Spesa pubblica: come funziona la nuova app del Tesoro
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Spesa pubblica: come funziona la nuova app del Tesoro

Bilancio Aperto rende accessibile a tutti i cittadini il bilancio dello Stato italiano. Ma l'hanno scaricata in sei mesi solo in 12 mila

Aperta a tutti. Facile. Accessibile. Nell’era degli smartphone anche i ragionieri dello Stato sbarcano sul mondo delle app con uno slogan alla moda e di renziana memoria. Che sia aperta a tutti, perché fa accedere a tutte le voci del Bilancio dello Stato italiano, è vero. Che sia accessibile, perché fornisce dati macro con grafici e altri strumenti, è altrettanto vero. Ma che sia facile, forse questo no.

La consultazione dei conti pubblici, come si legge sull’intro dell’app Bilancio Aperto - questo il nome per chi la cercasse su AppStore e Google Play) - è sì rapida, ma forse solo per gli addetti ai lavori: politici, economisti, commercialisti e ragionieri, sindacalisti e imprenditori.

L'arcinota casalinga di Voghera (e i suoi nipoti), ossia normali cittadini, devono ricorrere anzittutto al glossario (presente nell’app). E la consultazione di quest’ultimo potrebbe non essere sufficiente, se mancano alcuni concetti di base, per leggere con disinvoltura i dati contenuti nell'applicazione. Comunque, anche i comuni mortali possono cimentarsi nell'esercizio, se hanno tempo e voglia.

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L'hanno scaricata in 12 mila
L'app è stata sviluppata dalla Ragioneria Generale dello Stato in collaborazione con Sogei. Il debutto è avvenuto lo scorso 26 luglio e dopo circa sei mesi a scaricarla sono stati ben 12 mila intrepidi italiani (lungo la Penisola siamo più di 60 milioni), stando al comunicato del Mef del 14 febbraio, che pubblicizzava l’ultima rubrica dell’applicazione, RGS Informa, con notizie e dati sui conti pubblici. Tra le ultime novità, inoltre, i link al portale Open BDAP che rende disponibili a tutti la Banca Dati delle Amministrazioni Pubbliche.

Nell'app è possibile consultare, scaricare e condividere il Bilancio di Previsione in tutto il suo iter (è presente l'ultima Legge di Bilancio approvata e riferita al triennio 2017 - 2019), l’Assestamento di metà esercizio che aggiorna le previsioni e il Rendiconto che presenta i risultati della gestione dell’anno precedente.

Nella sezione "evidenza" è presente un quadro generale e riassuntivo del tutto, con infografiche e indicatori. Se proprio non ne sapete nulla, ci sono anche delle spiegazioni che, però, sembrano le avvertenze dei farmaci: decine e decine di righe scritte in caratteri minuscoli. Ma tant'è.

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Le serie storiche
Addetti ai lavori e curiosi possono avventurarsi nelle serie storiche per mettere a confronto l’evoluzione delle entrate e delle spese dello Stato e farsi un’idea, magari, di cosa hanno combinato i precedenti governi e quello attuale. Insomma, di roba da consultare ce n’è davvero tanta.

Come del resto, ormai, ce n’è oggi sul web. Dove? Sui siti dei comuni, delle regioni, dei ministeri e di tutte le amministrazioni pubbliche. Lo Stato, in tutte le sue forme, ha l’obbligo (decreto legislativo del 14 marzo 2013, n.33 e successive modificazioni, come il decreto trasparenza) di pubblicare online atti e documenti. Lo scopo è fornire forme diffuse di controllo sull’azione amministrativa e sull’utilizzo delle risorse pubbliche.

Peccato che siano davvero pochi i cibernauti, come nel caso dell'app Bilancio Aperto, che approdino poi in queste (davvero utili) pagine: di solito, si preferisce la zuffa sui social. Magari sull’ultima bufala che gira in rete.

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Massimo Morici

Scrivo su ADVISOR (mensile della consulenza finanziaria), AdvisorOnline.it e Panorama.it. Ho collaborato con il settimanale Panorama Economy (pmi e management) e con l'agenzia di informazione statunitense Platts Oilgram (Gas & Power).

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