In pensione a 63 anni: chi potrà andarci e con quale assegno
ANSA/ FABIO CAMPANA
Economia

In pensione a 63 anni: chi potrà andarci e con quale assegno

Il governo vuol rendere più flessibile la Riforma Fornero. Previste penalizzazioni (variabili) per chi si ritira dal lavoro prima dei 66 anni

Finalmente il governo sembra essersi deciso. Dopo diversi annunci e dopo aver tentennato parecchio, metterà mano alle pensioni rendendo più flessibile la Legge Fornero, l'ultima riforma previdenziale approvata dal governo Monti nel 2012, che ha alzato sopra i 66 anni (per la precisione a 66 anni e 7 mesi) l'età in cui è possibile congedarsi dal lavoro.

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La soluzione scelta dall'esecutivo, anche se non è detta ancora l'ultima parola, consiste (come annunciato da tempo) nell'abbassare l'età pensionabile di tre anni, portandola attorno ai 63 anni. Contemporaneamente, verranno introdotte delle penalizzazioni per chi si mette a riposo prima dei 66 anni, cioè non rispetta pienamente i requisiti previsti oggi dalla riforma Fornero. Nello specifico, l'assegno Inps verrà tagliato di una quota percentuale, per ogni anno che precede appunto il raggiungimento della soglia dei 66. A quanto ammonterà, di preciso, questo taglio? Negli ultimi mesi, si è parlato spesso di una quota compresa tra il 2 e il 4%. In questi giorni, invece, si fa strada l'ipotesi che le decurtazioni vengano fatte in maniera molto selettiva, usando diversi pesi e diverse misure.


Tre ipotesi per il prepensionamento

Nello specifico, dovrebbe essere riservato un trattamento di favore a quei lavoratori che, avendo superato la soglia dei 63 anni, oggi si trovano in una situazione di difficoltà: per esempio sono disoccupati o hanno redditi bassi. Per loro, i tagli saranno di entità più modesta. Poi, un altro trattamento particolare ci sarà pure per i dipendenti delle aziende che hanno degli esuberi di personale e vogliono liberarsi degli addetti più anziani. In questo caso, dovrebbe essere consentito ai datori di lavoro di mandare in pensione i dipendenti a 63 anni, sempre con delle decurtazioni sull'assegno, per ogni anno che precede il compimento dei 66. Il taglio alla rendita non peserà però sulle tasche del futuro pensionato ma su quelle del datore di lavoro, il quale dovrà dare una integrazione dell'assegno pensionistico. Infine, dovrebbe esserci un'ultima possibilità di prepensionamento anche per chi, pur non essendo in una situazione di difficoltà economica, vuole comunque mettersi a riposo. E' il caso dei lavoratori con redditi alti o che hanno già maturato un assegno pensionistico di una certa consistenza e, avendo superato i 63 anni, non se la sentono più di rimanere di rimanere in servizio.


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Anche a quest'ultima classe di lavoratori meno “sfortunati”, dovrebbe esser concessa dal governo la possibilità di mettersi a riposo a 63 anni, seppur con dei tagli all'assegno ben più pesanti di quelli previsti per gli altri aspiranti pensionati. Sempre a questa categoria di lavoratori, potrebbe essere concessa la possibilità di accedere a un prestito previdenziale. Nella fase immediatamente successiva alla messa a riposo, cioè nei primi 2 o 3 anni, le pensioni verrebbero pagate attraverso un finanziamento erogato da una banca o da una finanziaria. Poi, una volta compiuti i 66 anni, il pensionato sarebbe obbligato a restituire le somme prese a prestito, attraverso un trattenuta sul futuro assegno erogato dall'Inps. Dato che i potenziali debitori sono molto anziani, lo stesso Inps si impegnerebbe a fornire alle banche un'assicurazione contro il rischio di morte di chi ha beneficiato del prestito, in modo da garantirne comunque il rimborso. Bisognerà aspettare ancora un po' di mesi, tuttavia, per conoscere più nel dettaglio le varie soluzioni scelte dal governo. E' innegabile, però, che l'esecutivo non sia intenzionato a sborsare moltissimi soldi per rendere più flessibile la legge Fornero. La somma che verrà stanziata, a quanto pare, è attorno a 1,4 miliardi di euro, ben inferiore agli almeno 5-6 miliardi di spesa che sarebbero necessari per consentire a tutti i lavoratori italiani di mettersi a riposo a 63 anni, senza se e senza ma.


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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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