Pensioni, così le tasse divorano gli assegni
Alessandro Bianchi/Ansa
Economia

Pensioni, così le tasse divorano gli assegni

Per uno studio di Confesercenti, il peso delle imposte sulle rendite previdenziali italiane è tra i più alti in Europa

Tra il 9 e il 20% circa. E' la quota degli assegni erogati dall'Inps che il fisco porta via ogni anno a 16,5 milioni di anziani. A rivelarlo è uno studio realizzato da Confesercenti , che mette in luce una realtà incontestabile: i pensionati italiani sono i più tassati in Europa.

PENSIONI D'ORO E PENSIONI DA FAME

L'analisi di Confesercenti ha preso in esame le pensioni comprese tra 1,5 e 3 volte il trattamento minimo, che corrispondono a un importo lordo tra 9.661 e 19.322 euro all'anno (cioè tra 700 e 1.200 euro netti circa al mese). In questa fascia di reddito, il peso dell'irpef (l'imposta sulle persone fisiche, comprese le addizionali) varia tra un minimo del 9,17% per chi guadagna meno e arriva sino al 20,7% per chi riceve invece un assegno Inps un po' più alto. Il paragone con gli altri paesi europei non lascia spazio a dubbi. In Germania, per esempio, nella medesima fascia di reddito le pensioni sono praticamente esentasse, con un prelievo che varia tra lo 0 e lo 0,2%. Non cambia molto la situazione in Spagna, Francia e Gran Bretagna, dove gli assegni previdenziali più bassi (pari una volta e mezzo il trattamento minimo) non subiscono alcuna tassazione mentre le rendite di medio importo (3 volte il trattamento minimo) sono soggette a un'aliquota fiscale tra il 5,2 e il 9,2%.

IL CONFRONTO CON L'EUROPA

Tradotto in soldoni, la maggiore tassazione esistente in Italia costringe i pensionati con un assegno di appena 1.500 euro lordi mensili a pagare circa 4mila euro di tasse ogni anno. Chi percepisce lo stesso reddito in Germania, invece, deve versare al fisco appena 39 euro ogni 12 mesi, che salgono a 1.000 euro in Francia, a 1.500 euro in Gran Bretagna e a 2mila euro in Spagna, una cifra che corrisponde alla metà di quella pagata dai pensionati italiani.

Dunque, se è vero che il nostro paese spende tanto per la previdenza (circa il 15% del pil, contro una media Ocse attorno al 9%), non va dimenticato neppure che lo stato si riprende, sotto forma di tasse, una bella fetta delle rendite liquidate agli anziani. In Italia, secondo Confesercenti, avviene praticamente il contrario di quanto accade in Europa, dove le pensioni subiscono un prelievo fiscale inferiore a quello che grava sui compensi da lavoro. A parità di reddito, per esempio, un pensionato italiano che guadagna fino a 1.500 euro lordi annui, paga tra 72 e 131 euro in più di imposte rispetto a un dipendente. In Germania, nella stessa fascia di reddito, chi si è già messo a riposo deve invece versare al fisco 2mila euro in meno rispetto a un lavoratore ancora in attività.

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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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