Tassa Airbnb, le cose da sapere
Entra a regime il nuovo sistema di imposizione per chi affitta case ai turisti via internet. Ecco come funziona
Il cambiamento scatterà fra pochi giorni, cioè a partire da lunedì 17 luglio. Stiamo parlando del nuovo sistema di tassazione degli affitti brevi ai turisti, che avvengono attraverso i popolarissimi siti internet come Airbnb o Booking. La novità dell'estate 2017 è che questi portali saranno obbligati a trattenere alla fonte le tasse che il proprietario deve al fisco, sui canoni di affitto incassati. Ma ecco, di seguito, una panoramica sulle cose da sapere su questo regime di imposizione che è stato ribattezzato da tempo tassa Airbnb.
Irpef o cedolare secca
Innanzitutto va fatta una premessa: già oggi i proprietari di case che affittano ai turisti i loro immobili per brevi periodi (per meno di 30 giorni non occorre registrare il contratto), devono in teoria pagare le tasse sui canoni incassati, anche se la pratica delle locazioni in nero è molto diffusa. Possono scegliere una tassazione fissa del 21% (cedolare secca) o di versare piuttosto l’irpef, l’imposta sui redditi delle persone fisiche, che grava anche sugli stipendi e le pensioni e ha delle aliquote progressive, crescenti all'aumentare del reddito: si parte da un minimo del 23% e si arriva a un massimo del 43%.
LEGGI ANCHE: AFFITTI SUI ARBNB, QUANTE TASSE SI PAGANO
Intermediari online
Da qualche anno a questa parte, molti proprietari di case nelle grandi città o nelle località di villeggiatura hanno iniziato ad affittare le case attraverso alcuni portali web come Airbnb o Booking, che operano esclusivamente come intermediari: mettono cioè in contatto locatori e locatari, gestendo anche il pagamento via internet con carta di credito.
LEGGI ANCHE: La tassa Airbnb, come funziona
Ritenuta alla fonte
La novità di quest’anno è che gli intermediari online quali Booking o Airbnb, a partire dal 17 luglio, opereranno come sostituti d’imposta. Quando l’inquilino pagherà l’affitto online, il sito tratterrà l’imposta del 21%, cioè la cedolare secca. La stessa cosa dovranno fare anche le agenzie immobiliari se riscuotono gli affitti turistici per qualche loro cliente.
LEGGI ANCHE: Tasse e Airbnb, tutto quello che c'è da sapere
Il 17 di ogni mese
Il giorno 17 di ogni mese i portali web dovranno versare al fisco le imposte trattenute sui canoni di affitto del mese precedente. Il 17 luglio, per esempio, dovranno essere pagate le tasse sui contratti di locazione breve stipulati a giugno.
LEGGI ANCHE: Cosa c'è nel futuro di Airbnb
Imposta o acconto
Il versamento al fisco effettuato dall’intermediario online o dall’agenzia immobiliare può essere a titolo d’imposta o a titolo d’acconto. Se il proprietario ha scelto il regime della cedolare secca con la tassazione fissa al 21%, non dovrà pagare più un centesimo e sarà già in regola. Se invece il proprietario ha scelto il regime dell’irpef (caso raro perché non conviene) dovrà poi versare a saldo le tasse dovute (meno quelle già anticipate dal sito web) quando presenterà la dichiarazione dei redditi.
LEGGI ANCHE: Airbnb e l'incognita del sommerso
Linea diretta col fisco
Oltre a versare alla fonte le imposte mensilmente, gli intermediari come Airbnb dovranno comunicare all’Agenzia delle Entrate, entro il 30 giugno di ogni anno, i dati su tutti i contratti stipulati attraverso il loro sistema nei 12 mesi precedenti.