Tax freedom day: da oggi siamo liberi dal fisco
SERGIO OLIVERIO / Imagoeconomica
Economia

Tax freedom day: da oggi siamo liberi dal fisco

La Cgia di Mestre ha calcolato che in questi primi 162 giorni dell’anno quel che abbiamo guadagnato è finito tutto nelle casse dello Stato

Oggi, 12 giugno, ufficialmente tutti quelli che in Italia lavorano, smettono di farlo per il fisco e cominciano a guadagnare qualcosa da poter spendere per se stessi. Non è l’ameno proclama di qualche setta apocalittica, bensì il risultato a cui sono giunti i tecnici della Cgia di Mestre che svolgono un monitoraggio costante della pressione fiscale in Italia. E da quindici anni la Cgia di Mestre festeggia, per modo di dire, il cosiddetto “Tax freedom day”, altrimenti detto “giorno di liberazione fiscale”. È la data a partire dalla quale appunto, in base ai valori dell’imposizione fiscale, gli italiani smettono di lavorare per pagare le tasse e cominciano a farlo per se stessi.

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Quest’anno sono stati dunque necessari ben 162 giorni per assolvere agli obblighi fiscali e contributivi richiesti dalle nostre leggi: una punta massima che nella storia recente del nostro Paese non avevamo mai toccato. Chiaramente, ciò è dovuto in particolar modo al forte aumento registrato in questi ultimi anni dalla pressione fiscale: infatti, nel 2013 toccherà il record storico del 44,4% del Pil, un livello mai raggiunto in passato. Un dato che diventa ancora più significativo se si pensa che dal 1980 al 2013 il carico fiscale è aumentato di ben 13 punti.

Per arrivare a definire la data esatta del Tax freedom day l’Ufficio studi della Cgia ha preso in esame il dato di previsione del Pil nazionale e lo ha suddiviso per i 365 giorni dell’anno, ottenendo così un dato medio giornaliero. Successivamente, il gettito di imposte, tasse e contributi che i contribuenti versano allo Stato è stato rapportato al Pil giornaliero, ottenendo appunto il cosiddetto “giorno di liberazione fiscale” che, per il 2013 scocca proprio oggi. E sempre in base a questi calcoli, quest’anno pagheremo mediamente 11.800 euro di imposte, tasse e contributi a testa. E in questo conto sono compresi tutti i cittadini, anche i bambini.

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Un panorama fosco, che però può diventare ancora più nero per tutti quelli che pagano regolarmente e fino all’ultimo centesimo le proprie tasse. Se infatti dal Pil nazionale storniamo la quota di economia sommersa che viene conteggiata a seguito di una convenzione internazionale recepita da tutti i Paesi, è possibile calcolare la pressione fiscale reale che grava sui contribuenti onesti. Per l’anno in corso, questa pressione reale, secondo le stime della Cgia, si attesta ad un livello massimo del 53,8%. Ebbene, con questo valore di tassazione il giorno di liberazione fiscale per i contribuenti fedeli al fisco oltrepassa abbondantemente la metà dell’anno e si attesta al 16 luglio. Come a dire metà dell’anno passato a lavorare per lo Stato, e con il fisco che seguirà qualcuno anche in spiaggia, allungando un’ombra decisamente poco confortante.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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