Redditometro, ecco chi si salva dal Grande Fratello fiscale
Economia

Redditometro, ecco chi si salva dal Grande Fratello fiscale

I pensionati con un solo assegno mensile non saranno spiati, come la gran parte dei lavoratori dipendenti. Fari puntati sui liberi professionisti, imprenditori e commercianti

Chi finirà sotto la lente del redditometro, lo strumento in mano al Fisco per stanare i truffaldini che dichiarano poco e vivono da nababbi? A chiarire quello che non è specificato dalle normative – che parlano solo di tipologie di famiglie ma non di "mestieri" - c'ha pensato il Fisco stesso con una nota pubblicata domenica 20 gennaio .

Un intervento inusuale, ma dovuto: bisognava spiegare l'impossibilità di schedare miliardi di singoli movimenti bancari (sono un centinaio le voci di spesa che dovrebbero tratteggiare la capacità contributiva dei cittadini o delle famiglie) di oltre 40 milioni di contribuenti italiani.

I controlli alla fine, ha spiegato l’Agenzia delle entrate, saranno pochissimi - il futuro è d’obbligo, in quanto il redditometro non è ancora operativo (manca la circolare attuativa): 35.000 "sfortunati" i cui conti e spese saranno passati al setaccio, stando alla convenzione annuale tra Fisco e ministero del Tesoro, ossia meno di 1 italiano su 1.000.

Insomma, Befera sembra aver deciso di partire da due estremi: da una parte, considerando i molti finti o sospetti poveri che beneficiano di sussidi pubblici (e quindi Isee, pensioni di invalidità e altro ancora); dall'altra, partendo dagli acquisti indicativi di un tenore di vita di lusso: moto e auto di grossa cilindrata, barche ecc.

Di sicuro, ha specificato l'Agenzia, si salveranno i pensionati "titolari della sola pensione": non saranno mai selezionati dal redditometro.

A naso, inoltre, anche se il Fisco non l’ha espressamente detto, si intuisce che ad essere lasciata in pace sarà anche un'altra macro categoria di lavoratori: i dipendenti, che non abbiano però un secondo lavoro in nero e, quindi, non spendano più di quanto consenta loro lo stipendio o le altre entrate dichiarate.

Ma che cosa farà scattare dunque il campanello d'allarme del Fisco? Soprattutto, spiega l'Agenzia, i casi estremi: come quelli in cui "alcuni contribuenti, pur evidenziando un'elevata capacità di spesa, dichiarano redditi esigui, usufruendo così di agevolazioni dello Stato sociale negate ad altri che magari hanno un tenore di vita più modesto".

In dettaglio, l'Agenzia ha voluto ribadire che in fase di selezione, le posizioni con scostamenti inferiori a 12.000 euro non saranno prese in considerazione, pari a una differenza tra entrate e uscite di circa 1.000 euro al mese: il controllo, quindi, non verrà attivato quando la differenza tra reddito dichiarato e spese effettuate risulterà oltre il 20%, ma inferiore a questa cifra.

Ovvio, aggiunge la nota del Fisco, che "l'azione sarà efficace se diretta a individuare casi eclatanti e non di leggeri scostamenti tra reddito dichiarato e quello speso".

Il sospetto, quindi, è che i primi ad essere spiati, saranno i conti correnti di quelle categorie che da sempre hanno ricevuto "particolari attenzioni" da parte delle autorità: i liberi professionisti, gli imprenditori e i commercianti.

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Massimo Morici

Scrivo su ADVISOR (mensile della consulenza finanziaria), AdvisorOnline.it e Panorama.it. Ho collaborato con il settimanale Panorama Economy (pmi e management) e con l'agenzia di informazione statunitense Platts Oilgram (Gas & Power).

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