Tagli alla sanità, i nodi da sciogliere
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Tagli alla sanità, i nodi da sciogliere

Il governo prevede riduzioni di budget per circa 2,4 miliardi, ma il ministro Lorenzin chiede di rivedere i criteri di spending review

Il nodo dei tagli alla sanità sarà certamente uno dei temi più caldi che oggi si troverà ad affrontare il Consiglio dei ministri. Nel giorno in cui dovrebbe infatti essere dato il via libera al pacchetto di misure che comprende il tanto annunciato taglio dell’Irpef, resta ancora tutta la chiarire la partita che riguarda le coperture finanziarie dell’intera manovra. E proprio il nodo della spending review che dovrebbe investire il mondo della sanità resta tra i più intricati. Il governo avrebbe messo a bilancio tagli per 868 milioni di euro nell’anno in corso a cui si aggiungeranno altri 1,5 miliardi per il 2015, il tutto per complessivi 2,4 miliardi di euro.

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Un salasso che il ministro della Sanità Beatrice Lorenzin considera inaccettabile e contro cui si è battuta fin dal primo momento. Una battaglia che ovviamente ha trovato subito sponda in medici, farmacisti, manager della sanità, aziende farmaceutiche e cliniche private, tutti insieme preoccupati che tagli di questa portata possano rappresentare un colpo mortale all’intero Sistema sanitario nazionale. L’argomento fondamentale della diatriba resta sempre quello dei cosiddetti tagli lineari. Decurtare in maniera indiscriminata fondi statali, pratica da anni ormai messa in campo da tutti i governi che si sono succeduti, rischia infatti di procurare più danni che benefici.

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E a nulla sono valse al momento le rassicurazioni secondo cui il governo si appresterebbe sì a ridurre le risorse del Fondo sanitario nazionale, ma lasciando alle singole Regioni la possibilità di stabilire criteri premiali per quelle realtà più efficaci nel far fronte ai pagamenti dei fornitori o nel centralizzare le spese mettendole così sotto controllo. La strada scelta porterebbe infatti comunque alla riduzione drastica di fondi correnti, e al momento il sistema sanitario non sarebbe in grado di sopportare il contraccolpo, almeno secondo il parere di chi opera  in questo disastrato comparto. La via da seguire dovrebbe dunque essere quella di un’analisi più puntuale e più specifica delle varie fonti di uscita, per potere operare dei tagli davvero mirati e selezionati.

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Peccato però che i centri di spesa nella Sanità siano i più disparati: dalle Regioni alle Asl, passando per svariate aziende ospedaliere. Da qui, nell’urgenza di intervenire, la scelta, come detto adottata in passato già da molti governi, di effettuare tagli lineari e quindi per forza di cose indiscriminati. Il ministro Lorenzin però non dispera di poter convincere in extremis il premier Matteo Renzi a rivedere le proprie scelte. Anche perché, e questo è un altro dei fattori chiave da tener presente, le Regioni già commissariate o che già sottostanno a piani di rientro finanziari durissimi sul fronte sanitario, potrebbero definitivamente crollare sotto il peso di nuovi tagli alle risorse. Una situazione dunque davvero complicata,  e la soluzione per forza di cose dovrà uscire oggi da un consiglio dei ministri che su questa materia si annuncia certamente infuocato.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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