Redditometro, come funziona lo strumento anti-evasione
Economia

Redditometro, come funziona lo strumento anti-evasione

Calcolerà lo scostamento tra reddito effettivo e spesa. E se supererà il 20% chiamerà all'ordine il contribuente

Se con il redditest, scaricabile online e immediatamente utilizzabile, gli italiani stanno cominciando da subito a prendere dimestichezza, c'è attesa ora per l'entrata in vigore del redditometro.

Si parte a gennaio. Di cosa si tratta? Semplice: di uno strumento con cui il fisco stima il reddito presunto di un contribuente sulla base delle spese che questi ha effettuato e calcolate dall'Agenzia delle entrate in base a indici e a rilevazioni effettuate direttamente. Se il fisco nota qualcosa di strano, convoca subito il "presunto" evasore per chiedergli di giustificare lo scostamento.

Tecnicamente come funzionerà non è ancora chiarissimo ma "di sicuro sarà utile per la lotta all’evasione” dice Alessandro Santoro economista dell’Università Bicocca.

E la sua convinzione deriva da una precisa constatazione. Il redditometro non servirà per combattere la grande evasione ma quella piccola responsabile almeno del 90% dell’evasione totale.

Un rilievo che spiega dunque perché il redditometro potrà forse essere utile per combattere proprio un malcostume tipicamente italiano: le piccole evasioni quotidiane. Detto ciò è fuori discussione che il redditometro, almeno per quello che finora è dato sapere, presenta comunque dei limiti evidenti.

Si sa innanzitutto, come spiegato dallo stesso Befera, che i primi accertamenti inizieranno su quelle 4,3 milioni di famiglie il cui rapporto tra reddito e spese è stato ritenuto incoerente . Si partirà dagli scostamenti maggiori, e se per legge il minimo è fissato al 20%, il direttore dell’Agenzia delle entrate ha fatto già sapere che comunque in prima battuta si prenderanno in esame scostamenti molto maggiori. Una puntualizzazione che fa il paio con quella, espressa tra l’altro già in sede di presentazione del redditometro, secondo cui non ci sarà nessun accanimento verso i redditi più bassi.

Tutte precisazioni che portano il professor Santoro a fare un rilievo molto puntuale. “Quello che è poco chiaro ancora è come questo verrà messo in relazione con il reddito dichiarato. Faccio un esempio semplicissimo: se io dichiaro di aver ricevuto del denaro da un familiare a titolo di regalo, è vero che lo potrò computare nella compilazione del redditest , ma come lo si potrà provare in termini di redditometro? Se ho ricevuto un bonifico sono fortunato, ma se come spesso accade in tante famiglie italiane, la dazione avviene in contanti, come potrò dimostrarlo?”.

Un problema questo non da poco, se si considera che in un Paese come l’Italia dove esiste un fortissimo welfare familiare e in un momento di crisi come questo, sono davvero tantissime le famiglie che stanno sostenendo i redditi dei propri figli con elargizioni di denaro assolutamente con tracciabili e non documentabili. “Io ho visto in alcune occasioni – chiosa Santoro – addirittura comprare casa in contanti con parte dei soldi ricevuti dalla famiglia”. Un rilievo che porta a concludere che sarà bene fin d’ora non ammantare il redditometro di un potere di risoluzione della piaga dell’evasione, che assolutamente non possiede.

“Io credo che sarà utilizzato, soprattutto nella fase iniziale – sostiene Santoro – con grande parsimonia, e stimo che potranno essere non più di 15-20mila gli accertamenti effettivi che si potranno fare”. Anche perché bisogna considerare che comunque stiamo parlando di uno strumento sperimentale, che tra l’altro non viene utilizzato da nessuna altra agenzia al mondo, e quindi sarebbe opportuno forse prevedere un tempo lungo di rodaggio.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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