Spread in rialzo, quanto rendono i Btp
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Spread in rialzo, quanto rendono i Btp

Molti Buoni del Tesoro offrono interessi sopra il 3%. Ma i rischi non vanno sottovalutati

Sopra i 320 punti base che, tradotto dal gergo finanziario, significa più del 3,2%. E’ il livello raggiunto dallo spread Btp/Bund, il differenziale d’interesse tra i titoli di stato italiani e quelli tedeschi. Colpa delle tensioni tra l’Italia e l’Europa sulla manovra economica, che spinge molti investitori internazionali a vendere i nostri Buoni del Tesoro Poliennali (Btp), essendo considerati un po’ più rischiosi di prima.

La pioggia di vendite ha fatto calare sul mercato le quotazioni attuali dei Btp che, se vengono acquistati ai prezzi di saldo attuali, sono dunque più redditizi di qualche settimana fa. Da qui la salita dello spread che rappresenta appunto la differenza tra i rendimenti liquidati dai titoli di stato italiani e da quelli tedeschi, le cui cedole sono invece in gran parte sotto zero.

Scadenze e interessi

Ovviamente, per chi non ha timori sulla sostenibilità del debito pubblico italiano, gli interessi offerti oggi dai Btp sono allettanti visto che la maggior parte delle obbligazioni negoziate in Europa sono assai poco generose o hanno addirittura rendimenti negativi. Comprando un Btp che scadrà fra circa due anni, cioè nel novembre 2020, si ottiene per esempio un rendimento annuo lordo dell’1,3%, che corrisponde a circa l’1,2% al netto delle tasse.

Con un Buono del Tesoro con vita residua a 5 anni, l’interesse incassato dall’investitore è pari al 2,9% lordo ogni 12 mesi (2,6% netto). Chi invece sceglie il Btp a dieci anni ottiene il 3,5% lordo annuo, che scende al 3,1% una volta sottratte le imposte. Tradotto in soldoni, investendo in questo titolo una somma di 100mila euro, si ricavano poco più di 3mila euro di interessi all’anno. Non va dimenticata però un'avvertenza importante.

I Buoni del Tesoro di scadenza medio-lunga come i Btp con vita residua sopra i 10 anni sono anche i più rischiosi, poiché sono molto volatili nei prezzi. In presenza di qualche turbolenza sui mercati, le loro quotazioni si inabissano. Chi li acquista deve dunque confidare sulla sostenibilità del debito pubblico italiano nel lungo periodo e magari essere disposto a tenerli nel portafoglio fino alla scadenza, se necessario.

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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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