Tasi, le sei cose da sapere prima di pagare
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Economia

Tasi, le sei cose da sapere prima di pagare

Dalla quota in capo agli inquilini, all’aliquota comunale, fino alle scadenze per i versamenti: ecco tutti i nodi ancora da sciogliere

Manca ormai circa un mese alla scadenza dell’acconto sulla Tasi, fissata per il prossimo 16 giugno, e la confusione regna ancora sovrana intorno ai versamenti della nuova imposta sulla casa. A oggi infatti solo circa 900 Comuni, degli oltre 8mila presenti in Italia, hanno stabilito con certezza le aliquote e le detrazioni che dovranno essere utilizzate per pagare il nuovo tributo. Per tutti gli altri è bene allora tenere presente una serie di indicazioni che risulteranno decisive per evitare ritardi e multe nelle prossime settimane.

-Innanzitutto non è ancora chiaro, all’atto del pagamento della Tasi, quale sarà la quota di competenza degli inquilini e quale quella dei proprietari. Il governo ha stabilito una forbice, di competenza degli affittuari, che va dal 10 al 30%, ma saranno i singoli Comuni a decidere e dunque bisognerà prestare la massima attenzione alle delibere che verranno emanate in materia.

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-Un’incertezza che la fa da padrone anche per quel che concerne le aliquote. Anche in questo caso la legge permette ai sindaci di adottare percentuali che vanno dalla base del 1 per mille, fino ad un massimo del 3,3 per mille. Molto sarà dunque lasciato all’arbitrio dei Comuni che decideranno anche in base alle proprie esigenze contabili.

-A questo proposito ricordiamo che i Comuni avrebbero tecnicamente tempo fino al 31 maggio per adottare tutti i provvedimenti sopra elencati. In realtà la data in questione è stata già prorogata fino al prossimo 31 luglio per due motivi principali. Innanzitutto molte comunità locali, più di 4mila, saranno chiamate al voto il prossimo 25 maggio. Dovranno essere dunque i nuovi sindaci e i nuovi consigli comunali a prendere le decisioni del caso. Inoltre, a livello centrale non è ancora chiaro a quanto ammonteranno i fondi per gli enti locali, che con la spending review vengono ogni anno decurtati. Anche questo sarà importante per stabilire lerisorse di cui i sindaci potranno usufruire e di conseguenza il tipo di aliquote da adottare.

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-Ma se questa è la situazione dei Comuni ritardatari, non va certo meglio in quelli dove le delibere sulla Tasi sono state già adottate. In particolare, grande confusione sembra esserci sul tema delle detrazioni. Sulla questione infatti il governo aveva lasciato ampia libertà alle amministrazioni locali. Il risultato è che qualcuno ha deciso di applicare deduzioni sulla base del valore catastale dell’immobile, altri invece in base al livello di ricchezza del proprietario. Il risultato è una complicazione in più quando si tratterà di andare a calcolare l’importo dovuto.

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-In ogni caso, il prossimo 16 giugno gran parte dei proprietari di case sarà comunque chiamato a versare un acconto, pari alla metà dell’aliquota base, ossia lo 0,5 per mille. Discorso analogo varrà per chi dovrà pagare l’Imu, che verserà l’acconto tenendo a riferimento un’aliquota base del 5,3 per mille, ossia la metà di 10,6 per mille. Unica eccezione riguarderà i proprietari di prima casa che molto probabilmente verseranno il dovuto in una rata unica a fine anno, ovvero il 16 dicembre.

-Considerandolo scenario appena descritto, risulta  quasi conseguente il fatto che nessun Comune sarà in grado di inviare a casa dei contribuenti i bollettini della Tasi precompilati, così come previsto, senza obbligo però, dalla normativa sulla nuova imposta immobiliare. Dovremo essere noi dunque a raccogliere tutte le informazioni del caso e a pagare utilizzando i soliti sistemi del modello F24 o del bollettino postale.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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