Saldo Imu e Tasi: le 3 cose da sapere per chi paga in ritardo
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Saldo Imu e Tasi: le 3 cose da sapere per chi paga in ritardo

I contribuenti che non rispetteranno la scadenza del 16 dicembre potranno ricorrere al ravvedimento operoso

Nonostante ci siano ancora sei giorni a disposizione per mettersi in regola con il pagamento del saldo di Imu e Tasi, è bene fin d’ora chiarire cosa rischia chi non dovesse rispettare la scadenza del 16 dicembre. In questo caso infatti entrerebbe in funzione il paracadute fiscale, meglio conosciuto come ravvedimento operoso. Si tratta, come noto, della possibilità di mettersi in regola con il versamento arretrato di un’imposta, pagando solo una piccola sanzione. Vediamo però nel dettaglio come funziona questo meccanismo e quali informazioni tenere presente nel caso specifico di due imposte di carattere fondamentalmente locale come Imu e Tasi.

1 - Le decisioni dei Comuni

Chi, per svariate ragioni, non dovesse essere in grado di pagare la seconda rata di Imu e Tasi entro il 16 dicembre, prima di affidarsi al già citato ravvedimento operoso, farà bene a prendere visione delle eventuali decisioni prese in materia dal proprio Comune. In occasione del versamento della prima rata infatti, a causa dei ritardi e della confusione che aveva circondato soprattutto l’avvio del regime della Tasi, il ministero delle Finanze aveva concesso facoltà ai Comuni, di deliberare un periodo cuscinetto successivo alla scadenza, entro il quale in ogni caso non si sarebbe pagata nessuna sanzione. Sarà bene dunque verificare che anche per il saldo del 16 dicembre qualche Comune non abbia adottato misure analoghe, allungando i tempi del possibile pagamento delle imposte senza sanzioni.

2 - Ravvedimento operoso classico

Nel caso in cui non ci siano decisioni specifiche del Comune dunque, il contribuente ritardatario dovrà pagare multa e interessi. La loro entità però sarà molto contenuta grazie al citato strumento del ravvedimento operoso. Se infatti si paga entro i primi 14 giorni oltre la scadenza, nel caso specifico entro il prossimo 30 dicembre, si potrà usufruire del cosiddetto ravvedimento sprint, che prevede una maggiorazione lieve dello 0,2% per ogni giorno di ritardo con in aggiunta gli interessi legali pari all’1% annuo. Dal 1° gennaio 2015 scatta invece il ravvedimento breve, con una maggiorazione fissa del 3%, che sarà possibile utilizzare fino al prossimo 15 gennaio sempre con l’aggiunta degli interessi legali. Infine, dopo questo termine, scatta il ravvedimento lungo, con una maggiorazione del 3,75% che vale per un anno, fino cioè al 16 dicembre del 2015. Passato questo termine scatterà la sanzione piena pari al 30% di quanto dovuto.

3 - Nuovo ravvedimento operoso

All’interno della legge di stabilità, in via di approvazione definitiva in Parlamento, è stata messa a punto una nuova disciplina del ravvedimento operoso che si potrebbe andare ad aggiungere a quella già attualmente operativa. Nel caso dunque la legge di stabilità dovesse essere approvata, dal primo gennaio, per mettersi in regola con il pagamento di Imu e Tasi, si potrà tenere conto anche di queste nuove regole. Esse in pratica stabiliscono una sorta di ravvedimento senza limiti, visto che l’applicazione della sanzione piena al 30%, scatterà solo in seguito ad un vero e proprio accertamento fiscale per mancato pagamento. Le nuove regole, come detto, contemplano quelle già attualmente in uso a cui se ne aggiungono tre nuove: sanzione al 3,3% entro 90 giorni, sanzione al 4,2% entro 2 anni e sanzione al 5% oltre 2 anni.





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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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