Perché Disney vuole acquistare Twitter
Esther Vargas, Flickr
Economia

Perché Disney vuole acquistare Twitter

A ingolosire la casa di Topolino è soprattutto l'idea di entrare nel mondo della distribuzione online. E non solo

Twitter è sulla piazza, si facciano avanti i pretendenti. Jack Dorsey e soci, ormai non ci sono più dubbi, stanno seriamente pensando di vendere, e non è detto che alla fine la spuntino i soliti noti. C’è più di un elemento che porta a credere che questa volta ad avere la meglio sarà un outsider. Disney, ad esempio.

Ma procediamo con ordine. Nelle scorse settimana il board del social network ha dato mandato a Goldman Sachs Group e Allen & Co per cominciare a sondare il terreno dei potenziali acquirenti nell’ottica di una cessione delle quote di maggioranza. Il motivo ufficiale non è stato mai rivelato ma visto l’andamento borsistico del titolo, vien facile pensare al tentativo di capitalizzare il valore di una società che da qualche tempo a questa parte mostra alcuni preoccupanti segni di cedimento.

Twitter – questo ci dice Wall Street – non ha mai convinto gli investitori. E il problema, a quanto pare, sta nella scarsa vision strategica dei suoi amministratori, incapaci - almeno per il momento - di sviluppare un modello di business in grado di competere con i social network più profittevoli (Facebook). Ecco perché, dopo un iniziale entusiasmo, le azioni targate TWTR hanno cominciato a perdere terreno. Chi ha acquistato un titolo del servizio il giorno dell’IPO, per dire, si ritrova oggi con quasi la metà del valore investito.

Per i fondatori del socail network, insomma, questo potrebbe essere il momento buono per vendere. Ed evitare lo spettro di un secondo caso Yahoo!

Non solo Google (e Salesforce)
Ma a chi interessa una società che oggi non naviga in buonissime acque e che anche sul piano degli utenti non ha più quella spinta di un tempo (il tasso di crescita si aggira intorno all’1%)? In realtà, ci spiegano alcune autorevoli testate economiche finanziarie, ci sono tanti player che – per motivi diversi – sarebbero attratti dall’ipotesi di un acquisto. Google ad esempio, ma anche il colosso del CRM Salesforce. Per evidenti affinità elettive. Twitter è il social network che Mountain View ha sempre sognato, e l’anello mancante che permetterebbe a un'azienda prettamente B2B come Salesforce di parlare con community sempre più targettizzate.

Nelle ultime ore, però, prende sempre più credito l’ipotesi di un nome nuovo, quello di Disney appunto. Secondo quanto rivelato da Bloomberg, la società che ha dato i natali a Topolino, Biancaneve ed Elsa, sarebbe già al lavoro con alcuni advisor finanziari per presentare un’offerta al board di Twitter. Una mossa a sorpresa, non c’è che dire, ma che a ben guardare ha ben più di un motivo per considerarsi fondata.

In gioco c'è la distribuzione dei contenuti online
Twitter ha una platea vasta (315 milioni di iscritti secondo gli ultimi rilevamenti) ma soprattutto è una piattaforma fatta e finita per veicolare contenuti di qualsiasi tipo, video compresi.

Per Disney potrebbe essere l’occasione da prendere al volo per svecchiare un sistema di distribuzione dei media che comincia ad accusare il peso dell’età. I maggiori investimenti effettuati dalla società americana – fa notare ancora Bloomberg – si sono diretti verso la tv via cavo (la galassia The Walt Disney Company, lo ricordiamo, comprende network del calibro di Disney Channel, ESPN e ABC Family), ma questo settore sta perdendo terreno per via della competizione sempre più serrata dei servizi di streaming online.

Verso un'asta selvaggia?
L’acquisto di Twitter, inoltre, permetterebbe a Disney di avere molta più esposizione a livello di investimenti pubblicitari: la spesa sui social network è in costante crescita e non è detto che tutta la torta finisca fra le fauci di Facebook.

C’è infine un rapporto di stima reciproca fra i padroni delle due società. Jack Dorsey non ha mai nascosto la sua ammirazione per Bob Iger (da molti considerato il suo mentore) l'uomo che dal 2000 è alla presidenza della Disney, colui che ha guidato la società all’acquisto di Pixar (2006), Marvel Entertainment (2009) e LucasFilm (2012).

Come finirà? Saranno i dollari, come sempre, a fare la differenza. L’impressione è che Jack Dorsey e gli altri soci di maggioranza di Twitter abbiano tutto l’interesse a creare un’asta al rialzo. La base è quella dell’attuale valore di capitalizzazione (quasi 16 miliardi e mezzo di dollari nel momento in cui vi scriviamo), ma c’è chi scommette su una quotazione superiore ai 30 miliardi. Non male per un servizio nato come contenitore di chiacchiere - pardon, cinguettii - da 140 caratteri.

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Roberto Catania

Faccio a pezzi il Web e le nuove tecnologie. Ma coi guanti di velluto

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