Raffaele Bonanni: "Ma quali riforme? La spesa esplode"
PAOLO GARGINI / Imagoeconomica
Economia

Raffaele Bonanni: "Ma quali riforme? La spesa esplode"

Due settimane fa il leader della Cisl aveva rilasciato questa intervista a Panorama. Tra i temi, le riforme mancate e i rapporti (tesi) con la Cgil

UPDATE: Raffaele Bonanni ha annunciato di voler abbandonare la segreteria della Cisl in anticipo rispetto alla scadenza naturale del suo mandato. Solo due settimane fa aveva rilasciato questa intervista a Panorama in cui erano chiari i temi di scontro con la Cgil di Susanna Camusso soprattutto in merito alla riforma del lavoro, tema caldo proprio delle ultime settimane.

----------------------------

Chiedere dell’operato del governo al segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, è come scoperchiare un vaso che comincia a tracimare: «I dati economici dell’Italia sono i peggiori dell’Ocse, siamo in recessione e in deflazione. Un drammatico gioco dell’oca ci sta rispedendo alla situazione del 2011. E in tutto questo Matteo Renzi vuol decidere tutto da solo».

Lui dice di non voler concertare ogni decisione con voi sindacalisti perché fate resistenza alle riforme, come tutti i conservatori.
Conservatore a chi? Il sindacato non è tutto uguale. Noi della Cisl non abbiamo mai usato la concertazione per porre veti e anche su questo vogliamo aprire al più presto un confronto con la Cgil. Siamo stati insultati per aver sostenuto la contrattazione aziendale e il salario di produttività. Abbiamo lottato per difendere l’accordo alla Fiat, e ora devo sentire che siamo conservatori, mentre Renzi sceglie come interlocutore privilegiato proprio il sindacato più conservatore, la Fiom di Maurizio Landini? No, quello del premier è solo un giochino furbo e cinico.

Di che giochino parla?
Quello di rovesciare sull’intera rappresentanza sociale un problema interno alla sinistra. Renzi ha un conto aperto con la Cgil, che ha fatto sponda ai suoi oppositori nel Pd. E poiché la loro base di riferimento è in gran parte la stessa, per limitare i danni allarga il conflitto alle altre confederazioni. Risultato: è l’unico leader di centrosinistra in Europa che nega il rapporto con il sindacato.


Conservatore a chi? Il sindacato non è tutto uguale. Noi della Cisl non abbiamo mai usato la concertazione per porre veti

Come giudica le riforme messe sul tavolo da Renzi?
Ma quali riforme? Il presidente del Consiglio continua a magnificare lo sgravio degli 80 euro, che poi in media sono 54 perché variano in base al reddito, mentre le addizionali fiscali di regioni e comuni sono raddoppiate o triplicate. La riduzione delle tasse non c’è e quella degli sprechi nemmeno. Nell’ultimo semestre, mentre Renzi ci vendeva e rivendeva la storia degli 80 euro, la spesa pubblica è aumentata di 100 miliardi.

Sulla riforma del mercato del lavoro siete d’accordo?
Non ho obiezioni. Il contratto di inserimento triennale con tutele crescenti va bene, ma a una condizione: che ci sia una vigilanza severissima contro le false partite Iva, gli associati in partecipazione, i co.co.pro. 1 milione di giovani è truffato giornalmente, anche nella Pubblica amministrazione, con contratti di questo tipo. Nel silenzio generale delle classi dirigenti.

Il taglio delle aziende degli enti locali è stato tolto all’ultimo momento dallo Sblocca Italia. Ne è rimasto sorpreso?
Sinceramente no. Le municipalizzate sono il vero abbeveratoio dei partiti ed è in quel mondo che Renzi ha costruito la sua fortuna politica. Figurarsi se si mette contro valvassori e valvassini dei comuni e delle regioni.

In quei sistemi di potere si sono infilati tanti sindacalisti.
Il sindacato è uscito ormai da tutti i consigli di amministrazione, a differenza dei partiti. Riguardo agli enti locali avevamo proposto di impedire aumenti di addizionali fiscali ai comuni incapaci di recuperare l’evasione, ma non siamo stati ascoltati. La lotta all’evasione è scomparsa dall’agenda politica.


Sulla riforma del mercato del lavoro non ho obiezioni ma a condizione che ci sia una vigilanza contro le truffe


Finora ha parlato soprattutto di ciò che manca nelle riforme di Renzi. E quel che c’è?
Non è abbastanza trasparente. Valga l’esempio dello Sblocca Italia. Verrebbe da dire che la montagna ha partorito il topolino, ma a guardar bene c’è anche un topone: la possibilità di allungare le concessioni autostradali. È questione di grande rilievo economico, eppure non ne sa niente nessuno.

Fra le cose fatte c’è anche la riforma del pubblico impiego, con il taglio del 50 per cento dei permessi sindacali.
Su questo ho un atteggiamento gandhiano. Mi rimetto all’opinione dei cittadini e chiedo se era più urgente ridurre i permessi sindacali oppure le 30 mila stazioni appaltanti della Pubblica amministrazione, a cui nessuno mette mano.

I più letti

avatar-icon

Stefano Caviglia