Spread alle stelle: la Spagna non convince
Economia

Spread alle stelle: la Spagna non convince

L'Eurogruppo da il via libera al piano di salvataggio delle banche spagnole, ma i mercati in controtendenza esprimono solo negatività. Il motivo? Per gli economisti c'è qualcosa che non torna. Forse in Spagna non basterà salvare le banche, ma servirà un supporto al Paese intero -  #Ma noi siamo diversi

C'è qualcosa che non torna. A Bruxelles tutto è filato lisciato. L'Eurogruppo ha dato all'unanimità il via libera definitivo al programma di aiuti per ricapitalizzare le banche spagnole. Eppure le Borse sono sprofondate. Mentre i titoli di Stato si sono spinti su tornanti pericolosi. L'Italia non sarà la Spagna , ma oggi le differenze non si sono viste. Annullate dalla paura.

Il rendimento dei titoli di Stato spagnoli a 5 anni ha toccato il record storico dall'introduzione dell'euro: 6,768%. Lo spread tra il Btp e il Bund tedesco ha rivisto per la prima volta da gennaio quota 500 punti.

Spiazzati gli economisti interpellati da Panorama.it. Sostengono che dietro il trambusto dei mercati ci sia qualcosa sotto, di indecifrabile. Lo dicono con le informazioni a loro a disposizione per almeno per due motivi:

- adesso è forte il timore che la falla spagnola non sia solo nel mondo del credito, ma sia a rischio la tenuta dell’intero Paese

- c'è il sospetto che il mese di agosto, quello più feroce dal fallimento di Lehman Brothers in poi per la volatilità, potrebbe nascondere nuove sorprese. Con prossima fermata Roma.

Questa volta non ci sono state sbavature. L'Eurogruppo ha approvato senza batter ciglio il programma di aiuti per ricapitalizzare le banche iberiche: aveva promesso una disponibilità fino a 100 miliardi di euro, di cui 30 miliardi pronti all’uso già entro fine mese. E ha mantenuto fede a quanto detto.

In questa storia però il diavolo è nei dettagli: il protocollo d'intesa che li renderà disponibili ufficialmente sarà firmato nei prossimi giorni. La mancata firma del documento è stata dovuta alla natura della riunione, che non ha permesso la sottoscrizione fisica dell'accordo. Nel protocollo saranno fissate le condizioni del prestito concesso alla Spagna.

Tra queste, si spiega nel comunicato finale, l'obbligo per la Spagna di redigere piani di ristrutturazione bancaria approfonditi ''in linea con le regole comunitarie sugli aiuti di stato'' e ''riforme strutturali per il settore bancario''. Si chiederanno inoltre modifiche delle leggi per la governance e la supervisione bancaria. “Non ci sono state sorprese particolari, ma le preoccupazioni restano intatte: si teme che si passi dal salvataggio delle banche al salvataggio dello stato”, osserva un economista di un primario istituto estero che accetta di parlare mantenendo l’anonimato, ricordando che la regione di Valencia ha alzato bandiera bianca chiedendo accesso al programma da 18 miliardi lanciato ieri dal governo spagnolo per sostenere le regioni più indebitate.

Certo finora la Spagna ci ha messo del suo. “Dal punto di vista della comunicazione – ricorda - ha fatto una serie di errori prima decidendo di allentare il vincolo di riduzione del deficit, poi annunciando che le banche non avevano alcun problema. Ecco spiegato perché continua a esserci scarsa trasparenza che aggiunge incertezza a un quadro che di incertezza ne ha già abbastanza per un Paese troppo grande per fallire”.

Anche Biagio Lapolla, fixed income strategist di Royal Bank of Scotland è convinto che il mercato stia prezzando una richiesta di aiuto da parte della Spagna che non si limiti a una semplice ricapitalizzazione delle sue banche. “Quello che è stato approvato ieri dal Bundestag, il parlamento tedesco, e oggi dall’Eurogruppo è solo un preludio a un programma completo che potrebbe essere definito ad agosto”, prevede l’esperto. In sostanza passano i giorni, ma si torna sempre lì. “Bisogna permettere alla Bce di acquistare titoli di Stato sul mercato primario e secondario ma questo richiederà un nuovo protocollo; senza la sua partecipazione allo scudo anti spread le risorse per i salvataggi dei Paesi dell’Eurozona sono limitate e la speculazione avrà gioco facile”.

Lo schiaffo delle Borse di oggi brucerà a Spagna e Italia. Forse è però anche l’ennesimo avvertimento per far uscire la Germania e i Paesi del Nord Europa da loro guscio di tentennamenti. Prima che sia troppo tardi per tutti.

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Micaela Osella