Prezzi benzina, trasparenti e online. Passera ci prova
Economia

Prezzi benzina, trasparenti e online. Passera ci prova

Obbligo per tutte le pompe di comunicare al ministero le proprie quotazioni. Forti dubbi sull’efficacia dello strumento

E’ ormai fuori discussione che la battaglia per cercare di contenere i prezzi di benzina e gasolio passi da una migliore circolazione dell’informazione. Era anche per questo che nel decreto sulle liberalizzazioni di circa un anno fa, il governo Monti aveva previsto che si mettesse in moto un meccanismo, già sperimentato con successo in altri Paesi, per cui i singoli distributori comunicassero al sito del ministero dei Trasporti i propri prezzi dei carburanti, in modo che questi fossero messi a disposizione di tutti gli utenti per scegliere le pompe che praticassero i prezzi migliori. Un’idea tanto semplice quanto evidentemente complicata da attuare, visto che c’è voluto un anno affinché il ministro Corrado Passera emanasse proprio in questi giorni due decreti ministeriali che in un qualche modo dovrebbero rendere effettivamente attuabile questo progetto.

Cosa prevede la legge
Le nuove norme, quando entreranno finalmente in vigore, previa pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, prevedono in pratica che in maniera graduale, partendo dalle autostrade, passando per le strade statali fino ai centri urbani, tutti i distributori di benzina e gasolio, comunichino al ministero le proprie quotazioni dei carburanti. I dati così raccolti verranno messi su una piattaforma consultabile da un qualsiasi automobilista, che potrà così rendersi conto dove gli conviene di più rifornirsi. Un sistema che ad esempio funziona già da tempo in Francia, dove è possibile connettersi al sito del ministero dei trasporti con un qualsiasi strumento, computer, smartphone, tablet e altro, e da una qualsiasi  località del Paese scoprire quale benzinaio offre il pieno a costi più vantaggiosi.

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La spinta dell’Antitrust
La decisione arrivata in queste ore da parte del ministro Passera, sembra essere frutto anche delle pressioni che l’Antitrust ha esercitato in questi mesi sul governo. L’Autorità per il mercato e la concorrenza infatti, in più occasioni, ha invitato caldamente il governo a dare effettiva attuabilità alla legge che prevedeva la rilevazione e la pubblicazione sul sito dei prezzi di tutti i benzinai. Una pratica questa per altro già prevista da una norma precedente risalente al 2009.

Un sistema finora poco efficace
E in effetti, la piattaforma del sito del ministero dei Trasporti che dovrebbe raccogliere i dati sui prezzi dei carburanti, è in funzione già da circa quattro anni, ma in maniera poco efficace e dunque  con scarsi successi. Le comunicazioni hanno infatti una periodicità non regolare, e per il momento arrivavano perlopiù solo da pompe collocate sulle autostrade. La vera novità che introduce ora il ministro Passera con i due nuovi decreti attuativi, è che gradualmente i dati dovranno affluire da tutte le pompe e per i gestori ci sarà l’obbligo di comunicare i prezzi.

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Dubbi e perplessità
Restano però una serie di questioni aperte che non lasciano grandi speranze sul fatto che stavolta il sistema di rilevazione possa partire davvero in modo efficace. Innanzitutto i due decreti in questione sono stati annunciati ma non sono ancora pubblici. La loro definitiva pubblicazione in Gazzetta ufficiale dipenderebbe infatti dal parere della Corte dei conti, che potrebbe anche bocciarli se non forniti di necessaria copertura economica. Un altro elemento che metterebbe in discussione l’efficacia della piattaforma è legato poi alla procedura di comunicazione dei dati. Innanzitutto per il momento la legge continua a parlare di rilievi periodici, e quindi non ci sarebbe una verifica quotidiana dei prezzi, circostanza che toglierebbe agli automobilisti fin dall’inizio gran parte dell’utilità della piattaforma.

Inoltre è vero che la legge prevede che i gestori siano obbligati a trasmettere i valori dei prezzi praticati, ma non è prevista nessun tipo di sanzione per chi non rispetti questa procedura. Infine, è bene ricordare che stiamo parlando di una rete di distribuzione di carburanti che conta circa 20mila pompe su tutto il territorio nazionale, e ci sono forti dubbi che la piattaforma in uso al ministero possa davvero monitorare in modo efficace una platea così ampia di gestori. In ogni caso, staremo a vedere.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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