Che tipo è il consumatore ideale? Da dove viene? Quale rapporto empatico si stabilisce con lui? Sono molti i quesiti per la costruzione di un identikit dello shopper gloable. L’esigenza parte dai brand, dai grossi produttori di beni e servizi di lusso, alla perenne ricerca del cliente tipo. Così, posto che il consumatore dal profilo ben definito e universale rimane una proiezione della mente, resta importante la profilazione del cliente come strumento di lettura dei mercati e delle strategie da parte delle aziende.
Da questo punto di vista si rivela autorevole lo studio che la Fondazione Altagamma conduce annualmente e che quest’anno è stato realizzato con la collaborazione del Boston Consulting Group. Ne è nata la ricerca «True Luxury Global Consumer Insight» che prendendo in considerazione 380 milioni di consumatori e focalizzandosi su un’élite di 32 milioni di consumatori “core” del lusso traccia una multiformità nei comportamenti d’acquisto. Lo studio inoltre individua 7 macro trend e 12 segmenti per un campione di 20 milioni di consumatori con una spesa annua media di circa 10 mila euro. Panorama ha illustrato 8 dei 12 segmentii, quelli più interessanti per le strategie di ingaggio da parte delle aziende.
Experiencer
Quelli che all’adrenalina dello shopping preferiscono le esperienze eccentriche, tipo un viaggio sulla luna.
Luxe immune
Coloro che pur avendo un’ottima capacità d’acquisto comprano occasionalmente e no logo.
Absolute luxurer
Gli insaziabili cercatori del lusso spalmato su viaggi, ristoranti, abiti, gioelli, case e capricci di ogni genere.
Megacitier
Da New York a Mosca, da Seoul a Shanghai passando per Milano sono i global consumatori uniformati.
Fashionista
Hanno tutto griffato dalla testa ai piedi. Magari rinunciano al ristorante o ai viaggi, ma non al brand.
Social wearer
Sono i consumatori consapevoli, gli intellettuali dello shopping di qualità, eco e artigianale.
Omnigifter
Categoria bizzarra, quella di coloro che trovano appagamento nell’acquisto di regali costosi per altri.
Little prince
Sono i figli multitasking dei cinquantenni in carriera. Cresciuti nell’era digitale sono attenti all’innovazione.
