Statali, perché la pubblica amministrazione tornerà ad assumere
Con la fine del blocco del turnover si liberano decine di migliaia di posti negli enti statali
Per ogni impiegato che andrà in pensione, ne entrerà uno nuovo appena assunto. Parola del ministro della Pubblica Amministrazione (Pa), Giulia Bongiorno, che da tempo ha annunciato la tanto attesa fine del blocco del turnover negli enti statali, dopo anni di tagli agli organici. La misura è prevista dal ddl Concretezza, un provvedimento collegato alla manovra economica che contiene diverse misure sulla pubblica amministrazione.
Organici vecchi
Tra queste ce n’è una che ha appunto lo scopo di svecchiare gli organici della Pa italiana, che è una tra le più anziane d’Europa, se non addirittura la più anziana. L’età media dei dipendenti statali ha infatti superato i 50 anni e solo il 2,7% del personale ha oggi meno di 30 anni di età, contro il 25-30% circa che si registra in Francia e in Germania. La colpa di questo alto tasso di impiegati con i capelli bianchi è anche del blocco del turnover, stabilito dal 2008 in poi. Per molti anni, nella pubblica amministrazione è stato assunto soltanto un nuovo impiegato ogni 4 che si sono messi in pensione (con il cosiddetto turnover al 25%).
Austerity addio
Il che ha fatto calare il numero di statali di circa il 10% nell’arco del decennio che va da 2008 al 2017. Ora, a quanto pare, l’austerity è finita. La ministra Buongiorno è intenzionata a reintrodurre appunto il turnover al 100%: per ogni impiegato che andrà in pensione, ne entrerà uno nuovo appena assunto, presumibilmente ben più giovane. Poiché si calcola che ci siano almeno 180mila statali in procinto di andare a riposo dal 2019 in poi, la Pa italiana potrebbe prepararsi a mettere in atto un piano di assunzioni che non si vedeva da anni, con centinaia e centinaia di concorsi. Il mestiere del dipendente pubblico, insomma, non è più fuori moda.