Statali, perché la pubblica amministrazione tornerà ad assumere
DANILO SCHIAVELLA/ANSA
Economia

Statali, perché la pubblica amministrazione tornerà ad assumere

Con la fine del blocco del turnover si liberano decine di migliaia di posti negli enti statali

Per ogni impiegato che andrà in pensione, ne entrerà uno nuovo appena assunto. Parola del ministro della Pubblica Amministrazione (Pa), Giulia Bongiorno, che da tempo ha annunciato la tanto attesa fine del blocco del turnover negli enti statali, dopo anni di tagli agli organici. La misura è prevista dal ddl Concretezza, un provvedimento collegato alla manovra economica che contiene diverse misure sulla pubblica amministrazione. 

Organici vecchi

Tra queste ce n’è una che ha appunto lo scopo di svecchiare gli organici della Pa italiana, che è una tra le più anziane d’Europa, se non addirittura la più anziana. L’età media dei dipendenti statali ha infatti superato i 50 anni e solo il 2,7% del personale ha oggi meno di 30 anni di età, contro il 25-30% circa che si registra in Francia e in Germania. La colpa di questo alto tasso di impiegati con i capelli bianchi è anche del blocco del turnover, stabilito dal 2008 in poi. Per molti anni, nella pubblica amministrazione è stato assunto soltanto un nuovo impiegato ogni 4 che si sono messi in pensione (con il cosiddetto turnover al 25%). 

Austerity addio

Il che ha fatto calare il numero di statali di circa il 10% nell’arco del decennio che va da 2008 al 2017. Ora, a quanto pare, l’austerity è finita. La ministra Buongiorno è intenzionata a reintrodurre appunto il turnover al 100%: per  ogni impiegato che andrà in pensione, ne entrerà uno nuovo appena assunto, presumibilmente ben più giovane. Poiché si calcola che ci siano almeno 180mila statali in procinto di andare a  riposo dal 2019 in poi, la Pa italiana potrebbe prepararsi a mettere in atto un piano di assunzioni che non si vedeva da anni, con centinaia e centinaia di concorsi. Il mestiere del dipendente pubblico, insomma, non è più fuori moda. 

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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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