Tares, ecco come si paga il saldo di dicembre
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Tares, ecco come si paga il saldo di dicembre

L’ultima rata della tassa sui rifiuti sarà possibile versarla solo tramite modello F24

In attesa che si chiarisca il contenzioso tra Stato e Comuni circa i tempi del pagamento della Tares, che probabilmente in più parti d’Italia saranno posticipati rispetto al 16 dicembre stabilito in origine, è bene che i contribuenti prendano conoscenza fin d’ora delle modalità in cui dovranno in ogni caso effettuare il versamento. Rispetto infatti a quanto accaduto sia per le prime rate già saldate, sia per le vecchie imposte sull’immondizia, ossia Tarsu e Tia, ci sono delle novità importanti di cui tener conto.

TARES, UN SALASSO PER LE ATTIVITA' ECONOMICHE

Innanzitutto il pagamento dell’ultima rata della Tares andrà effettuato esclusivamente presso gli sportelli bancari e gli uffici postali con il modello F24. Quest’ultimo verrà inviato dai vari Comuni direttamente a casa dei contribuenti, e si troverà, precompilato, allegato all’avviso di pagamento. Attenzione però perché il modello necessiterà di alcune significative integrazioni prima di poter effettuare il versamento. Bisognerà infatti inserire i dettagli su data di nascita, sesso, comune di nascita e provincia del cittadino che effettuerà il pagamento. Tutto ciò significa dunque che non è più consentito il versamento della Tares con addebito in conto corrente bancario o postale né con tutte le altre modalità di pagamento ammesse, come già accennato, per Tia, Tarsu e acconti della stessa Tares: ossia, ad esempio, carta di credito o ricevitorie Lottomatica e Sisal abilitate.

TASSE LOCALI, LA SCURE SI ABBATTE SUI CONTRIBUENTI

Da sottolineare inoltre che l’importo di questa terza rata, attraverso il pagamento con il citato modulo F24 verrà incassato direttamente dall’Agenzia delle Entrate che in un secondo momento provvederà a girare a Comuni e Stato le parti di loro rispettiva competenza. Un dettaglio non da poco,visto che proprio da questo particolare scaturisce lo scontro sui termini temporali  di versamento della Tares tra sindaci e governo. Quest’ultimo infatti,per impellenti esigenze di bilancio e per far quadrare conti sempre più traballanti, avrebbe voluto con sicurezza incassare la propria parte, pari circa a un miliardo di euro, proprio entro il 16 dicembre.

LEGGE DI STABILITA': CONTI CHE NON TORNANO

A livello locale i menzionati sindaci sono invece alle prese ancora con la definizione delle aliquote, tanto della Tares che dell’Imu, anch’essi stretti dunque da esigenze di bilancio e paurose possibili perdite di consenso politico. Da qui la necessità di avere un po’ più di tempo a disposizione per poter fare i calcoli necessari. Una impellenza che come citato farà sì che molto probabilmente in tante realtà locali il pagamento della Tares sarà posticipato anche fino agli inizia del 2014.

COMUNI, ECCO TUTTE LE RISORSE DA POTER SPENDERE

Intanto, sul fronte del fiscale nazionale, gli ultimi aggiornamenti forniti dal ministero dell’Economia rilevano un gettito complessivo che nel periodo gennaio-ottobre 2013 risulta sostanzialmente stabile rispetto all’analogo periodo dell'anno precedente. Si annunciano infatti entrate tributarie per 321,7 miliardi di euro con una perdita di 848 milioni di euro rispetto ai primi dieci mesi del 2012,ossia un -0,3%. In questo scenario c’è però da rilevare l’anomalia dell’Iva, che nello stesso periodo considerato subisce una flessione del 3,9%, con 3.421 milioni di euro mancanti all’appello. Un campanello d’allarme per il governo, che dovrebbe seriamente considerare il fatto che su questo risultato negativo incidono non solo la crisi, che continua ad imperversare, ma forse anche gli ultimi aumenti di aliquote, che come spesso accade hanno portato in parte anche a cali dei consumi.

Insomma, non sempre fare cassa con nuove tasse conviene, a volte infatti si rischia di ottenere il risultato esattamente contrario.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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