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ANSA/FRANCO SILVI
Economia

Spumanti, come ha fatto l'Italia a diventare primo produttore al mondo

Dopo venti anni abbiamo tolto il primato alla Germania, grazie al successo del Prosecco e alla nascita di tante nuove etichette e cantine

L'Italia diventa il primo produttore al mondo di spumante, togliendo questo primato alla Germania che lo deteneva da ben 20 anni consecutivamente. E così, dopo la decennale sfida che da qualche tempo ci vede vincenti sulla Francia sul fronte della produzione di vino, ora il nostro Paese può fregiarsi, in campo enologico, di una nuova indiscussa leadership.

A certificare questo successo ci ha pensato l'Ovse, l'Osservatorio economico vini effervescenti spumanti italiani, secondo le cui rilevazioni, la produzione Made in Italy di spumante, anche grazie al 'Sistema Prosecco', ha sfiorato nel 2017 il tetto record di 660 milioni di bottiglie, tra mercato interno ed estero. Ma dove sta il segreto di questa affermazione di carattere mondiale?

Prosecco e nuovi produttori

L'incremento di volumi e valori registrati nel 2017 rispetto al 2016, pari rispettivamente al +1,4% e +0,5%, nella vendita di spumanti, sono da ricollegare fondamentalmente ad alcune circostanze specifiche. Innanzitutto l'affermazione del citato Sistema Prosecco, che rappresenta oltre il 70% dei consumi nazionali.

Su 180 milioni di bottiglie Made in Italy stappate in Italia, precisa infatti il presidente Ovse Giampietro Comolli, ?il metodo tradizionale italiano (Franciacorta, Trento, Alta Langa, Alto Adige, Oltrepò, Lambrusco e tutti quelli regionali) supera i 24,8 milioni di bottiglie, mentre delle 156 milioni di bottiglie di metodo italiano, 132 milioni di bottiglie sono ?griffate' Prosecco, oltre 8 milioni Asti, e altri spumanti.

A tirare la volata, continua Comolli, ci sono poi anche ?nuove etichette e nuove cantine, soprattutto al Sud. Tuttavia - conclude - ancora molto legate a un consumo provinciale e regionale, e presenti quasi esclusivamente nella migliore Horeca (hotel, ristoranti, catering) locale?.

Quanto vale il mercato

Il valore al consumo del comparto nazionale, stima l'Ovse è di 1,32 miliardi di euro, cui aggiungere 200 milioni euro dall'importazione, per un giro d'affari totale di 1,5 miliardi di euro.

All'estero, fa sapere invece la Coldiretti, "i consumatori più appassionati sono gli inglesi, primo mercato mondiale di sbocco delle spumante italiano, con il valore delle bottiglie esportate che fa registrare un aumento del 12%, di gran lunga davanti agli Stati Uniti, che crescono comunque del 15% mentre in posizione più defilata si trova la Germania (+8%)".

E in Italia?

Un momento d'oro dunque  per le "bollicine" italiane che, come già accennato, vede buone performance nelle vendite anche sul fronte interno, con gli italiani che tornano a brindare, prediligendo produzioni nazionali.

Nel nostro Paese, fanno sapere dall'Ovse, nel 2017 cresce infatti ?ancora il consumo interno rispetto al 2016; dato in controtendenza fra i Paesi europei produttori di bollicine. A consuntivo si sfiorano, come già accennato, i 180 milioni di tappi Made in Italy stappati da Nord a Sud, cui vanno aggiunte 6 milioni di bottiglie di importazione".

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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