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Economia

Tasi e Imu, ecco quanto si paga per l’acconto del 16 giugno

La prima rata si calcola sulla base dell’importo dell’anno passato. Bisogna però tenere conto di una serie di eccezioni

Ci siamo quasi. L’attesa scadenza del 16 giugno, data ultima per il pagamento della prima rata di Imu e Tasi, è ormai alle porte. Vale dunque la pena soffermarsi su quanto le famiglie saranno chiamate a versare per questo acconto. Per la maggior parte dei contribuenti vale una regola di carattere generale: considerando infatti che le aliquote di riferimento, per il momento, sono quelle dell’anno scorso, si dovrà recuperare il totale pagato nel 2014, e dividerlo per due. Poi, se nei mesi a venire il proprio Comune dovesse variare le aliquote di Imu e Tasi, ci si dovrà regolare con il saldo di dicembre, per il quale si pagherà l’altra metà più o meno l’eventuale differenza. Esistono però una serie di situazioni nelle quali non vale questo meccanismo automatico e si deve procedere fin da subito, cioè dal primo versamento dell’acconto, a nuovi calcoli. Vediamo di cosa si tratta.

1 - Variazioni catastali

Nel caso in cui ci sia stata una variazione nel valore della propria rendita catastale, bisognerà provvedere a calcolare l’importo del nuovo acconto di giugno. Attenzione però, la variazione in questione dovrà essere avvenuta prima dell’inizio del nuovo anno. Questo significa che, se il cambio di rendita del proprio immobile è scattato ad esempio a marzo del 2015, il contribuente pagherà Imu e Tasi sulla base del valore vigente al primo gennaio 2015, ossia sulla base di quella vecchia. Gli effetti della nuova rendita invece, scatteranno a partire dal 2016.

2 - Compravendita di un immobile

Nelle situazioni in cui è variata la proprietà di un immobile, vale la regola dei mesi di tassazione dovuti in base al possesso effettivo dell’abitazione. Quindi, se la compravendita è avvenuta ad esempio ad aprile, il primo proprietario pagherà Imu e Tasi sui primi quattro mesi, il secondo invece sui restanti otto. Con la notazione che, per il mese di passaggio, quello cioè in cui avviene l’effettiva compravendita, vige la norma per cui il possesso, e quindi il pagamento delle relative tasse, resta in capo al soggetto che ha goduto della proprietà per più di quindici giorni.  

3 - Cambio di destinazione d’uso

Altra condizione che costringe i contribuenti interessati a effettuare calcoli ad hoc prima del versamento dell’acconto di giugno, è quello riguardante un eventuale cambio di destinazione d’uso di un immobile. Casi emblematici in questo senso sono ad esempio un terreno che da agricolo è divenuto edificabile, oppure un’abitazione che da principale è divenuta seconda casa.

4 - Residenti all’estero

Negli anni scorsi si è lasciata facoltà ai sindaci di stabilire sul proprio territorio locale, come considerare gli immobili di proprietà dei residenti all’estero. In alcuni casi quindi essi sono stati inseriti nella lista delle abitazioni principali, in altri invece sono stati considerati alla stregua di seconde case. Da quest’anno è stata stabilita invece una regola unica a livello nazionale, per cui le case dei nostri connazionali che vivono e lavorano all’estero, sono assimilate sempre a seconda casa, tranne che per i soggetti pensionati. Dunque in molti casi tanti contribuenti non residenti in Italia si ritroveranno a dover sborsare cifre maggiori rispetto al 2014, fin dal primo acconto di giugno.

5 - Imu agricola

Merita infine una citazione a parte la situazione dei proprietari di terreni agricoli. Per mesi infatti il trattamento fiscale di questi immobili è stato un tema dibattuto a livello politico. Una querelle che alla fine ha trovato una sua specifica soluzione, grazie alla definizione di elenchi speciali contenenti i vari comuni d’Italia divisi nelle categorie di montani, semi-montani e di pianura. Per i primi due gruppi ricordiamo che esistono delle forti agevolazioni. Dunque per i possessori di terreni agricoli, occhio alla categoria di appartenenza del proprio Comune, perché in base ad essa dovrà essere calcolato l’acconto da versare il prossimo 16 giugno.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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