Progetto AdottUP tra pmi e start-up
Economia

Progetto AdottUP tra pmi e start-up

Un'allenza fra generazioni di imprenditori: è la proposta dei Piccoli di Confindustria per portare l'innovazione in azienda

A.A.A. cercasi start up promettenti da adottare. Si assicurano “genitori” consapevoli e affettuosi. Potrebbe suonare così lo slogan di AdottUp, il programma che Piccola Industria, la federazione delle imprese di minori dimensioni di Confindustria, sta in queste settimane portando sul territorio. Che Confindustria faccia un passo del genere e che a farlo sia il sistema delle pmi è un segnale da non sottovalutare, soprattutto in questo momento di disorientamento di fronte alle oggettive difficoltà del mercato e alle scorribande dei colossi internazionali in Italia. Il tentativo di AdottUp è quello di "apportare nuova linfa al nostro sistema economico", come ci spiega il direttore Luigi Paparoni.

"Il progetto nasce da una visione precisa del presidente Vincenzo Boccia: in un contesto in rapida evoluzione, che impone la costante ricerca della qualità e dell’eccellenza in ogni aspetto della produzione, spesso le aziende soprattutto se piccole, non riescono ad innovare in maniera diretta", spiega Paparoni. "Per evitare questo rischio, una strada da percorrere è “innestare” nelle PMI esistenti le startup innovative. Al contempo si riesce a fornire una risposta alle nuove realtà imprenditoriali che hanno bisogno di mentorship e tutoraggio".

Le start up iscritte a Officine Formative , la scuola d’impresa di IntesaSanPaolo, saranno selezionate per il sistema delle pmi. "Non devono essere valutate come per la concessione di un finanziamento. Devono essere interessanti al sistema e al suo rafforzamento", precisa Paparoni. "Contiamo di arrivare con una prima selezione per metà settembre in modo da fare i primi incontri con le imprese e le prime “adozioni” entro la fine dell’anno". Una bella sfida perché il dialogo fra i giovani imprenditori innovativi e la piccola impresa non è scontato e non è facile. I primi sono spesso eccessivamente sicuri di sé; i secondi di solito sono poco propensi ad aprire l’azienda, a confrontarsi, ad accettare idee diverse dalle proprie e modi di fare diversi da quelli a cui sono abituati.

Intesa SanPaolo mette sul tavolo 200milioni di euro destinati ad aiutare sia le startup sia le pmi che riusciranno a incrociare i loro destini. Non si tratta di soldi allo sportello, avvertono da Confindustria, per non alimentare aspettative eccesive, ma di percorsi che andranno valutati singolarmente. Molto, quindi, dipenderà dal lavoro sul territorio, dove le aziende vivono quotidianamente. E dalle candidature che arriveranno. "Sono importanti le proposte nel campo dell’e-commerce, che può essere uno strumento utile per rendere più “dolce” l’internazionalizzazione delle pmi", suggerisce Paparoni. "Si dice spesso che va fatto il salto nei Bric. Ma poi, quando ci si mette all’opera, le difficoltà diventano enormi". E una buona idea o una intelligente soluzione tecnologia proposta da una start up potrebbe rendere tutto più facile. Se si farà avanti e se ci sarà la capacità di ascolto. 

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Giovanni Iozzia

Ho lavorato in quotidiani, settimanali e mensili prevalentemente di area economica. Sono stato direttore di Capital (RcsEditore) dal 2002 al 2005, vicedirettore di Chi dal 2005 al 2009 e condirettore di PanoramaEcomomy, il settimanale economico del gruppo Mondadori, dal 2009 al maggio 2012. Attualmente scrivo su Panorama, panorama.it, Libero e Corriere delle Comunicazioni. E rifletto sulle magnifiche sorti progressive del giornalismo e dell’editoria diffusa.  

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