Precari e pubblica amministrazione: chi sono e cosa cambia per loro
Economia

Precari e pubblica amministrazione: chi sono e cosa cambia per loro

Il governo promette una proroga delle assunzioni fino a luglio, ma non risolve i problemi. Ecco perché

Una proroga di 7 mesi per i contratti in scadenza, che consente di prendere un po' di tempo. Con questa misura-tampone, contenuta in un emendamento alla Legge di Stabilità, il governo vuole risolvere temporaneamente il problema dei precari della pubblica amministrazione (Pa), che rischiano di perdere il posto a partire dal prossimo 31 dicembre.

LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E LE ASSUNZIONI FLESSIBILI

In tutta Italia, infatti, ci sono ben 250mila persone che lavorano per gli enti statali con un' assunzione a tempo determinato o flessibile, che giungerà alla naturale scadenza entro la fine di quest'anno o prima dell'estate. Oltre 135mila precari a rischio sono nella scuola, 35mila circa nella sanità, più di 65mila nelle Regioni, mentre quasi 15mila lavorano per lo stato centrale. Ora, il governo ha deciso di dare un barlume di speranza a questo nutrito esercito di dipendenti pubblici, raccogliendo le reazioni positive anche della Cgil, che ha salutato con favore le misure messe in cantiere dal ministro della Funzione Pubblica, Filippo Patroni Griffi. Tuttavia, il sindacato diretto da Susanna Camusso considera la decisione dell'esecutivo soltanto “un piccolo passo in avanti, che non risolve definitivamente i problemi”.

I PRECARI A RISCHIO IN ITALIA

Che la proroga al 31 luglio sia soltanto un modo per prendere tempo, è indubbiamente vero. Il governo e i sindacati lo sanno bene, visto che il fenomeno del precariato nella pubblica amministrazione è assai diffuso e viene da lontano. Per capirlo, basta guardare i dati diffusi ogni anno dalla Ragioneria Generale dello Stato: secondo le statistiche (aggiornate al 2010), i dipendenti statali con un contratto flessibile sono oltre 500mila: più della la metà hanno un incarico a tempo determinato, altri 50mila circa un rapporto di collaborazione coordinata e continuativa mentre la restante parte è assunta con inquadramenti diversi come il lavoro su somministrazione, i contratti di formazione lavoro o i lavori socialmente utili.

GLI ESUBERI NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

A fare la parte del leone, nell'assumere i precari, è sempre stato il mondo della scuola, con una media di 150mila-200mila incarichi a tempo determinato, assegnati ogni anno tra il 2001 e il 2009. Seguono a ruota le Regioni (più di 40mila contratti a termine ogni anno) e la sanità (circa 30mila), mentre tutti gli altri lavoratori flessibili si disperdono in una miriade di enti dello stato. Ora, visto che il governo Monti è intenzionato a tirare la cinghia e a ridurre la spesa pubblica, non sarà facile garantire una prospettiva a questa massa consistente di dipendenti, il cui destino rimane appeso a un filo. Dunque, più che studiare delle misure-tampone, meglio sarebbe se il governo affrontasse il problema a 360 gradi e se gli enti della Pa programmassero bene i propri fabbisogni di organico, senza vendere l'illusione di un posto fisso a chi rischia non averlo mai, come del resto è già avvenuto negli ultimi 10 anni.

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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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