Pensioni, di quanto cresceranno nel 2014
Carlo Carino / Imagoeconomica
Economia

Pensioni, di quanto cresceranno nel 2014

Qualche decina di euro in più negli assegni Inps, grazie al ritorno dell'adeguamento all'inflazione. Ecco qualche esempio

Un po' più alte rispetto a quest'anno, almeno in valore assoluto. Saranno così, nel 2014, le pensioni incassate di gran parte degli italiani. Dal prossimo gennaio, infatti, torna finalmente la perequazione automatica, cioè l'incremento degli assegni Inps in base all'inflazione registrata nei 12 mesi precedenti.

PENSIONI:COSA CAMBIA DAL 2014

La Legge di Stabilitàripristina infatti  l'adeguamento delle rendite alla crescita dei prezzi, dopo un blocco di due anni voluto dal governo Monti (seppur soltanto per chi guadagna oltre 3 volte il trattamento minimo, cioè più di 1.486 euro lordi al mese). E' bene però che i pensionati non si rallegrino troppo, poiché molti assegni avranno infatti una perequazione automatica solo parziale, che si annulla quasi completamente oltre 3mila euro lordi al mese di reddito (poco più di 2mila euro netti).

PENSIONATI E TARTASSATI

Ecco, nel dettaglio, come funziona l'adeguamento all'inflazione:

Gli assegni fino a 1.486 euro lordi mensili, cresceranno di pari passo con il caro-prezzi. Se l'inflazione dell'intero 2013 sarà attorno all'1,5%, anche le pensioni inferiori all'importo sopra indicato saranno rivalutate di un punto e mezzo. Per gli assegni compresi tra 3 e 4 volte il trattamento minimo (tra 1.486 euro e 1.981 euro circa al mese), la crescita sarà invece pari al 90% dell'inflazione. Per le rendite comprese tra 4 e 5 volte il minimo (cioè tra 1.981 e 2.475 euro circa) ci sarà invece un aumento del 75% del caro-prezzi. La quota di rivalutazione scende invece al 50% per le pensioni tra 5 e 6 volte il minimo (tra 2.475 euro circa e 2.973 euro lordi). Infine, per gli assegni che oltrepassano quest'ultimo importo, le perequazione automatica sarà notevolmente ridotta e funzionerà con un meccanismo particolare: la quota di pensione sopra i 2.973 euro lordi non verrà rivalutataaffatto, mentre la parte di rendita sotto i 2.973 euro subirà un incremento pari al 50% del tasso di inflazione.

PENSIONI D'ORO E PENSIONI DA FAME

Ecco, di seguito alcuni esempi concreti, applicando a grandi linee i meccanismi di rivalutazione previsti dalla Legge di Stabilità, nell'ipotesi che l'aumento dei prezzi del 2013 sia dell'1,5%:

-Un assegno oggi pari a 1.000 euro lordi (856 euro circa netti al mese) avrà la rivalutazione piena e crescerà di 15-16-euro lordi al mese (quasi 11 euro al netto dell'irpef).

-Una pensione di 1.500 euro lordi al mese (1.200 euro netti circa), avrà un aumento dell'1,35% (il 90% dell'inflazione). Tradotta in soldoni, questa rivalutazione farà crescere la rendita di 20 euro lordi e di circa 14 euro netti al mese.

-Per chi guadagna 2mila euro lordi (1.537 euro netti) l'incremento sarà dell'1,12% circa (il 75% del caro-prezzi). Il che, corrisponde a una crescita dell'assegno di 22 euro lordi (e a poco più di 15 euro netti al mese).

-Una rendita di 2.500 euro lordi (circa 1.840 euro netti al mese) , si rivaluterà dello 0,75% (che corriponde al 50% dell'inflazione), con una crescita di meno di 20 euro lordi e di circa 10-11 euro netti. Più o meno lo stesso aumento spetta anche a chi guadagna oltre 3mila euro lordi (cioè più di 2.120 euro netti al mese).

PENSIONI D'ORO. VIETATO ABBASSARLE

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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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