Pigna, per le Cartiere un'offerta dall'estero
Economia

Pigna, per le Cartiere un'offerta dall'estero

Passaggio di proprietà imminente per lo storico marchio della cartotecnica made in Italy. In corsa una cordata italo-russa

Un altro marchio di prestigio del made in Italy potrebbe presto passare in mani (almeno parzialmente) straniere: si tratta di Pigna, storico brand bergamasco della cartotecnica che, pur essendo ancora leader incontrastato di mercato nel nostro Paese, ha accusato negli ultimi anni un drastico calo dei margini, al quale va aggiunta la volontà dell'attuale proprietà di non procedere con gli investimenti necessari a ritrovare slancio.

Dopo una trattativa durata circa sei mesi e caratterizzata da diversi stop and go, secondo quanto risulta a Panorama nelle prossime ore potrebbe concretizzarsi l'acquisto della maggioranza del capitale azionario da parte di Mapi grup, holding di partecipazioni industriali con base in Slovenia ma guidata da un manager italianissimo: si tratta di Giampietro Manenti, un passato in Eni, Montedison e Isagro e un presente fatto di investimenti nell'energy e nella logistica in Europa dell'Est con soci russi e ucraini.

Proprio i capitali russi e ucraini sono la linfa di Mapi che - come hanno dichiarato a Panorama fonti vicine al dossier - vanterebbe una disponibilità di quasi 500 milioni di euro cash, 100 dei quali da investire nell'operazione Pigna. Secondo i documenti presentati alle controparti, 20 milioni saranno stanziati per rilevare l'83% delle quote in capo alla società Gioja Investimenti controllata dall'attuale presidente e amministratore delegato Giorgio Jannone (il resto è in mano agli eredi Pigna) e altri 20 verranno destinati all'ammodernamento degli impianti nelle sedi italiane di Alzano Lombardo (Bergamo) e Tolmezzo (Udine) e in quella romena. Ulteriori 60 milioni serviranno per un piano industriale parecchio ambizioso, che prevede tra l'altro quasi 3000 nuove assunzioni.

Nel dettaglio la cordata straniera si dice intenzionata a puntare sull'internazionalizzazione, fondamentale per un gruppo che sforna cartoleria di fascia alta ma realizza sul mercato domestico ancora oltre il 90% del proprio fatturato. I Paesi dell'ex blocco sovietico, da questo punto di vista, vengono descritto come mete export potenzialmente molto interessanti. L'altro canale di diversificazione sarà rappresentato dai flagship store, con oltre 1000 nuove aperture programmate tra Italia ed estero nel giro di un triennio. Qui il modello di business a cui guarda Mapi è quello della catena britannica Ryman : cartolerie all'interno delle quali offrire anche vendita di libri e altri articoli, servizi di corrispondenza, corrieraggio e tlc, ma anche punti di ristoro. In programma anche la creazione di una linea di oggettistica (dagli occhiali ai profumi) a marchio Pigna da offrire negli stessi punti vendita.

Potrebbe dunque arrivare dall'estero la svolta per Pigna, che negli ultimi tempi ha conosciuto difficoltà non dissimili da quelle incontrate da altri brand nostrani. Nata nel 1839 e controllata a fasi alterne dalla famiglia fondatrice sino all’inizio degli anni Duemila, oggi Pigna conta 415 dipendenti e un fatturato 2011 (ultimo bilancio depositato) di 51,7 milioni di euro. L’indebitamento è per il momento sotto controllo, ma la domanda dei prodotti è in forte calo e diversi crediti – in particolare con la pubblica amministrazione – sono incagliati o gravati da cause legali, mentre i margini si sono noteviolmente contratti a causa dei costi di approvviggionamento della carta.

Nè conferme nè smentite sono arrivate fino a questo momento da parte di Jannone, imprenditore ed ex parlamentare Pdl segnato nell'ultimo mese da qualche noia giudiziaria che potrebbe aver accelerato la decisione di passare la mano. Dal suo entourage, tuttavia, fanno trapelare che proprio per la giornata di oggi è in agenda un incontro - l'ultimo di una lunga serie - con gli emissari di Mapi, e che un altro verrà fissato a breve con le rappresentanze sindacali (finora consultate solo informalmente). Probabile, dunque, che ci si trovi di fronte alla stretta finale.

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Gianluca Ferraris

Giornalista, ha iniziato a scrivere di calcio e scommesse per lenire la frustrazione accumulata su entrambi i fronti. Non ha più smesso

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