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ANSA/LUCA ZENNARO
Economia

Tasse, ecco le professioni più a rischio evasione

Barbieri, parrucchieri e fiorai presentano minor congruità nella dichiarazione dei redditi. Più diligenti invece amministratori di condominio e laboratori

L’Agenzia delle entrate ha reso pubblici i dati sulle dichiarazioni dei redditi del 2016, relativi a commercianti, artigiani, professionisti e piccole imprese sottoposti agli studi di settore. Si tratta di una quantità enorme di cifre e tabelle, che fornisco un quadro quanto mai attendibile su quelli che sono i comportamenti fiscali di milioni di contribuenti, soprattutto in tema di evasione.

E proprio a questo proposito, il dato fondamentale su cui riflettere è quello della cosiddetta congruità fiscale, ovvero: quanto si avvicinano le dichiarazioni delle singole categorie lavorative, a quelle che sono le stime di reddito elaborate dal nostro fisco?

È dando un’occhiata agli scostamenti tra quanto si suppone dovrebbero essere gli introiti, e quelle che sono in realtà poi le singole dichiarazioni, che si riesce infatti a stabilire una sorta di classifica delle categorie lavorative più ligie ai doveri fiscali e quelle invece decisamente più irregolari.

Intanto diciamo subito che complessivamente, dei 3,3 milioni di contribuenti sottoposti agli studi di settore, solo il 64% risulta in regola. Il fisco però consente di adeguarsi a quelle che sono le citate stime dell’erario sui ricavi che dovrebbero aversi in una data categoria professionale, e allora la soglia dei regolari sale fino al 71,8%.

Le categorie meno affidabili…

Entrando poi nello specifico delle varie attività lavorative, secondo i dati forniti dall’Agenzia delle entrate, barbieri e parrucchieri risultano in regola con le stime del fisco solo nel 45% dei casi. Il 55% dichiara invece ricavi troppo bassi, con un’importante notazione: subito dopo aver ricevuto i calcoli del fisco su quelle che dovrebbe essere le stime reali dei profitti per la propria categoria professionale, una gran parte dei dichiaranti si adegua, con una congruità che così sale fino al 64,28%.

A seguire, in questa categoria dei contribuenti meno affidabili, ci sono le lavanderie con una percentuale di non rispetto dei parametri fiscali peri al 52%, e poi i fiorai al dettaglio, al 48%. In tutte e due questi casi però, come per barbieri e parrucchieri, la richiesta di adeguamento delle dichiarazioni da parte del fisco, fa improvvisamente salire la congruità tra il 64 e il 70%.

…e quelle più diligenti

Le tabelle dell'Agenzia delle entrate forniscono però anche un quadro delle categorie che appaiono più rispettose dei calcoli del fisco. Sono gli amministratori di condominio: il 75% di loro infatti risulta in regola da subito e dopo le adesioni ai calcoli dell’erario si arriva fino al 79% di congruità.

Dopo di loro, i laboratori di analisi che, alla fine, nel 74% dei casi hanno ricavi allineati con le tabelle del fisco. C’è da notare però che probabilmente le ragioni di questa “rettitudine fiscale”  sono da ricercarsi anche nell’evidente contrasto di interesse con il cliente che di fatto impone, a queste due categorie in particolare, la fatturazione e la registrazione dei propri guadagni in maniera molto più puntuale.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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