Redditometro, i consigli utili per salvarsi dal fisco
Economia

Redditometro, i consigli utili per salvarsi dal fisco

Prepararsi a dare spiegazioni, tenere le ricevute dei redditi extra-lavorativi e delle spese più importanti

UPDATE: dal 1 agosto è entrato in vigore il Redditometro, lo strumento dell'Agenzia delle Entrate che passa in rassegna le nostre entrate e le nostre uscite per verificare la presenza di evasori tra gli italiani. Già a gennaio, quando si definirono le caratteristiche del nuovo software parlammo a lungo delle modalità con cui difendersi da eventuali controlli del Fisco in seguito proprio al lavoro del Redditometro. Ve li riproponiamo: Ecco come difendersi. TUTTO SUL REDDITOMETRO

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L’arrivo del nuovo redditometro ha scatenato una sorta di panico generale tra gli italiani. La paura è che in un modo o in un altro il fisco riesca a trovare delle anomalie nelle nostre dichiarazioni facendo scattare accertamenti ed ispezioni. Un allarmismo in parte giustificato dalla estrema meticolosità con cui il nuovo strumento di lotta all’evasione è stato congegnato. Si tratta infatti di una radiografia completa dei nostri consumi, che scandaglierà ogni minimo esborso. D’altra parte però è anche vero che, come ha tenuto a ribadire più volte l’Agenzia delle entrate, chi è in regola nulla deve temere. In ogni caso, ecco di seguito cinque consigli utili per evitare un’ispezione o nel peggiore dei casi per poterla eventualmente affrontare senza incorrere in pesanti sanzioni.

Essere pronti a fornire spiegazioni
Il nuovo sistema di monitoraggio delle nostre entrate e delle nostre uscite, è stato congegnato sulla base del cosiddetto doppio contraddittorio. Il contribuente il cui redditometro dovesse infatti segnalare qualche anomalia tra redditi percepiti e spese effettuate , non verrà subito sottoposto ad accertamento. Sarà invece chiamato per un colloquio in cui potrà in prima battuta dare tutte le spiegazioni del caso. È in questo passaggio che si decide il destino su una futura possibile ispezione. Il consiglio è dunque, in caso di chiamata, di prepararsi in maniera dettagliata a dare spiegazioni il più possibile esaurienti. Solo nel caso in cui queste spiegazioni dovessero infatti risultare insufficienti, il fisco farà partite un accertamento e a quel punto saremo chiamati per un nuovo contraddittorio, questa volta però con accuse specifiche di evasione.

Scontrini inutili
Tanto si è detto circa la necessità di dover giustificare fin nel minimo dettaglio tutte le nostre spese. Ebbene, sgombriamo subito il campo da un possibile equivoco: le ricevute delle spese minute, quelle che cioè riguardano in particolare alimentazione e abbigliamento non dovranno essere conservate. E questo perché questo tipo di consumi verranno stimati per ogni singola famiglia sulla base di medie nazionali calcolate ogni anno dall’Istat. Le medie in questione tengono conto della tipologia di famiglia (single, coppie,  figli ecc.) e della localizzazione geografica (Nord, Centro, Sud ecc.), stimando quanto una famiglia di un certo tipo spende ogni anno per alimentazione e vestiario. Inutile dunque conservare gli scontrini del supermercato, anche perché, in ogni caso, il fisco potrebbe sempre ribattere che non le abbiamo portate tutte le ricevute, e noi non saremmo in grado di dimostrare il contrario.

Ricevute da conservare
Diverso il discorso invece se si parla di spese straordinarie che avvengono nel corso dell’anno, e che il fisco potrebbe comunque rilevare attraverso delle banche dati. L’esempio più calzante è quello di una vacanza o anche solo di un viaggio di qualche giorno. Nel caso specifico, conservare biglietti aerei o navali (nel caso ad esempio di crociere), insieme alle fatture di hotel e ristoranti, potrebbe servire a giustificare in maniera puntuale spese di un certo livello.

Redditi aggiuntivi
Particolare attenzione bisognerà poi prestare al fronte dei redditi percepiti. Sarebbe infatti opportuno riuscire a tenere nota di tutte le possibili entrate, anche di quelle che normalmente non vengono esplicitate nella dichiarazione fiscale di fine anno. Il riferimento è in particolare a quei redditi che per ragioni diverse (perché tassati alla fonte o perché esenti, ad esempio), non possono essere rilevati dal fisco. In questo caso è di fondamentale importanza poter dimostrare all’erario di aver avuto delle entrate diverse da quelle del semplice reddito dichiarato, che possano giustificare determinate spese. Più complicato, ma questo è tema di forti discussioni, potrebbe essere dimostrare invece che una certa somma di denaro ci è stata elargita a titolo di regalo, da un parente, un amico o un genitore. Se infatti il passaggio di denaro avviene in contanti, potrebbe sorgere qualche grattacapo in più, per dimostrarne la provenienza.

Investimenti e disinvestimenti
Altro elemento che potrebbe creare controversie è quello che concerne investimenti di una certa entità economica, che un contribuente mette in atto facendo conto su vecchi disinvestimenti. Esempio classico è quello dell’acquisto di una casa, che viene effettuato grazie a fondi che arrivano dalla vendita di un’altra abitazione avvenuta magari qualche anno prima. Il redditometro terrà conto di disinvestimenti effettuati fino a quattro anni prima. Per somme più vecchie invece, in caso di spese considerevoli, si tratterà di dimostrare di avere da parte dei risparmi di lunga data, e anche in questo caso però si entrerà in un contraddittorio dagli esiti meno scontati, visto che avere delle prove specifiche non sarà così agile.

(Questo articolo è stato scritto il 7 gennaio 2013 e aggiornato l'ultima volta il 5 agosto 2013)

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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