Precari, instabili o part-time: quattro milioni di italiani tirano la cinghia
Secondo uno studio dell'Ires-Cgil, il 18% dei lavoratori vive nel disagio
Sono più di 4 milioni in tutto, tra assunti a tempo determinato, collaboratori con un contratto flessibile e dipendenti part-time. E hanno qualcosa che li accomuna: non riescono a trovare (pur desiderandola) un'occupazione stabile, a tempo pieno e indeterminato.Sono i lavoratori italiani che vivono in una situazione di disagio, secondo uno studio appena pubblicato dall'Ires , istituto di ricerche che fa capo alla Cgil.
I DATI SULLA DISOCCUPAZIONE IN ITALIA
Dunque, se è vero i disoccupati nel nostro paese sono più di 2,7 milioni (il 10,8% della popolazione attiva), non va dimenticato che, spesso, anche chi ha un lavoro non se la passa molto meglio. Oltre ai disoccupati, secondo l'Ires-Cgil, esiste infatti nel nostro paese una vasta area di persone in difficoltà, a causa delle condizioni precarie in cui lavorano.
LA DISOCCUPAZIONE TRA GLI OVER40
L'ampia classe dei disagiati, a detta dell'istituto di ricerca della Cgil, si compone sostanzialmente di 3 categorie. La prima è rappresentata dai lavoratori assunti con un contratto a termine che vorrebbero trovare un inquadramento stabile ma che non ci riescono (in totale si tratta di oltre 2,2 milioni di persone). A questi, vanno aggiunti quasi 360mila collaboratori che operano con un assunzione flessibile e che aspirano invano ad avere un contratto a tempo indeterminato. Infine, c'è una categoria spesso dimenticata dai media e dall'opinione pubblica: quasi un milione e mezzo di dipendenti part-time involontari (di cui oltre il 70% sono donne) che vorrebbero lavorare a tempo pieno ma non trovano nessuna opportunità o nessuna offerta di questo tipo. Totale: 4,08 milioni di persone costrette a tirare la cinghia per arrivare a fine mese.
IL CALVARIO DEI DISOCCUPATI ITALIANI
Va ricordato che in Italia l'area del disagio sociale è sempre stata molto ampia ma, dal 2008 in poi, cioè da quando è arrivata la crisi economica, si è letteralmente ingigantita con una crescita di ben 718mila unità (corrispondente a un incremento del 21,8%). Se a questa fascia di popolazione si aggiungono gli oltre 2,7 milioni di disoccupati, si può dire che quasi un italiano su dieci oggi se la passa abbastanza male