Perchè la povertà è una cattiva consigliera
Economia

Perchè la povertà è una cattiva consigliera

Le preoccupazioni economiche impattano sulle capacità cognitive e si traducono in scelte sfavorevoli

Una nuova ricerca condotta dall’Università del Minnesota e pubblicata da Science  conferma: le ristrettezze economiche impattano sulle scelte in modo negativo. Molto semplicemente, dovendo continuamente prendere una decisione per cercare di far quadrare il proprio bilancio, le scelte - alla lunga - saranno meno valide, in quanto diminuisce la capacitàdi scegliere diminuisce, come evidenzia Fast Company che dedica un articolo all’argomento. 

Secondo i ricercatori dell’università, infatti, preoccuparsi della propria condizione finanziaria condiziona in modo significativo le funzione cognitive. Per dimostrarlo, la ricerca ha preso in considerazione persone dal reddito basso (incontrate in uno shopping mall del New Jersey) e poveri contadini del Tamil e ha dimostrato che, presso i consumatori americani, anche solo prendere in considerazione una decisione finanziaria aveva un impatto sui test di percezione spaziale e di ragionamento. In particolare, i compratori americani sono stati sottoposti allo stress di contemplare costose riparazioni alla propria auto, prima di rispondere a un test delle funzioni cognitive. Analogamente, le funzioni cognitive dei contadini indiani sono state testate prima e dopo il raccolto: i contadini con una sicurezza economica dovuta al raccolto ottenevano risultati migliori nel test. 

Le conclusioni dei ricercatori, dunque, ribaltano l’idea corrente che la povertà sia il risultato di cattive scelte e attribuiscono alla povertà l’incapacità di prendere le decisioni migliori . In pratica: la povertà consuma le risorse mentali, lasciando meno energia per altri compiti e decisioni. I risultati trovano conferma nelle ricerche sulla felicità: una delle principali correlazioni fra felicità e reddito si manifesta oltre i 50mila dollari (o 70mila, a seconda delle ricerche), perchè rappresenta un reddito sufficiente mettersi al riparo dalla necessità di tenere un bilancio delle proprie entrate e protegge da situazioni inattese come la perdita del lavoro o una malattia. 

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Stefania Medetti

Sociologa e giornalista, ho barattato la quotidianità di Milano per il frenetico divenire dell'Asia. Mi piace conoscere il dietro le quinte, individuare relazioni, interpretare i segnali, captare fenomeni nascenti. È per tutte queste ragioni che oggi faccio quello che molte persone faranno in futuro, cioè usare la tecnologia per lavorare e vivere in qualsiasi angolo del villaggio globale. Immersa in un'estate perenne, mi occupo di economia, tecnologia, bellezza e società. And the world is my home.

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