Partite Iva e gestione separata Inps: novità in arrivo
ANSA/FILIPPO MONTEFORTE
Economia

Partite Iva e gestione separata Inps: novità in arrivo

Il premier Renzi ha annunciato un taglio dei contributi previdenziali, con risparmi dell’ordine di mille euro all’anno

Dunque il presidente del Consiglio Matteo Renzi sembra voler fare sul serio in tema di partite Iva, e dopo i tanti annunci dei mesi scorsi nei quali assicurava attenzione alle problematiche del lavoro autonomo, ora finalmente si potrebbero vedere i primi effetti pratici di questo interessamento. Il premier ha infatti annunciato di voler intervenire su quello che rappresenta uno degli aspetti più spinosi e controversi che investe quei professionisti che non hanno un proprio albo e una propria cassa previdenziale, ma devono appoggiarsi invece alla gestione separata dell’Inps: ci riferiamo al peso della contribuzione previdenziale, che per informatici, grafici, pubblicitari, traduttori, formatori, tributaristi, solo per citare alcune delle categorie coinvolte, rappresenta da tempo una vera palla al piede visto il suo consistente peso economico. Per questi circa 500mila lavoratori autonomi ci sono infatti alle viste importanti novità in questo senso, che vedremo di seguito così come sono state preannunciate dallo stesso premier.

Una vera sperequazione

Per capire il valore della riforma che Matteo Renzi intende approvare, bisogna fare un passo indietro e chiarire come funziona attualmente la gestione separata Inps. I suoi iscritti che, come detto, fanno parte di quella schiera di professionisti sprovvisti di un proprio albo di riferimento, pagano a oggi un’aliquota previdenziale pari al 27% a cui si somma un contributo maternità dello 0,72%, per un totale quindi di 27,72%. Un’enormità se si pensa che le altre categorie di professionisti che invece hanno un proprio albo, dagli ingegneri ai geometri, dagli architetti ai farmacisti, dai giornalisti agli avvocati, per le proprie gestioni separate si vedono applicare aliquote che mediamente possono andare dal 12% a un massimo del 17-18%.

E poteva andare peggio

E siccome, come recita un noto adagio, al peggio non c’è mai fine, secondo la riforma Fornero, la contribuzione dei professionisti iscritti alla gestione separata Inps, sarebbe dovuta crescere ulteriormente in questi anni, per arrivare nel 2018 a quota 33,72%. Una prospettiva che ha scatenato polemiche e proteste, facendo in modo che in questi ultimi anni si approvassero provvedimenti legislativi ad hoc che hanno praticamente mantenuta l’aliquota bloccata al 27,72%.

Un’aliquota più bassa

Per ovviare a questa situazione il governo ha intenzione nella prossima legge di bilancio di inserire un provvedimento che in pratica porti innanzitutto ad una definitiva abolizione delle misure previste su questo tema dalla legge Fornero, e in aggiunta preveda, al contrario di quanto finora programmato, anche un abbassamento dell’aliquota della gestione separata Inps che potrebbe arrivare a quota 26-26,5%. Una quota nella quale inoltre, avrebbe un peso maggiore la parte riferita a maternità e assistenza malattia, in modo da garantire anche coperture assistenziali minori.

Un risparmio consistente

Prendendo come buona questa ipotesi, sono state già fatte delle stime, secondo le quali, con un’aliquota fissata al 26% si potrebbero ottenere risparmi contributivi annuali per il singolo professionista iscritto alla gestione separata Inps dell’ordine di 1.000 euro. Un risparmio tutto sommato non di poco conto.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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