Banca Marche, Etruria, Carife e CariChieti: cosa rischiano i correntisti
Economia

Banca Marche, Etruria, Carife e CariChieti: cosa rischiano i correntisti

Grazie al salvataggio del governo i piccoli risparmiatori, per questa volta, non verranno coinvolti nel piano di rifinanziamento

“Per questa volta è andata bene, ma in futuro le cose per i correntisti potrebbero complicarsi notevolmente”. È questa la considerazione lucida e preoccupata che fa Paolo Landi, presidente della Fondazione consumo sostenibile, dopo il via libera del governo al piano di salvataggio di Banca delle Marche, Banca popolare dell’Etruria e del Lazio, Cassa di risparmio di Ferrara e CariChieti. I quattro istituti a rischio default, saranno infatti messi in sicurezza attraverso lo stanziamento di 3,6 miliardi di euro che arriveranno dal cosiddetto Fondo di risoluzione finanziato dall’intero sistema creditizio nazionale, ma in parte anche da azionisti e obbligazionisti subordinati. “Questo significa – spiega Landi – che una parte dei clienti, e non sono pochi, che erano stati comunque spinti ad acquistare azioni e obbligazioni, ci rimetteranno di tasca propria per l’insensatezza di una gestione finanziaria imputabile solo al management delle banche in questione”.

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Salvi invece i correntisti, che dunque non dovranno preoccuparsi. “Salvi sì – chiosa ancora Landi -, ma per poco, visto che da gennaio sarebbero scattate le nuove norme europee che invece impongono il coinvolgimento anche dei correntisti nei casi di fallimento delle banche. Quindi per questa volta chi aveva un conto corrente o un semplice libretto di risparmio, non dovrà temere nulla. Ma ciò – continua Landi – non sarà più tanto vero per il futuro, e questo nuovo scenario impone che episodi di questo tipo non si verifichino più”. Ma come si può in questo senso garantire dunque maggiore tutela ai piccoli risparmiatori? Landi non ha dubbi nel sostenere che la responsabilità debba cadere interamente sulle spalle della Banca d’Italia.

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“È proprio Palazzo Koch che detiene il potere di controllo sul sistema creditizio – attacca Landi – e dunque il fatto che dopo il caso clamoroso del Monte dei Paschi di Siena, si ripropongano ancora gli esempi negativi delle quattro banche di cui stiamo parlando, significa che ci sono delle evidenti falle nel sistema di controllo di Bankitalia”. Un richiamo forte dunque, che diventa ancora più sentito considerando proprio che, come già detto, in futuro, quando andranno a regime le nuove regole comunitarie, a risentire della mala gestione di qualche banca potrebbe essere anche il piccolo risparmiatore. “Francamente trovo assurdo che gli errori di qualche manager poco accorto debbano essere pagati dai piccoli correntisti – sottolinea Landi – però queste saranno le nuove condizioni con cui dovremo fare i conti. Quello che chiediamo allora è che per il futuro i controlli della Banca d’Italia diventino decisamente più stringenti proprio per fare in modo che episodi di default come quelli di questi giorni non si verifichino più”.      

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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