Pensioni e rivalutazioni: come funzioneranno nel 2014
Guido Montani/Ansa
Economia

Pensioni e rivalutazioni: come funzioneranno nel 2014

Grazie a un emendamento alla Legge di Stabilità, gli assegni Inps sopra i 1.500 euro subiranno un incremento leggermente maggiore

Nuove rivalutazioni delle rendite, con un leggero vantaggio per chi guadagna attorno a 1.500-2mila euro lordi al mese (cioè tra 3 e 4 volte il trattamento minimo). E' quello che accadrà alle pensioni di molti italiani grazie a un emendamento alla Legge di Stabilità che ha avuto come relatore Maino Marchi, deputato del Partito Democratico. Marchi ha introdotto un piccolo cambiamento alla manovra economica e ha ritoccato la perequazione automatica, cioè l'adeguamento all'inflazione degli assegni Inps di importo intermedio.

PENSIONI:COSA CAMBIA DAL 2014

La Legge di Stabilità, è bene ricordarlo, ha ripristinato la rivalutazione delle pensioni in base al caro-vita dell'anno precedente, che era stata bloccata in parte dal governo Monti, per un periodo transitorio di un biennio (cioè tra il 2012 e il 2014). Da gennaio, gli adeguamenti alla crescita dei prezzi ripartiranno, per decisione del governo Letta, ma saranno comunque parziali. Mentre gli assegni sotto i 1.486 euro avranno una rivalutazione piena, le pensioni al di sopra di questa soglia riceveranno un aumento più basso. Ecco, in sintesi, cosa cambierà con le nuove regole, tenendo conto anche dell'emendamento voluto da Marchi.

PENSIONI D'ORO E PENSIONI DA FAME

Gli assegni fino a 1.486 euro lordi mensili, cresceranno di pari passo con il caro-prezzi. Se l'inflazione dell'intero 2013 sarà attorno all'1,5% (come è probabile) anche le pensioni inferiori alla soglia sopra indicata saranno rivalutate di un punto e mezzo. ESEMPIO: Un assegno oggi pari a 1.000 euro lordi (856 euro circa netti al mese) avrà la rivalutazione piena e crescerà di 15-16-euro lordi al mese (quasi 11 euro al netto dell'irpef).

L'emendamento alla manovra economica cambia leggermente le regole per le pensioni comprese tra 3 e 4 volte il trattamento minimo (tra 1.486 euro e 1.981 euro circa al mese), per le quali vi sarà un aumento pari al 95% dell'inflazione (e non più del 90%, come previsto invece dal testo iniziale della Legge di Stabilità). ESEMPIO: Una pensione di 1.500 euro lordi al mese (1.200 euro netti circa), avrà un aumento dell'1,42% circa (che corrisponde appunto al 95% dell'inflazione). Detto in soldoni, questa rivalutazione farà crescere la rendita di 21 euro lordi e di circa 15 euro netti al mese.

Per gli assegni compresi tra 4 e 5 volte il minimo (cioè tra 1.981 e 2.475 euro circa) ci sarà invece un aumento del 75% del caro-prezzi. ESEMPIO: per chi guadagna 2mila euro lordi (1.537 euro netti), l'incremento sarà dell'1,12% circa. Il che, corrisponde a una crescita della pensione di 22 euro lordi (quasi 16 euro netti al mese).

La quota di rivalutazione sarà invece del 50% per le rendite tra 5 e 6 volte il minimo(tra 2.475 euro circa e 2.973 euro lordi). ESEMPIO: Un assegno di 2.500 euro lordi (circa 1.840 euro netti al mese) , si rivaluterà dello 0,75% (che corrisponde al 50% dell'inflazione), con una crescita attorno a 20 euro lordi e a circa 10-11 euronetti.

Per chi guadagna oltre 3mila euro lordi (cioè più di 2.120 euro netti al mese), la rivalutazione sarà invece pari al 40% dell'aumento dei prezzi (il 45% dal 2015 in poi), secondo quanto prevede l'utimo emendamento alla Legge di Stabilità. In questo caso, la crescita dell'assegno (sempre nell'ipotesi di un caro-prezzi pari all'1,5%) dovrebbe essere nel 2014 attorno allo 0,6% che, su una pensione di 3mila euro mensili, corrisponde più o meno a 18 euro lordi di aumento (11 euro circa al netto delle tasse).

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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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