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Mario Tama/Getty Images
Economia

Perché gli Stati Uniti saranno il primo paradiso fiscale nel 2019

Una classifica britannica che mette in relazione trasparenza verso l'esterno e dimensione del settore finanziario punta il dito contro i paesi occidentali

L'evasione fiscale attraverso lo spostamento di capitali in giurisdizioni dove la legislazione è (molto) più favorevole è da tempo un problema aperto. Il primo passo per risolverlo sarebbe quello di capire quali siano effettivamente quei "paradisi fiscali" di cui tanto si parla e Tax Justice Network, una lobby anti-evasione con sede nel Regno Unito, ogni due anni pubblica un rapporto in materia, frutto dell'esame di centododici Paesi.

Dove sono i paradisi fiscali

Il rapporto 2017 è stato pubblicato il 30 gennaio e contiene una graduatoria di Paesi con legislazioni fiscali favorevoli: come l'anno scorso, al primo posto c'è la Svizzera, seguita dagli Stati Uniti e dalle Isole Cayman. Nella top ten ci sono anche Paesi dell'Unione Europea: il Lussemburgo, al sesto posto; la Germania, al settimo; e Guernsey, isola nel Canale della Manica sotto sovranità britannica, al decimo posto. Nella classifica ci sono anche tre giurisdizioni asiatiche: Hong Kong, Singapore e Taiwan.

Gli Stati Uniti sono in seconda posizione

Sorprende i non addetti ai lavori il posizionamento degli Stati Uniti, che hanno tradizionalmente una normativa molto favorevole alle transazioni finanziarie, ma che in passato non si erano piazzati mai così in alto in classifica. Nel 2013, infatti, erano sesti, mentre nel 2015 erano saliti al terzo posto e, secondo il Presidente di Tax Justice Network, John Christensen, non è affatto da escludere che possano raggiungere il primo posto nel 2019.

Cosa si intende per opacità finanziaria

Ma su cosa si è basata l'organizzazione britannica per stilare la propria classifica? Lo studio parte dal concetto di "opacità finanziaria" dei Paesi e combina due indici: la trasparenza verso l'esterno e la dimensione del settore finanziario. Dalla combinazione dei due fattori, viene misurato l'impatto globale del Paese sui flussi finanziari illeciti o comunque non irreprensibili, ovvero quelli riconducibili direttamente ad attività criminali, al riciclaggio di denaro sporco, oppure all'evasione e all'elusione fiscali.

Perché è necessario responsabilizzare i paesi più grandi

Se si considerasse solo la trasparenza sui flussi, a primeggiare sarebbero micro-Stati come Vanuatu, Antigua e Barbuda, oppure le Bahamas. Tuttavia, i volumi che transitano in Paesi cambiano radicalmente la prospettiva (solo negli Stati Uniti gira il 22,3% dei flussi finanziari internazionali) e l'indagine dovrebbe riuscire a responsabilizzare di più anche gli Stati più importanti.

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Claudia Astarita

Amo l'Asia in (quasi) tutte le sue sfaccettature, ecco perché cerco di trascorrerci più tempo possibile. Dopo aver lavorato per anni come ricercatrice a New Delhi e Hong Kong, per qualche anno osserverò l'Oriente dalla quella che è considerata essere la città più vivibile del mondo: Melbourne. Insegno Culture and Business Practice in Asia ad RMIT University,  Asia and the World a The University of Melbourne e mi occupo di India per il Centro Militare di Studi Strategici di Roma. Su Twitter mi trovate a @castaritaHK, via email a astarita@graduate.hku.hk

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