reddito di cittadinanza
ANSA/ LUCA LAVIOLA
Economia

Reddito di Cittadinanza, come potrebbe cambiare

Il sussidio voluto dal M5S forse partirà più tardi del previsto e potrà essere trasformato in uno sgravio per le aziende

Partenza in primavera anziché a gennaio. Così potrebbe cambiare, ma il condizionale è d’obbligo, la tabella di marcia che porterà alla nascita del Reddito di Cittadinanza, il sussidio contro la povertà fortemente voluto dal Movimento 5 Stelle e previsto dal contratto di governo sottoscritto dalla maggioranza giallo-verde.

Trattative con Bruxelles

Lo slittamento è legato a doppio filo alle trattative sulla manovra economica tra l’esecutivo guidato da Giuseppe Conte e la Commissione Europea. La Legge di Bilancio italiana, come sa bene chi ha seguito le cronache delle ultime settimane, è stata infatti bocciata dall’Ue, che vorrebbe un deficit più basso di quello preventivato da Roma, pari al 2,4% del pil nazionale. Entrambe le parti, dopo il muro contro muro dei giorni scorsi, sono però disponibili a dialogare e uno dei punti di contatto tra Italia e Ue potrebbe essere proprio lo slittamento in avanti del Reddito di Cittadinanza.

Facendo partire più tardi il nuovo sussidio (e anche la riforma delle pensioni che abbassa l’età di uscita dal lavoro), lo stato italiano potrà risparmiare nel 2019 circa 5 miliardi di euro rispetto a quanto preventivato, destinandoli agli incentivi agli investimenti, come chiede l’Europa.

Incentivo alle imprese

Inoltre, si fa strada l’ipotesi che il Reddito di Cittadinanza venga rimodulato secondo i desiderata della Lega, introducendo la possibilità di trasformarlo in un’agevolazione alle imprese che assumono. Nello specifico, se nel 2019 un’azienda recluterà nel proprio organico un disoccupato che già beneficia del Reddito di Cittadinanza, potrà incassare alcune mensilità del sussidio (probabilmente per un trimestre).

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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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