Salta il Salva Roma, stop alla sanatoria di Equitalia
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Salta il Salva Roma, stop alla sanatoria di Equitalia

Con il ritiro del decreto sulla Capitale, cartelle arretrate rottamabili solo fino a domani e inoltre blocco del bonus sui mobili

Le conseguenze del ritiro del cosiddetto decreto Salva Roma si faranno sentire non solo sulla Capitale, alle prese con un buco di bilancio dalle dimensioni mostruose, ma anche sui tanti contribuenti che avrebbero voluto approfittare di una serie di agevolazioni fiscali contenute nello stesso provvedimento. Se da una parte dunque il sindaco della Capitale Ignazio Marino annuncia che per protesta domenica potrebbe bloccare la città sospendendo l’erogazione di tutti i servizi pubblici e a Palazzo Chigi è in corso un vertice d'urgenza per trovare una soluzione, dall’altra vediamo quali sono gli altri provvedimenti saltati e connessi a quel decreto che il governo è stato costretto a ritirare a causa dell’ostruzionismo parlamentare di Lega e M5S.

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Addio innanzitutto alla proroga dei termini utili per la sanatoria con cui rottamare in modo agevolato cartelle arretrate di Equitalia. Il termine originario del 28 febbraio, grazie proprio ad un emendamento contenuto nel decreto Salva Roma, era stato infatti posticipato al 31 marzo. Ora quindi si torna al punto di partenza, e dunque l’ultimo giorno utile per sistemare pendenze arretrate con il fisco senza pagare sanzioni e interessi di mora sarà domani. Ma le brutte notizie non finiscono qui. A svanire nel nulla infatti è il contenuto di un altro emendamento che in un qualche modo dava maggiore consistenza al famoso bonus per mobili e ristrutturazioni.

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Nel Salva Roma infatti era stata introdotta una postilla che eliminava il limite secondo il quale il valore dei mobili acquistati e connessi a una ristrutturazione dovesse essere inferiore a quello calcolato per i lavori di ristrutturazione stessa. Insomma, ad esempio, a fronte del rifacimento murario di una cucina costato 4mila euro, in origine non si sarebbero potuti acquistare nuovi mobili per più di questa cifra. L’emendamento introdotto intendeva appunto superare questo ostacolo, permettendo ai cittadini di acquistare con detrazione fiscale una nuova cucina di valore anche fino a diecimila euro. Tutto ciò ora non sarà più possibile, perché si torna al limite previsto in origine dalla legge. E come se tutto ciò non bastasse, il blocco del Salva Roma si porta dietro l’annullamento di un’altra misura che sul fronte fiscale intendeva agevolare soprattutto le imprese che fanno pubblicità online.

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Ci riferiamo alla cosiddetta web tax, ossia alla nuova imposta che impone un prelievo forzoso all’atto dell’acquisto di réclame su Internet. La nuova misura fiscale sarebbe dovuta entrare in vigore il primo gennaio di quest’anno, ma grazie ad un emendamento, la scadenza era stata spostata al prossimo giugno. Ora però, come più volte accennato, tutto è saltato, e dunque anche la tassa in questione risulterà in vigore dal primo gennaio di quest’anno, con tutte le conseguenze in termini di possibile applicazione retroattiva. Difficile prevedere quello che accadrà nei prossimi giorni, con un governo impegnato su diversi e difficili fronti. Qualcuno però abbozza l’ipotesi che il nuovo esecutivo Renzi potrebbe anche mettere a punto un decreto a parte, così come i cittadini di Roma sperano accadrà per i conti della Capitale, in cui si potranno ripresentare gli emendamenti fiscali aboliti con il ritiro del decreto originario. Staremo a vedere.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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