Pagamenti Pa, Varese inizia a pagare
Economia

Pagamenti Pa, Varese inizia a pagare

Il sindaco Attilio Fontana annuncia di aver già saldato la prima fattura arretrata. Senza aspettare un decreto che definisce bizantino

“Io non voglio aspettare, e siccome non mi fido, ho già cominciato a pagare”. E’ con la solita schiettezza che il sindaco di Varese Attilio Fontana ci annuncia che, ancora prima che il decreto sui pagamenti della pubblica amministrazione diventi realtà, lui ha, metaforicamente, staccato il primo assegno per un’azienda che vantava nei confronti della sua amministrazione un debito arretrato. “Si tratta di una somma piccola ma quanto mai simbolica – dice Fontana -: 12mila euro risalenti all’ottobre del 2011 e dovuti per la realizzazione di un marciapiede”. Ma l’effervescente Fontana è andato oltre e ha già dato mandato ai suoi uffici di mettere in pagamento quel 13% delle somme depositate in tesoreria alla data del 30 marzo che il decreto, quando sarà definitivamente approvato, permetterà di utilizzare. “In pratica in totale dovrei riuscire a sbloccare circa un milione di euro”.

E qui si fermano però le buone notizie, perché la spiegazione di questo atteggiamento di aperta sfida al governo centrale, con cui Attilio Fontana sta agendo, è da ricercarsi nelle sue enormi perplessità circa la reale funzionalità del decreto. “Diciamo subito che le procedure previste sono, ad essere buoni, bizantine – attacca il primo cittadino di Varese -. A cominciare da questo fantomatico 13% delle somme in tesoreria, che non si capisce bene perché non poteva essere 20 o 30%”. Ma questo è solo l’antipasto di una critica generale che prende il toro per le corna. “A monte di ogni considerazione – afferma amaramente Fontana – c’è il fatto che questo Paese sta soffocando proprio perché non si riesce più a scrivere delle leggi chiare e semplici”.

DECRETO SLOCCA DEBITI, TUTTI I DUBBI DELLE IMPRESE

E il decreto che sblocca i debiti della pubblica amministrazione in questo senso rappresenta forse un esempio dei più brillanti. “Entro il 15 maggio prossimo – racconta Fontana – noi dovremo inviare al ministero l’elenco di tutti i nostri debiti patrimoniali al 31 dicembre 2012. E così dovranno fare  tutti gli altri migliaia di Comuni soggetti al patto di stabilità, da cui sono esclusi solo quelli con meno di mille abitanti”. Una mole di incartamenti che dovranno essere analizzati e conteggiati per stabilire se superano o meno la soglia dei 5 miliardi messi a disposizione su questo fronte dal governo. “Se la soglia verrà superata – aggiunge Fontana – a noi verrà imposto di decurtare la quota di pagamenti della parte che in proporzione oltrepassa appunto i 5 miliardi”. Un concetto anche difficile da spiegare. In pratica se la somma dei debiti sarà ad esempio del 20% superiore a 5 miliardi, i Comuni dovranno ridurre lo stanziamento per i pagamenti della stessa proporzione.

“Già questo mi sembra un meccanismo infernale – sottolinea Fontana -. Ma poi mi chiedo: ma come faranno ad esaminare e valutare le fatture di tutti i migliaia di Comuni che manderanno i propri conti a Roma? Io dubito fortemente che possano riuscirci”. Un elemento quest’ultimo che, come dire, farebbe svanire in partenza qualsiasi speranza di veder sbloccati in tempi rapidi i pagamenti. “Senza contare – nota ancora Fontana – che poi la documentazione da inviare non sarà così semplice da mettere insieme, visto che le varie fatture dovranno essere selezionate in base alla loro data di emissione, in base alla data reale di costituzione del debito, senza contare eventuali poste girate alle banche”.

SBLOCCO DEI PAGAMENTI, ECCO PERCHE' SERVE UN NUOVO GOVERNO

Insomma, complicazioni a non finire, rispetto alle quali Fontana ha deciso di rompere gli indugi e cominciare a pagare. “Ovviamente altri sindaci saranno molto più prudenti – dice ancora il sindaco di Varese –anche perché purtroppo la storia ci ha insegnato che chi cerca di essere in regola poi fa la figura del fesso. Il governo ad esempio ha creato un fondo di 2 miliardi per i Comuni in dissesto, e quindi oggi anche chi ha sperperato potrà effettuare i pagamenti alla stessa maniera di chi, faticosamente e anche magari con ricadute negative in termini elettorali, ha cercato di tenere i conti in regola”.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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