Siccità, a rischio tutto il settore agricolo
Economia

Siccità, a rischio tutto il settore agricolo

Dai cereali alla vendemmia le produzioni crollano anche del 50%. Da Nord a Sud, tutti i danni all'economia

Il caldo di queste settimane rappresenta un vero e proprio flagello per la nostra agricoltura. Gli effetti della più grave siccità degli ultimi dieci anni cominciano infatti a divenire ingentissimi, e la stima dei danni causati finora alle varie coltivazioni è di un miliardo di euro, con la richiesta esplicita in molte Regioni di dichiarare lo stato di calamità.

Secondo i dati forniti dalla Coldiretti, i tagli delle produzioni a livello nazionale vanno dal 20 per cento per il pomodoro al 30 per cento per il mais fino al 40 per cento per la soia, ma forti riduzioni sono previste anche per la barbabietola da zucchero con quasi il dimezzamento della produzione nelle regioni del Nord e per il girasole (- 20 per cento), mentre la vendemmia si preannuncia una delle più contenute dell’ultimo secolo, con l’unica consolazione che sarà comunque di buona qualità.

Gli effetti del caldo si fanno sentire però anche sulla produzione di latte. Le mucche hanno prodotto in media dal 10 al 20 per cento in meno con punte che arrivano anche al 50 per cento nei giorni più roventi. E non va meglio neanche sul fronte degli allevamenti suini, con l’afa che ha tolto appetito ai maiali che consumano fino al 40 per cento in meno della consueta razione giornaliera di 3,5 chili di mangime, con un conseguente calo dell’accrescimento.

Come spesso accade nel nostro Paese però, le ragioni di questo disastro agricolo non sono solo imputabili agli effetti contingenti delle temperature di questi giorni, ma anche a una cronica inefficienza delle nostre infrastrutture.

“Siamo di fronte agli effetti di cambiamenti climatici nei confronti dei quali occorre intervenire con capitali e misure strutturali soprattutto per la distruzione dell'acqua" attacca Sergio Marini, presidente della Coldiretti.

Le regioni più colpite dalla siccità si trovano al Nord. In particolare in Veneto, a causa delle carenze idriche, sono più di 350mila gli ettari di terreno in forte sofferenza, con perdite che vanno dal 20 all'80 per cento della produzione a seconda delle zone e delle colture. In Piemonte le scarse precipitazioni estive stanno destando fortissime preoccupazioni in molti alpeggi delle province di Cuneo e Torino dove sono esaurite le risorse foraggere e dove molti allevatori stanno valutando l’opportunità di riportare a valle in anticipo il bestiame. E la siccità preoccupa anche gli agricoltori a Vercelli e Biella, dove a rischio sono in particolare le colture di riso, e dove, a proposito delle sopra citate infrastrutture, torna più che mai attuale il tema dell’ampliamento dell’invaso di Valsessera.

E non va certo meglio in Lombardia dove i raccolti di mais e pomodoro saranno in calo di oltre il 20 per cento. E scendendo lungo la Penisola si incontra un codice rosso per l’agricoltura anche nel Lazio dove in alcune zone come il viterbese ormai non piove da mesi e la prolungata siccità ha del tutto compromesso le produzioni agricole di castagneti, noccioleti, oliveti e vigneti.

Al Sud invece tra le Regioni più colpite c’è sicuramente la Puglia dove si registra un calo produttivo del 25 per cento per il pomodoro, coltura già fortemente provata dalla crisi idrica dell’anno scorso. Ma la scarsa disponibilità di acqua sta facendo sentire i suoi effetti anche sui vigneti di uva da tavola e da vino. E la situazione è allarmante anche in Campania dove il caldo torrido e la mancanza di acqua stanno compromettendo il raccolto di centinaia di ettari di terreno coltivato a nocciolo e castagne con danni anche alle coltivazioni di mais, pomodoro, uva e tabacco che la Coldiretti stima in circa 50 milioni di euro.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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