Pensioni: cosa succede con la perequazione di aprile
MAURIZIO BRAMBATTI/ANSA
Economia

Pensioni: cosa succede con la perequazione di aprile

Ecco perché l'importo percepito invece che aumentare diminuirà per 5,6 milioni di pensionati

Perequazione , ma questa volta al ribasso. I criteri di rivalutazione annuale del potere di acquisto delle pensioni stabiliti dal governo all'interno della legge di bilancio 2019 hanno infatti determinato che 5,6 milioni di pensionati percepiscono troppo denaro e per questo da aprile il loro trattamento pensionistico subirà un ribasso e dovranno rendere (con ogni probabilità a giugno con un maxi-conguaglio) quello che hanno indebitamente incassato nei primi tre mesi dell'anno.

Come è avvenuto il ricalcolo

L'operazione di ricalcolo effettuata dall'Inps alla luce delle nuove disposizioni legislative ha evidenziato che solo le pensioni di fascia più bassa hanno diritto a una rivalutazione del 100% e quindi a un aumento dell'erogazione pensionistica dell'1,1% mentre le pensioni a partire da tre volte il minimo - ovvero quelle che hanno importi compresi tra i 1.522 euro e 2.029 lordi al mese - hanno diritto a una perequazione al 97% rispetto all'inflazione e quindi - in forma di mancato aumento - subiranno un taglio in busta di 28 centesimi mensili.

I tagli fascia per fascia

Andrà peggio per le pensioni più ricche: per i trattamenti tre le 4 e le 5 volte il minimo (tra i 2.029,68 € e i 2.537,10), l'indice di perequazione è del 77%. E più si sale più la rivalutazione scende: per i trattamenti 5,6 volte il minimo (ovvero tra i 2.537,10 € e i 3.044,52 €), liindice di perequazione è del 52%; oltre 6 e fino a 8 volte il minimo (cioè tra 3.044,52 € e i 4.059,36 €) l'indice è del 47%.

E poi ci sono le pensioni cosiddette d'oro ovvero i trattamenti oltre 8 e fino a 9 volte il minimo (tra i 4.059,36 € ei 4.566,78 €) per le quali l'indice di perequazione è del 45% e quelle oltre 9 volte il minimo (oltre 4.569,28 €) dove si rivaluta solo il 40% dell'importo.

Questo significa che, ad esempio, chi percepisce 3mila euro al mese subirà un taglio di circa 13 euro, chi ne incassa 5mila dovrà rinunciare a circa 45 euro mensili di budget.

Perché una rivalutazione al ribasso

In una nota l'Inps spiega che il ricalcolo "ha riguardato i trattamenti di importo complessivo lordo superiore a tre volte il trattamento minimo. Per importo complessivo lordo s'intende la somma di tutte le pensioni di cui un soggetto è titolare, erogate sia dall'Inps che dagli altri Enti presenti nel Casellario centrale, assoggettabili al regime della perequazione cumulata. Dal ricalcolo l'importo lordo complessivo dei trattamenti pensionistici, dovuto dal gennaio 2019, risulta inferiore a quello già calcolato sulla base dei criteri previgenti alla riforma".

Quanto risparmierà lo Stato

In soldoni pare un sacrificio da pochi spicci testa (tra i 28 centesimi e i 45 euro a secondo della fascia di reddito), ma è un provvedimento che riguarda 5,6 milioni di pensionati e che permetterà all'Inps di risparmiare parecchi soldi.

I sindacati di settore sono sul piede di guerra (previste manifestazioni a Milano e Roma nelle prossime settimane) e hanno fatto i conti in tasca allo Stato rendendo noto che solo di conguaglio (che dovrebbe avvenire a giugno, ma la data non è ancora stata comunicata) l'istituto di previdenza rientrerà di 100 milioni di euro e che nel prossimo triennio (i criteri stabiliti nel 2019 resteranno validi fino al 2021) lo Stato recupererà dai pensionati 2,2 miliardi di euro.




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Barbara Massaro