Redditometro, i tre strumenti per farlo funzionare
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Redditometro, i tre strumenti per farlo funzionare

Spesometro, Superanagrafe dei conti correnti e limitazione del contante: ecco come il fisco combatterà gli evasori

Una perfetta manovra a tenaglia, un vero e proprio accerchiamento il cui obiettivo finale è quello di scovare quell’evasione fiscale che da anni rappresenta la vera palla al piede dell’economia italiana ed è purtroppo fonte di profonde iniquità sociali. Si potrebbe riassumere così la strategia che l’Agenzia delle entrate sta lentamente, ma inesorabilmente, mettendo in campo ormai da qualche anno. Vera cartina di tornasole di questa agguerrita lotta a chi le tasse proprio non vuole pagarle, è il nuovo redditometro.

ECCO IL NUOVO REDDITOMETRO

È grazie a questo strumento infatti che verranno messe a confronto le entrate e le uscite dei singoli contribuenti per capire se esistono incongruenze. E le prime 20mila lettere all’indirizzo di cittadini considerati a rischio evasione sulla base proprio del nuovo redditometro, sono partite in queste settimane. Per il momento, sono stati presi in considerazione quei casi in cui tra spese effettuate e redditi incamerati esisterebbero discrepanze dell’ordine del 20%. Nel tempo però lo strumento per eccellenza di lotta all’evasione dovrebbe sempre più affinarsi, e proprio a questo scopo, sono tre, almeno per il momento, i pilastri su cui si appoggerà l’analisi economica del contribuente. Si tratta di altri tre strumenti di controllo finanziario dei contribuenti che funzioneranno come una sorta di prova del nove, o di controprova, nel caso dovessero emergere incongruenze tra entrate e uscite economiche.

COME DIFENDERSI DAL REDDITOMETRO

Ci riferiamo innanzitutto allo spesometro e alla Superanagrafe dei conti correnti. E’ infatti evidente che, le informazioni raccolte con queste due vere e proprie banche dati aggiornate annualmente, permetteranno al fisco di contestare, ove necessario, a contribuenti disonesti, eventuali incongruenze contenute nel redditometro. Come a dire che nulla sfuggirà all’occhio vigile dell’erario e dunque al cittadino onesto non potrà che convenire dichiarare in maniera autonoma le proprie spese e i propri movimenti bancari, anche perché il fisco, come detto, avrebbe armi molto incisive per poter desumere tutto ciò in maniera indipendente. Con lo spesometro infatti verranno monitorate puntualmente tutte le spese superiori ai 3.600 euro che il singolo consumatore effettuerà in qualsiasi esercizio commerciale o presso qualsiasi impresa o libero professionista.

ECCO COME FUNZIONA LO SPESOMETRO

In fase quindi di definizione del redditometro, grazie all’incrocio con lo spesometro, eventuali spese eclatanti non potranno che emergere chiaramente. Discorso analogo varrà per quanto concerne la Superanagrafe dei conti correnti. Tutto ciò che avverrà in banca, dai movimenti di conto agli acquisti di certificati di deposito o di buoni fruttiferi, e ancora dalla contrattazione di derivati fino ai trasferimenti effettuati in qualche cassetta di sicurezza, dovrà essere dichiarato. E allora, ancora un volta, quando il redditometro del singolo contribuente prenderà forma, nascondere eventuali “tesoretti” bancari sarà del tutto impossibile.

CONTI CORRENTI, NULLA SFUGGIRA' PIU' AL FISCO

A tutto ciò inoltre si aggiungono le recenti disposizioni riguardanti la circolazione di denaro contante. Aver imposto sistemi tracciabili per pagamenti superiori ai 999,99 euro, permetterà al fisco di avere a disposizione una terza efficacissima arma da utilizzare per verificare quanto emergerà ancora una volta dal redditometro. Insomma, stavolta sembra davvero che l’Agenzia delle entrate abbia a disposizione tutti gli strumenti, che qualcuno giudica addirittura fin troppo invasivi della privacy dei contribuenti, per mettere in campo una seria lotta all’evasione fiscale. Ora si attendono con ansia i primi risultati.

PAGAMENTI IN CONTANTI, ECCO COSA DICE LA LEGGE

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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