Pensioni d'oro, ecco di quanto verranno tagliate
Franco Silvi/Ansa
Economia

Pensioni d'oro, ecco di quanto verranno tagliate

Qualche centinaia di euro al mese per chi guadagna più di 7-8mila euro netti. Ecco gli effetti del contributo di solidarietà, che servirà in parte a finanziare un sostegno ai poveri

Un'operazione di redistribuzione del reddito. Così il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, ha definito il taglio alle pensioni d'oro che superano i 90mila euro annui, appena deciso dal governo con il maxiemendamento alla Legge di Stabilità . I proventi di questa misura serviranno infatti a creare nuovi sostegni contro la povertà, seppur in via sperimentale, nelle grandi aree metropolitane. Giovannini ha fatto però una precisazione tutt'altro che trascurabile: per adesso, il governo non ha intenzione di istituire un vero e proprio reddito minimo garantito , che è un progetto elaborato da un' apposita commissione ministeriale ma resta ancora in cantiere. I tagli alle pensioni d'oro serviranno più semplicemente a finanziare una nuova social card, cioè una carta-acquisti che ha un funzionamento simile a quella già esistente e che serve per sostenere i consumi dei cittadini meno abbienti, che hanno un reddito inferiore alla soglia di povertà assoluta.

PENSIONI D'ORO: I PIANI DEL GOVERNO PER TAGLIARLE

In attesa che si faccia chiarezza sui nuovi sussidi, i tagli alle pensioni d'oro sembrano invece ormai cosa fatta, a meno che non ci sia una nuova bocciatura della Corte Costituzionale, come è già avvenuto nei mesi scorsi. Ma quanto peseranno, questi tagli, sulle tasche dei pensionati più ricchi? Secondo il maxiemendamento alla Legge di Stabilità, approvato in Senato con il voto di fiducia, verrà introdotto un contributo di solidarietà progressivo per gli assegni Inps sopra i 90mila euro circa. In particolare, la parte di pensione compresa fra 14 e 20 volte il trattamento minimo (cioè tra 90.168 e 128.811 euro lordi all'anno) verrà tagliata del 6%. Per gli importi compresi fra 20 e 30 volte il trattamento minimo (cioè tra 128.811 e 193.217 euro lordi annui), il taglio salirà al 12%. Infine, sulla quota di rendita superiore a 193.217 euro (30 volte il minimo) il balzelloarriverà al 18%.

Conti alla mano, ecco alcuni esempi concreti di quanto perderanno i pensionati d'oro:

-Chi riceve una rendita di 100mila euro lordi annui (più di 4.700 euro netti al mese, compresa la tredicesima), deve aspettarsi un taglio dell'assegno di quasi 550 euro all'anno e di 45 euro lordi al mese. Tuttavia, poiché il contributo viene dedotto dal reddito imponibile, il pensionato otterrà un risparmio sulle tasse (e in particolare sull'irpef). Dunque, al netto del prelievo fiscale, la perdita per questo pensionato dovrebbe superare di poco i 25 euro al mese.

-Chi incassa un assegno di 200mila euro lordi annui (quasi 9mila euro netti al mese) dovrebbe perdere invece più di 900 euro lordimensili che, al netto delle tasse, diventano circa 500 euro.

-Chi oggi percepisce una pensione di 300mila euro lordi (13.200 euro netti circa) subirà un taglio di oltre 2.400 euro lordi mensili, corrispondenti a quasi 1.400 euro netti.

PENSIONI: IL PROBLEMA DEI LAVORI USURANTI

GLI ESODATI E IL GOVERNO LETTA

I più letti