Scandalo Mps, le cinque domande su Mussari e i derivati
Economia

Scandalo Mps, le cinque domande su Mussari e i derivati

Può fallire? Quali sviluppi? Cosa fare con le azioni? E con i soldi investiti? E le altre banche sono solide?

Cinque domande semplici, che meritano però una risposta. Sono quelle che i clienti del Monte dei Paschi di Siena e tutti i risparmiatori italiani devono porsi oggi, di fronte al turbine di notizie (purtroppo negative) giunto in seguito alla vicenda che ha coinvolto l'istituto toscano e il suo ex-presidente, Giuseppe Mussari . Ecco, nel dettaglio, le principali questioni sul piatto.

MPS E I DERIVATI

LA BANCA PUO' FALLIRE?

Quasi tutti gli osservatori concordano su un punto: è difficile, almeno per il momento, che possa verificarsi un crack dell'istituto toscano poiché il governo e la Banca d'Italia farebbero di tutto per evitarlo. Mps è infatti un gruppo creditizio di rilevanza nazionale, con una presenza diffusa sul territorio. Un eventuale fallimento, che arriverebbe in una fase difficilissima per l'economia italiana, avrebbe un effetto a catena che il nostro paese oggi non può permettersi. Inoltre, benché non sia stata fatta chiarezza sui dati di bilancio, il patrimonio di 10 miliardi a disposizione di Mps, più altri 4 miliardi circa in arrivo con i Monti bond, dovrebbe rappresentare un cuscinetto sufficiente.

CHE SVILUPPI  AVRA' L'INCHIESTA?

Questo è purtroppo il punto interrogativo più importante che, al momento, non trova una risposta precisa. Negli ultimi giorni, sono uscite molte notizie preoccupanti, con il sospetto che a Siena e dintorni siano volate parecchie mazzette, per far passare la discutibile acquisizione di Antonveneta. Ciò fa pensare all'esistenza di altri buchi nascosti nei conti dell'istituto che, nella migliore delle ipotesi, dovrebbero comunque aggirarsi sui 750 milioni di euro. Purtroppo, a quanto pare, i presunti trucchetti messi in atto dal management sono stati ben congegnati, visto che sono rimasti nascosti per almeno 5 anni.

CHE FARE CON I SOLDI INVESTITI?

Al momento, possono stare abbastanza tranquilli tutti i risparmiatori che hanno impiegato i propri soldi sui conti correnti, nelle polizze assicurative, nei fondi comuni e nei fondi pensione venduti negli sportelli del Monte dei Paschi, che godono di precise garanzie stabilite dalla legge. Discorso diverso per le obbligazioni, che invece beneficiano di una protezione minore, nella malaugurata ipotesi di un crack dell'istituto emittente. Per questo, gli esperti dell'associazione Altroconsumo consigliano oggi di vendere i bond Mps e in particolare i subordinati, cioè quelli che godono di garanzie inferiori rispetto alle obbligazioni ordinarie (senior). In particolare, Altroconsumo suggerisce di sostituire i titoli che scadono dopo il 2015 con dei Btp (Buoni del Tesoro Poliennali) di uguale durata e di rimpiazzare i bond con vita residua inferiore a 2 anni con un conto corrente vincolato e ad altra remunerazione, offerto da un'altra banca.

MPS E I CORRENTISTI DELLA BANCA

COSA ASPETTARSI PER LE AZIONI MPS?

Di fronte a questo interrogativo, non tutti gli analisti sono concordi. Per adesso, prevale lo scetticismo e buona parte delle case d'affari (come banca Akros e Cheuvreux) consiglia di vendere i titoli dell'Istituito toscano. Più prudente è l'ufficio studi di Kepler che suggerisce di mantenerlo nel portafoglio. La pensano così anche gli analisti di Altroconsumo che ipotizzano il raggiungimento del pareggio di bilancio da parte di Mps (dopo anni di perdite) tra il 2013 e il 2014. Inoltre, gli esperti dell'associazione dei consumatori non escludono che la Fondazione Monte dei Paschi di Siena, attuale azionista di maggioranza, faccia un passo indietro nel capitale, aprendo la strada alla scalata di qualche gruppo bancario straniero. Il che, restiturebbe appeal speculativo alle azioni Mps anche se, per il momento, è troppo presto per disegnare scenari di questo tipo.

LE BANCHE ITALIANE SONO SOLIDE?

Di fronte al flusso di notizie sullo scandalo Mps e sui derivati nascosti, i vertici delle autorità di vigilanza (in primis il governatore della Banca d'Italia, Ingnazio Visco) hanno subito rassicurato i risparmiatori sulla stabilità e sulla solidità del sistema creditizio italiano. Si spera che abbiano ragione anche se, indubbiamente, i meccanismi di controllo della Consob e della stessa Bankitalia hanno mostrato notevoli lacune, che adesso andrebbero colmate immediatamente. E' vero che la vicenda del Monte dei Paschi presenta caratteristiche particolari, che poco hanno a che fare con la situazione altri grandi istituti di credito nazionali. Tuttavia, per i risparmiatori italiani è meglio stare in guardia.

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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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