Pensioni integrative: cosa fare per averle
Economia

Pensioni integrative: cosa fare per averle

Alcune soluzioni per crearsi una rendita o un "gruzzoletto" in vista della terza età e integrare i sempre più magri assegni dell'Inps. Uno dei temi più importanti dell'It Forum 2013

Risparmiare per farsi una pensione di scorta. E' uno dei temi trattati nell'edizione 2013 dell'It Forum , la fiera dedicata agli investimenti e al trading online, in programma a Rimini il 23 e 24 maggio. Quest'anno, la previdenza complementare trova per la prima volta grande spazio tra gli argomenti dibattuti durante la manifestazione, visto che gli italiani continuano a mantenere un atteggiamento diffidente o smarrito verso il risparmio orientato al lungo periodo e si concentrano molto sugli obiettivi di breve termine. Secondo una recente indagine del gruppo di consulenza Accenture, il 90% dei nostri connazionali pensa che sia importante mettere da parte un capitale in vista del pensionamento, ma il 61% ritiene di non avere informazioni e competenze sufficienti per riuscirci.

IT FORUM 2013

Eppure, non è un mistero che le pensioni pubbliche erogate dall'Inps rischiano di essere piuttosto magre nei prossimi decenni (inferiori anche al 50% dell'ultimo stipendio per molti lavoratori), a causa delle riforme previdenziali approvate dagli anni '90 in poi. Per questo, molti italiani hanno bisogno di correre per tempo ai ripari e crearsi un serbatoio di ricchezza in vista della terza età. Ecco alcune soluzioni per riuscirci, con i fondi della previdenza integrativa oppure, per chi non si fida, con un piano di risparmio personalizzato.

FONDI PENSIONE O PIP (piani individuali pensionistici)

Sono prodotti finanziari in cui un lavoratore versa periodicamente (ad esempio ogni mese) una parte dei propri redditi. I dipendenti possono destinarvi il Tfr (trattamento di fine rapporto), cioè la quota di stipendio accantonata tradizionalmente per la liquidazione, mentre gli autonomi possono decidere in piena libertà quanto versare. I soldi accumulati nei fondi vengono amministrati da dei professionisti (gestori) che li impiegano sui mercati finanziari con diverse linee d'investimento più o meno rischiose (azionarie, obbligazionarie o garantite), scelte dallo stesso lavoratore. Il capitale, più i rendimenti maturati, si accumulano negli anni e, al momento del congedo dal lavoro, vengono convertiti in una pensione di scorta, integrativa degli assegni Inps. Va ricordato, però, che il patrimonio maturato con i fondi può essere riscattato, per una quota tra il 75 e il 100%, anche prima di mettersi a riposo, seppur per ragioni straordinarie, ad esempio in caso di disoccupazione o per gravi motivi di salute. Inoltre, dopo almeno 8 anni di versamenti, il lavoratore può anche ritirare fino al 30% dei capitale, per qualsiasi motivo.

BUONI FRUTTIFERI POSTALI (BFP)

Si tratta di una particolare categoria di prodotti finanziari garantiti dalla Cassa Depositi e Prestiti (cioè dallo Stato) e distribuiti dagli sportelli del gruppo Poste Italiane, che possono esser acquistati anche gradualmente, con piccoli versamenti di 250 euro ciascuno. Il principale pregio di questi prodotti è di costare poco: il capitale versato nei Bfp, infatti, non è soggetto ad alcuna commissione di acquisto o di gestione. L’unica “voce di spesa” è rappresentata dal prelievo fiscale, cioè da una tassazione del 12,5%, applicata sui rendimenti ottenuti dagli investitori, più imposta di bollo annua pari allo 0,15% del capitale posseduto. Tra i buoni postali venduti in Italia, ve ne sono alcuni particolarmente adatti a chi vuole attuare un piano di risparmio di lungo periodo, in vista della vecchiaia. Si tratta dei Bfp indicizzati all’inflazione, che offrono un'ottima protezione contro la perdita del potere di acquisto che i risparmiatori subiscono ogni anno a causa dell’aumento dei prezzi al consumo. In particolare, i Buoni legati all’inflazione garantiscono ogni anno un rendimento pari alla crescita del costo della vita registrata in Italia(esclusi i prezzi del tabacco) a cui viene aggiunto un ulteriore interesse dell'1,25%.

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TITOLI  INFLATION LINKED

Un'altra soluzione per crearsi un gruzzoletto in vista della terza età e proteggerlo dall'aumento dei prezzi, è l'acquisto graduale di Btpi (Buoni del Tesoro poliennali inflation linked), che possono essere sottoscritti con un capitale minimo di 1.000 euro. Sono titoli di stato il cui valore cresce ogni anno in base al tasso di inflazione che si registra in Europa, al quale viene aggiunto anche un rendimento fisso in termini percentuali, in genere tra il 2 e il 2,6% all'anno, a seconda delle scadenze dei titoli. Per diversificare il portafoglio, però, conviene non concentrarsi soltanto sui Buoni del Tesoro italiani ma acquistare anche dei titoli indicizzati all'inflazione emessi da altri paesi europei (come per esempio gli Oati francesi) o dalle principali banche internazionali.

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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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