-friendly". Chi non lo è, o, semplicemente, non fa nulla per pubblicizzare la propria tolleranza, è destinata ad essere percepita dal mercato e dagli investitori, come irrimediabilmente vecchia.

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Marco Cobianchi

Sono nato, del tutto casualmente, a Milano, ma a 3 anni sono tornato a casa, tra Rimini e Forlì e a 6 avevo già deciso che avrei fatto il giornalista. Ho scritto un po' di libri di economia tra i quali Bluff (Orme, 2009),  Mani Bucate (Chiarelettere 2011), Nati corrotti (Chiarelettere, 2012) e, l'ultimo, American Dream-Così Marchionne ha salvato la Chrysler e ucciso la Fiat (Chiarelettere, 2014), un'inchiesta sugli ultimi 10 anni della casa torinese. Nel 2012 ho ideato e condotto su Rai2 Num3r1, la prima trasmissione tv basata sul data journalism applicato ai temi di economia. Penso che nei testi dei Nomadi, di Guccini e di Bennato ci sia la summa filosofico-esistenziale dell'homo erectus. Leggo solo saggi perché i romanzi sono frutto della fantasia e la poesia, tranne quella immortale di Leopardi, mi annoia da morire. Sono sposato e, grazie alla fattiva collaborazione di mia moglie, sono papà di Valeria e Nicolò secondo i quali, a 47 anni, uno è già old economy.

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